Arco di Portogallo, ma di Marco Aurelio già in Roma
Riferimento: | S6955 |
Autore | Luigi ROSSINI |
Anno: | 1836 ca. |
Zona: | Arco di Portogallo |
Luogo di Stampa: | Roma |
Misure: | 360 x 443 mm |
Riferimento: | S6955 |
Autore | Luigi ROSSINI |
Anno: | 1836 ca. |
Zona: | Arco di Portogallo |
Luogo di Stampa: | Roma |
Misure: | 360 x 443 mm |
Descrizione
Veduta tratta da Gli Archi Trionfali Onorarii e Funebri degli Antichi Romani Sparsi per tutta Italia, rara opera del Rossini, pubblicata quale settima parte del grande corpus grafico dell’architetto ravennate sulle antichità romane, incentrata sugli archi trionfali e funerari eretti dagli imperatori romani.
Un’opera, nella quale venissero ritratti in incisione i più celebrati Archi romani, mi parve potesse tornare di assai gradimento agli amatori delle antichità e delle arti belle, non meno che di utile sommo ai coltivatori di esse. Ne fin qui parmi che sia per anco venuto in pensiero ad alcuno un tale divisamento. Con tale affermazione Rossini presenta al pubblico nel 1836 la sua poderosa opera dedicata agli Archi trionfali, in 73 tavole, nella quale l'indagine non si limita al solo territorio di Roma e del Lazio, ma si allarga a tutta l'Italia. Nella struttura dell'opera, oltre alla ripresa dell'alternanza fra tavole di veduta e tavole di restauro, già adottata nei Sette Colli, sono inserite incisioni con dettagli decorativi e vedute parziali. Di ogni arco vengono presentate in genere le vedute interna ed esterna e la sua ipotetica ricostruzione; in alcuni casi come l'Arco di Tito, di Settimio Severo, di Costantino e di Traiano a Benevento; invece, il monumento è sottoposto ad una minuziosa analisi descrittiva.
Gli Archi trionfali sono eccezionalmente dedicati dall'autore al Marchese Luigi Biondi, Presidente della Pontificia Accademia Romana di Archeologia; nel testo della dedica, l'unica pubblicata da Rossini, sembra che questi voglia allontanare il sospetto di un interesse personale affermando di rendere omaggio alla chiara fama dell'illustre destinatario.
Dal manoscritto della Prefazione con il commento alle tavole (Forlì, Bibl. Civ.) si apprende che l'incisore aveva iniziato il lavoro nel 1832 e che il testo era stato sottoposto alla revisione dell'erudito Salvatore Betti. I consensi ottenuti dall’opera presso il mondo culturale romano confermano il ruolo di primo piano svolto ormai da Rossini nel campo dell'incisione. La vivacità di interessi storici ed antiquari presente fin dalle sue prime opere, si è andata definendo secondo un crescente rigore scientifico che gli procura, nel 1835, la nomina a socio dell'Instituto di Corrispondenza Archeologica, fondato a Roma nel 1829.
Incisione in rame, in ottimo stato di conservazione.
Bibliografia
L. Cavazzi in Luigi Rossini incisore, Vedute di Roma 1817-1850, pp. 146-151.
Bibliografia
Luigi Rossini Incisore, 121
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Luigi ROSSINI (Ravenna 1790 - Roma 1875)
Dopo la formazione presso l'Accademia di Belle Arti di Bologna, dove frequenta i corsi dell’incisore Francesco Rosaspina e del pittore di decorazioni Antonio Basoli, nel 1813 vince il premio del Regno Italico per l'Architettura, consistente in una pensione di tre anni a Roma presso Palazzo Venezia, determinante per la sua carriera artistica. Qui si accorse che i suoi tentativi di proporsi come architetto fallivano, scoprendo invece le incisioni di Giovan Battista Piranesi e, attraverso l'opera del grande incisore veneto, s'inserisce nella tradizione artistica della veduta incisa. Nel 1817 Rossini pubblica il Frontespizio delle antichità di Roma divise in 40 vedute disegnate dal vero dall'architetto Luigi Rossini, che più tardi ristamperà con l'aggiunta di nuove incisioni. In quegli anni inizia anche la collaborazione con Bartolomeo Pinelli, che popolerà le vedute del Rossini con i suoi caratteristici personaggi. Il proficuo rapporto tra i due artisti continuerà sino alla morte del Pinelli avvenuta nel 1835. Tra il 1819 e il 1823 incide, in 101 tavole, Le Antichità Romane ossia raccolta delle più interessanti vedute di Roma antica, disegnate ed incise dall'architetto Luigi Rossini. Tra il 1824 e il 1826 Rossini incide all’acquaforte Le Antichità dei contorni di Roma e, due anni dopo, pubblica I monumenti più interessanti di Roma dal decimo secolo fìno al secolo decimottavo. Nel 1829 torna al tema a lui caro delle antichità dando alla luce Le porte e le mura del recinto di Roma in 35 tavole. Nel 1837 Rossini viene nominato membro della Pontificia Accademia Romana di Belle Arti di San Luca, di cui poi diverrà accademico di merito nel 1843.
A modo di moderna guida turistica per i viaggiatori che transitavano per la via Appia, nel 1839 stampa il Viaggio pittoresco da Roma a Napoli in 80 vedute. Morì a Roma, il 22 aprile del 1875, dopo una malattia che lo aveva costretto a letto paralizzato per cinque anni.
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Bibliografia
Luigi Rossini Incisore, 121
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Luigi ROSSINI (Ravenna 1790 - Roma 1875)
Dopo la formazione presso l'Accademia di Belle Arti di Bologna, dove frequenta i corsi dell’incisore Francesco Rosaspina e del pittore di decorazioni Antonio Basoli, nel 1813 vince il premio del Regno Italico per l'Architettura, consistente in una pensione di tre anni a Roma presso Palazzo Venezia, determinante per la sua carriera artistica. Qui si accorse che i suoi tentativi di proporsi come architetto fallivano, scoprendo invece le incisioni di Giovan Battista Piranesi e, attraverso l'opera del grande incisore veneto, s'inserisce nella tradizione artistica della veduta incisa. Nel 1817 Rossini pubblica il Frontespizio delle antichità di Roma divise in 40 vedute disegnate dal vero dall'architetto Luigi Rossini, che più tardi ristamperà con l'aggiunta di nuove incisioni. In quegli anni inizia anche la collaborazione con Bartolomeo Pinelli, che popolerà le vedute del Rossini con i suoi caratteristici personaggi. Il proficuo rapporto tra i due artisti continuerà sino alla morte del Pinelli avvenuta nel 1835. Tra il 1819 e il 1823 incide, in 101 tavole, Le Antichità Romane ossia raccolta delle più interessanti vedute di Roma antica, disegnate ed incise dall'architetto Luigi Rossini. Tra il 1824 e il 1826 Rossini incide all’acquaforte Le Antichità dei contorni di Roma e, due anni dopo, pubblica I monumenti più interessanti di Roma dal decimo secolo fìno al secolo decimottavo. Nel 1829 torna al tema a lui caro delle antichità dando alla luce Le porte e le mura del recinto di Roma in 35 tavole. Nel 1837 Rossini viene nominato membro della Pontificia Accademia Romana di Belle Arti di San Luca, di cui poi diverrà accademico di merito nel 1843.
A modo di moderna guida turistica per i viaggiatori che transitavano per la via Appia, nel 1839 stampa il Viaggio pittoresco da Roma a Napoli in 80 vedute. Morì a Roma, il 22 aprile del 1875, dopo una malattia che lo aveva costretto a letto paralizzato per cinque anni.
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