Il Disegno in Prospettiva del Porto di Ancona colle Fabriche del Lazzaretto, e Braccio...
Riferimento: | S42643 |
Autore | Giuseppe VASI |
Anno: | 1739 ca. |
Zona: | Ancona |
Luogo di Stampa: | Roma |
Misure: | 1340 x 725 mm |
Riferimento: | S42643 |
Autore | Giuseppe VASI |
Anno: | 1739 ca. |
Zona: | Ancona |
Luogo di Stampa: | Roma |
Misure: | 1340 x 725 mm |
Descrizione
L’opera raffigura il meraviglioso porto di Ancona appena ristrutturato, con progetto di Luigi Vanvitelli.
Vanvitelli dedica l'incisione al cardinale Neri Corsini ed offre, nel suo insieme, una veduta panoramica del progetto generale del porto con la costruzione finita del Lazzaretto. Vanvitelli fu incaricato di costruire tale edificio nel 1732, per volere di papa Clemente XII, il quale all'interno del suo programma di sviluppo economico. Per una ripresa dei traffici internazionali, Clemente XII concesse alla città il porto franco e finanziò le opere di ampliamento e ristrutturazione del porto, incentrato sulla realizzazione di tre opere, che ancor oggi lo caratterizzano: un nuovo molo, il Molo Clementino, prolungamento dell'antico molo di Traiano; un nuovo lazzaretto, su una grande isola artificiale appositamente realizzata; una nuova porta di accesso alla città dal porto: l’Arco Clementino.
Per la datazione dell’opera ci si può basare su quanto sostiene la Scalabroni: “Al 1742 Petrucci fa risalire la veduta del porto di Ancona col suo lazzaretto. Ma questa datazione non è accettabile in quanto nella dedica dell'opera al Card. Neri Corsini, si fa menzione della «... Santità di N.S. Clemente XII P.M. fel(iceme)nte regnante...». Papa Corsini, com'è noto, morì nel 1740; la datazione va quindi anticipata e, in considerazione della data apposta in calce alla dedica, cioè 8 Dicembre 1738, collocata in tale anno. In margine alla stampa si legge inoltre «incisa nella Calcografia della R.C.A.». Cade così anche l’altra affermazione di Petrucci secondo cui la prima incisione di Vasi stampata ed edita dalla calcografia camerale era la veduta della facciata della Basilica Lateranense fatta costruire da Clemente XII, su architettura di Alessio Galilei, che è datata 1741” (cfr. Giuseppe Vasi 1710-1782 (1981); pp. 16-17).
Luigi Vanvitelli nacque a Napoli il 12 maggio 1700 dal pittore vedutista olandese Gaspar van Wittel (detto Vanvitelli) e da Anna Lorenzani, figlia del medaglista e letterato Giovanni Andrea, che l’anno seguente lo condussero a Roma dove vissero poi stabilmente. Dopo un iniziale apprendistato come pittore sotto la guida paterna, accreditato dalla vittoria della terza classe di pittura del concorso Clementino dell’Accademia di S. Luca del 1716, Vanvitelli approfondì lo studio dell’architettura grazie a Filippo Juvarra, amico del padre, frequentandolo presso palazzo Ornani in piazza Navona, la succursale della corte del cardinale Pietro Ottoboni. Per tutto il pontificato di Clemente XII egli fu attivo quasi esclusivamente nelle province dello Stato pontificio come architetto della Reverenda Camera, in stretta collaborazione con il tesoriere generale Carlo Maria Sacripante, in carica dal 1730 al 1739. Come tale, oltre all’attività ordinaria, riguardante soprattutto sistemazioni di natura idrostatica (acquedotto di Vermicino, porto di Fiumicino, ponte d’Augusto e porto di Rimini, ponte sul Savio a Cesena), dal 1733 egli si occupò della commessa straordinaria del Braccio Nuovo del porto e del Lazzaretto di Ancona.
Acquaforte, circa 1739, impressa su carta databile alla seconda metà del’800, con margini, minimi difetti nella parte centrale, leggere gore d’acqua in basso, per il resto in ottimo stato di conservazione.
Esemplare privo del timbro calcografico, tuttavia sembra essere una tiratura della Calcografia Regia (circa 1870), nuova denominazione della Calcografia Camerale dopo l’Unità d’Italia e Roma Capitale.
Bibliografia
L. Scalabroni, Giuseppe Vasi 1710-1782 (1981); pp. 113-114, n. 403; A. Petrucci, I primi 25 anni del Vasi, in “Urbe” (1742), Maggio, VI, p. 11-12; Giovanni Gori Gandellini, Notizie istoriche degl'intagliatori (1771), p. 347; Lazzarini, Indice delle stampe intagliate in rame a bulino in acqua forte esistenti nella calcongrafia Rev.Camera (1797), p. 21.
Giuseppe VASI (Corleone, 27 Agosto 1710 - Roma, 16 Aprile 1782)
Pittore e incisore italiano. Dopo aver completato gli studi classici, si dedicò all’arte della stampa a Palermo, probabilmente studiando presso il Collegio Carolino, fondato dai Gesuiti nel 1728, e nel quale Francesco Ciché (prima del 1707; Palermo, 1742) insegnava. Vasi era già un incisore famoso quando, nel 1736, contribuì ad illustrare La reggia in trionfo di Pietro La Placa, in cui si descrivevano le feste celebratesi a Palermo per l’incoronazione di Carlo III di Napoli (futuro Carlo III di Spagna). Lo stesso anno, Vasi si trasferì a Roma dove, in quanto proveniente dal regno di Napoli, gli venne subito offerta la protezione dell’Ambasciatore, il Cardinal Troiano Aquaviva d’Aragona (1694 - 1747). A Roma incontrò altri artisti che lavoravano per lo stesso mecenate: Sebastiano Conca, Luigi Vanvitelli e Ferdinando Fuga. È su questo sfondo che l’opera romana di Vasi, durante la sua permanenza al Palazzo Farnese, dovrebbe essere considerata: il suo monopolio come incisore dei documenti romani del monarca, le lastre per i festival della “Chinea” e gli archi trionfali eretti di fronte ai giardini del Palatino in occasione della temporale sovranità su Roma.
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Giuseppe VASI (Corleone, 27 Agosto 1710 - Roma, 16 Aprile 1782)
Pittore e incisore italiano. Dopo aver completato gli studi classici, si dedicò all’arte della stampa a Palermo, probabilmente studiando presso il Collegio Carolino, fondato dai Gesuiti nel 1728, e nel quale Francesco Ciché (prima del 1707; Palermo, 1742) insegnava. Vasi era già un incisore famoso quando, nel 1736, contribuì ad illustrare La reggia in trionfo di Pietro La Placa, in cui si descrivevano le feste celebratesi a Palermo per l’incoronazione di Carlo III di Napoli (futuro Carlo III di Spagna). Lo stesso anno, Vasi si trasferì a Roma dove, in quanto proveniente dal regno di Napoli, gli venne subito offerta la protezione dell’Ambasciatore, il Cardinal Troiano Aquaviva d’Aragona (1694 - 1747). A Roma incontrò altri artisti che lavoravano per lo stesso mecenate: Sebastiano Conca, Luigi Vanvitelli e Ferdinando Fuga. È su questo sfondo che l’opera romana di Vasi, durante la sua permanenza al Palazzo Farnese, dovrebbe essere considerata: il suo monopolio come incisore dei documenti romani del monarca, le lastre per i festival della “Chinea” e gli archi trionfali eretti di fronte ai giardini del Palatino in occasione della temporale sovranità su Roma.
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