La Marca d'Ancona

Riferimento: S49633
Autore Vincenzo LUCHINI
Anno: 1564
Zona: Marche
Luogo di Stampa: Roma
Misure: 485 x 390 mm
3.800,00 €

Riferimento: S49633
Autore Vincenzo LUCHINI
Anno: 1564
Zona: Marche
Luogo di Stampa: Roma
Misure: 485 x 390 mm
3.800,00 €

Descrizione

In alto al centro, su un cartiglio a forma di nastro svolazzante, il titolo: LA MARCA D’ANCONA. In alto a destra lo stemma di papa Pio IV. Nel cartiglio in basso a destra: Marchia Anconitana, Picaenum olim dicta quam Picaeni, Umbri et lenones quo[n]dam incolueru[n]t ab ortu Truento: ab occasu Ilauro fluvijs: a meridie Alpibus: et a septentrione Hadriatico mari terminata. Atque cuius illustriores Urbes, minoraque Castella: tam a[n]tiqua quoquae hodie exta[n]t, Portus, Littora, Flumina, Paludes, Mo[n]tes atque alia omnia loca insigniora quor[um] est apud celebres autores freque[n]s me[n]tio. Reliquaru[m] quae ante inlucem prodieru[n]t collatione facta diligenter Typis excussa. - Romae apud Vincentium Luchinu[m]. 1564. In basso a sinistra, sopra la base di una colonna, un compasso evidenzia la scala Misura delle Miglia (20 miglia = mm 85). Carta priva di orientazione e graduazione ai margini.

La più importante carta a stampa delle Marche del XVI secolo.

Esemplare nel primo stato di quattro descritto in Bifolco-Ronca, con lo stemma di papa Pio IV: “La rappresentazione della Marca di Ancona del Luchini si differenzia da quelle veneziane risalenti a più antichi modelli tolemaici. Come dichiarato nella didascalia, il Luchini compone il disegno della regione utilizzando sia i dati di carte già esistenti che quelli desunti da fonti nuove e migliori, riuscendo nell’intento di stampare un’opera che risulta innovativa per questo territorio. Tuttavia, la rete idrografica è molto approssimativa e scorretta nelle lunghezze; la descrizione del rilievo è alquanto banale e non tale da cogliere i tratti fondamentali dell’orografia marchigiana, caratterizzata da quinte nella stessa direzione della catena peninsulare. La carta presenta analogie, per quanto riguarda l’orientamento e il profilo costiero, con il dipinto delle Logge Vaticane, rispetto al quale è anteriore di quasi vent’anni. Questo dato potrebbe far pensare ad un suo utilizzo, tra le altre fonti, da parte di Egnazio Danti. Antonio Lafreri acquisì il rame dal Luchini, come dimostra la presenza della matrice nel catalogo della tipografia (n. 43, denominata come “Marca d’Ancona”). L’opera viene poi ereditata da Claudio Duchetti, ed è presente nel catalogo della vedova di Giacomo Gherardi, erede del patrimonio calcografico del Duchetti, dell’ottobre 1598 (n. 316 descritta come “la Marca d’Ancona reale”). La matrice fu quindi acquistata da Giovanni Orlandi (1602), Henrich van Schoel (1614 circa sebbene la ristampi con la data 1602) ed infine Francesco de Paoli (1647)” (cfr. Bifolco-Ronca, Cartografia e topografia italiana del XVI secolo, p. 2016).

Nella ristampa della carta di Giovanni Orlandi (1602) cambia lo stemma papale, quello di Clemente VIII (Ippolito Aldobrandini 1536-1605, Papa dal 1592). Viene, inoltre, aggiunto lo stemma della famiglia Orsini. Nel cartiglio e abrasa la firma di Luchini, sostituita da Romae apud Ioannem Orlandi Appasquin formis Romae 1604.

Acquaforte e bulino, impressa su carta vergata coeva con filigrana “aquila nel cerchio con stella” (Woodward nn. 55-73), rifilata al rame e con margini contemporanei aggiunti, minime ossidazioni, per il resto in ottimo stato di conservazione. Esemplare colorato a mano.

Opera rarissima, nella sua assai ricercata prima edizione.

Bibliografia

Bifolco-Ronca, Cartografia e topografia italiana del XVI secolo, p. 2016, Tav. 1018 I/IV; Almagià (1929): p. 31a, tav. XXXVII; Almagià (1960): p. 12, tav. XIV; Lago (2002): p. 435, fig. 431; Mangani-Mariano (1998): pp. 108-110; Ronca-Volpini (2011): tavv. 4 & 17; Tooley (1939): n. 102; Valerio (2008): tav. 29; Volpini (2008): p. 40, n. 13.

Vincenzo LUCHINI (Attivo a Roma 1552- 1566)

Vincenzo Luchino bolognese, editore e stampatore, attivo a Roma tra il 1544 e il 1568. Aveva la sua bottega al Pellegrino, come si può dedurre dalla sottoscrizione “Romae Vincentii Luchini Aereis Formis ad Peregrinum” che compare sulle sue stampe. Personalità audace che senza temere l’accusa di plagio spesso cambiava date, marche e sottoscrizioni di lavori altrui facendoli passare per propri. Luchino appare tra i debitori della società di Salamanca e Lafréry all’indomani dello scioglimento della stessa nel 1563. Nel 1559 il Luchino riesce ad ottenere dal Papa il privilegio per aprire una cartiera e per acquistare stracci a Roma, progetto che però non si realizzò. Il periodo tra il 1556 e il 1566 è da considerarsi il più prolifico per la sua attività editoriale e commerciale, in quanto si dedica all’acquisto di nuovi rami e alla pubblicazione di diverse carte geografiche e stampe: 1556 la carta dell’Italia settentrionale, conosciuta anche come Lombardia; 1558 la Sicilia e la Grecia, e nel 1564 la Marca d’Ancona, di cui probabilmente il Magini si servì come fonte per la sua carta della Marca. La sottoscrizione “ Venetiis anno 1556 apud Vincentius Luchinus” sulla Carta della Svizzera, dimostra una sua stretta relazione con il mercato veneziano, ipotizzando che lo stesso abbia avuto una bottega a Venezia.

Vincenzo LUCHINI (Attivo a Roma 1552- 1566)

Vincenzo Luchino bolognese, editore e stampatore, attivo a Roma tra il 1544 e il 1568. Aveva la sua bottega al Pellegrino, come si può dedurre dalla sottoscrizione “Romae Vincentii Luchini Aereis Formis ad Peregrinum” che compare sulle sue stampe. Personalità audace che senza temere l’accusa di plagio spesso cambiava date, marche e sottoscrizioni di lavori altrui facendoli passare per propri. Luchino appare tra i debitori della società di Salamanca e Lafréry all’indomani dello scioglimento della stessa nel 1563. Nel 1559 il Luchino riesce ad ottenere dal Papa il privilegio per aprire una cartiera e per acquistare stracci a Roma, progetto che però non si realizzò. Il periodo tra il 1556 e il 1566 è da considerarsi il più prolifico per la sua attività editoriale e commerciale, in quanto si dedica all’acquisto di nuovi rami e alla pubblicazione di diverse carte geografiche e stampe: 1556 la carta dell’Italia settentrionale, conosciuta anche come Lombardia; 1558 la Sicilia e la Grecia, e nel 1564 la Marca d’Ancona, di cui probabilmente il Magini si servì come fonte per la sua carta della Marca. La sottoscrizione “ Venetiis anno 1556 apud Vincentius Luchinus” sulla Carta della Svizzera, dimostra una sua stretta relazione con il mercato veneziano, ipotizzando che lo stesso abbia avuto una bottega a Venezia.