Ducato di Urbino
Riferimento: | s28386 |
Autore | Giovanni Antonio MAGINI |
Anno: | 1597 ca. |
Zona: | Urbino |
Luogo di Stampa: | Bologna |
Misure: | 460 x 350 mm |
Riferimento: | s28386 |
Autore | Giovanni Antonio MAGINI |
Anno: | 1597 ca. |
Zona: | Urbino |
Luogo di Stampa: | Bologna |
Misure: | 460 x 350 mm |
Descrizione
Carta geografica tratta dal L’Italia a cura di Fabio Magini, edito a Bologna nel 1620, tre anni dopo la prematura morte del padre.
Composto da un breve testo descrittivo di sole 24 carte, l’opera è corredata di 61 carte geografiche della penisola, e costituisce il primo esempio di atlante italiano. L’opera è per intero di mano del Magini, che iniziò la realizzazione delle carte nel 1594 circa, dando alla luce per prima nel 1595 la carta del territorio di Bologna. Tutte le carte vennero alle stampe quindi prima del 1620, nelle loro stesure provvisorie, successivamente corrette ed aggiornate per l’edizione definitiva. Per la realizzazione delle lastre il Magini si servì di due dei più famosi intagliatori dell’epoca: il belga Arnoldo Arnoldi e l’inglese Benjamin Wright.
La carta del territorio di Urbino è basata sulle precedenti mappe di Giacomo Gastaldi, Luchini, Ferrando Bertelli e Mercator e sulle pitture di Egnazio Danti al Vaticano.
Esemplare di secondo stato, con la carta ultimata nella parte cartografica; del primo stato è noto un solo esemplare, alla Biblioteca Vaticana. Orografia, idrografia e toponomastica notevolmente implementate. In basso a destra compare una grande rosa dei venti, con orientazione nord-nord-est in alto. Nel cartiglio in basso a destra scompare la dedica a Federico Bonaventuri, sostituita da quella Al’ Ser.mo Si.r Fran.co Mar.a Feltrio della Rovere Duca d’Urbino & c. segue la Fabio di Gio[vanni] Ant.o Mag.ni
Bibliografia
Almagià (1922): pp. 59-62, n. 16; Almagià (1960): p. 23, tav. XLV; Mangani-Mariano (1998): pp. 154-157, n. 12.
Giovanni Antonio MAGINI (1555 - 1617)
Giovanni Antonio Magini è stato un affermato matematico, astronomo, e cartografo italiano. Come cartografo, il suo nome è legato all’atlante “Italia”, che fu pubblicato dal figlio Fabio nel 1620, tre anni dopo la prematura morte del padre. Composto da un breve testo descrittivo di sole 24 carte, l’opera è corredata di 61 carte geografiche della penisola, e costituisce il primo esempio di atlante italiano. L’opera è per intero di mano del Magini, che iniziò la realizzazione delle carte nel 1594 circa, dando alla luce per prima nel 1595 la carta del territorio di Bologna. Tutte le carte vennero alle stampe quindi prima del 1620, nelle loro stesure provvisorie, successivamente corrette ed aggiornate per l’edizione definitiva. Per la realizzazione delle lastre il Magini si servì di due dei più famosi intagliatori dell’epoca: il belga Arnorldo Arnoldi e l’inglese Benjamin Wright. L’importanza di questo lavoro del Magini è notevolissima, come pure l’influenza sulla cartografia della penisola per i successivi due secoli: da Ortelius ai principali cartografi ed editori olandesi, tutta la cartografia della penisola è tratta dal lavoro del matematico padovano.
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Giovanni Antonio MAGINI (1555 - 1617)
Giovanni Antonio Magini è stato un affermato matematico, astronomo, e cartografo italiano. Come cartografo, il suo nome è legato all’atlante “Italia”, che fu pubblicato dal figlio Fabio nel 1620, tre anni dopo la prematura morte del padre. Composto da un breve testo descrittivo di sole 24 carte, l’opera è corredata di 61 carte geografiche della penisola, e costituisce il primo esempio di atlante italiano. L’opera è per intero di mano del Magini, che iniziò la realizzazione delle carte nel 1594 circa, dando alla luce per prima nel 1595 la carta del territorio di Bologna. Tutte le carte vennero alle stampe quindi prima del 1620, nelle loro stesure provvisorie, successivamente corrette ed aggiornate per l’edizione definitiva. Per la realizzazione delle lastre il Magini si servì di due dei più famosi intagliatori dell’epoca: il belga Arnorldo Arnoldi e l’inglese Benjamin Wright. L’importanza di questo lavoro del Magini è notevolissima, come pure l’influenza sulla cartografia della penisola per i successivi due secoli: da Ortelius ai principali cartografi ed editori olandesi, tutta la cartografia della penisola è tratta dal lavoro del matematico padovano.
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