Opera tratta da: Libro di Benedetto Bordone nel qual si ragiona de tutte le isole del mondo con li lor nomi con li lor nomi antichi & moderni, historie, fauole, & modi del loro viuere, & in qual parte del mare stanno, & in qual parallelo & clima giacciono. Con il Breve di papa Leone. Et gratia & priviliegio della Illustrissima Signoria com’in quelli appare. M.D.XXVIII. Impresse in Vinegia per Nicolò d’Aristotele, detto Zoppino, nel mese di Giugno, del M.D.XXVIII.
Xilografia, dimensioni 290x380.
Carta nautica dell’Europa e del Mediterraneo, tagliato ad oriente ad ovest dell’isola di Cipro. Si tratta della prima carta a stampa dell’area, inserita nel celebre Libro di Benedetto Bordone. La carta è priva del reticolo geografico, l’orientamento è fornito da una schematica rosa di otto venti.
Benedetto Bordon (Bordone), nato a Padova intorno al 1450, fu uomo di varia cultura e multiforme attività: miniatore, disegnatore, geografo, editore di classici e, forse, pittore. Dimorò fino alla fine del secolo nella sua città: e dunque la sua arte si formò sotto l’influsso del grande conterraneo Andrea Mantegna. Passò poi a Venezia e qui rimase per tutto il resto della vita, pur mantenendo sempre legami affettivi e di lavoro con Padova. Tralasciando le attività artistiche di miniatore, disegnatore e pittore, delle quali esistono diverse testimonianze, il Bordone fu impegnato attivamente anche nell’editoria, stampando in traduzione latina alcuni Dialoghi di Luciano. Verso la fine della sua vita si cimenta in un’opera geografica e di erudizione insieme, che pubblica a Venezia nel 1528 col titolo di Libro di Benedetto Bordone nel qual si ragiona de tutte le isole del mondo; era dedicata al nipote Baldassarre, che - apprendiamo dal proemio - aveva visitato molti dei luoghi descritti quando, probabilmente come medico militare, aveva navigato per tutto il Mediterraneo “sopra le potenti armate de segnori Venetiani e del chatolico re”.
Il Libro di Benedetto Bordone è un lavoro composto di ottanta fogli, che descrive tutte le isole del mondo; progettato e curato dallo stesso autore, viene stampato da Niccolò Zoppino a Venezia nel 1528. Precede il testo un proemio di nove carte non numerate, dove vi sono disegnati un mappamondo con i soli circoli di riferimento, una bussola antica, una bussola moderna, una carta dell’Europa occidentale con le coste settentrionali dell’Africa, una del Mediterraneo orientale e un mappamondo ovale. Il testo è diviso in tre libri: il I comprende 21 mappe e descrizioni delle isole dell'Atlantico, nonché un piano urbanistico di Temistitan; il libro II descrive le isole del Mediterraneo e vedute di diverse città italiane e il libro III contiene le isole nell’Oceano Indiano e nel vicino Oriente. Le carte sono di puro tipo nautico, ad eccezione di una carta tolemaica della Gran Bretagna e di una della Sicilia, e delle piante prospettiche di Venezia, Murano, Mazzorbo, Chioggia e di Temistitan. I precedenti “isolari” veneziani, specie quello di Bartolomeo dalli Sonetti, offrirono modelli alle delineazioni del Bordone. Con il titolo Isolario, assunto nelle successive edizioni, l’opera ebbe abbastanza rapida diffusione; fu ristampata a Venezia nel 1534 “con la Gionta del Monte del Oro novamente ritrovato”, nel 1547 e ancora una volta, senza data, presso Francesco di Leno, di cui è nota l’attività di tipografo tra il 1559 e il 1570.
Secondo Valerio “E’ il primo isolario a stampa nel quale compaiono oltre alle isole dell’Arcipelago, oggetto degli isolari manoscritti di Cristoforo Buondelmonti e di quello a stampa, del 1485, di Bartolomeo dalli Sonetti e altre isole del Mediterraneo e quelle da poco scoperte nel nuovo continente. […] L’idea di pubblicare un isolario risale ai primi anni venti, come è testimoniato da una copia manoscritta conservata alla Biblioteca Nazionale di Firenze, databile anteriormente al 1524, in quanto manca della pianta di Città del Messico, pubblicata a Venezia in quell’anno. Il privilegio del Papa concesso all’editore Zoppino è datato 1521, ma non si menziona l’isolario al quale, evidentemente, si iniziò a lavorare tra il 1521 e il 1524. Il privilegio del Senato Veneto, invece, […] è datato 1526. Le carte sono di chiara origine nautica, prive di scale e di coordinate geografiche, vi compare solo una schematica rosa dei venti con le sigle dei venti principali. Ogni carta è accompagnata da un testo descrittivo non solo di carattere storico-geografico, ma con riferimento ai prodotti e alle risorse, agli usi e costumi, a fatti memorabili nonché la posizione relativa ad altre isole vicine” (cfr. V. Valerio - S. Spagnolo, Sicilia 1477-1861, pp. 114-116, n. 10).
Due testamenti, rogati il primo a Venezia il 10 apr. 1529 e il secondo a Padova il 9 febbr. 1530, forniscono gli ultimi dati sicuri della biografia del Bordone, che morì povero, come forse era vissuto, nel febbraio 1530, trovando sepoltura nella chiesa di San Daniele in Padova. Secondo Fulin (p. 154, 168) Bordone pubblicò Tuta la provincia de Italia, una serie di tavole fornite di graduazione, per la quale, insieme a un mappamondo “in forma rotonda de balla”, aveva chiesto licenza di stampa nel settembre del 1508. Per Almagià, le opere, semmai realizzate, sono oggi andate perdute. Probabilmente si trattava delle prime gore di globo a stampa che siano mai state prodotte in Italia.
Bibliografia: R. Almagià, Padova e l'Ateneo Padovano nella storia della scienza geografica, in Rivista geografica italiana XIX, 1912, pp. 471 s., 502-505; R. Almagià, Intorno alle carte e figurazioni annesse all'Isolario di B. B., in Maso Finiguerra, II, 1937, pp. 170-186 M. Billanovich, Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 12, 1971; S. Crinò, Lo schizzo originario ined. del mappamondo di Benedetto Bordone, in “Comptes rendus du Congrès international de géographie”, Amsterdam 1938, II, p. 124; R. Fulin, Documenti per servire alla storia della tipogr. venez., in Arch. veneto, XXIII, 1882, pp. 113, 154 s., 168, 206; Mare Nostrum, a historic voyage across the Mediterranean Sea, Lussemburgo, 2003, p. 10; National Maritime Museum, Catalogue of the Library - Vol. Three, Atlas & Cartography, Londra, 1971, p. 19, n. 34 (11).