Pianta ed alzata della citta di Napoli Fatta con ogni effatezza novamente data alla luce dalle sue stampe da Paolo Petrini e
Riferimento: | S377610 |
Autore | Paolo PETRINI |
Anno: | 1696 ca. |
Zona: | Napoli |
Luogo di Stampa: | Napoli |
Misure: | 1150 x 500 mm |
Riferimento: | S377610 |
Autore | Paolo PETRINI |
Anno: | 1696 ca. |
Zona: | Napoli |
Luogo di Stampa: | Napoli |
Misure: | 1150 x 500 mm |
Descrizione
Pianta prospettica di Napoli, per la prima volta stampata nel 1696. Esemplare della terza edizione, con l'imprint Napoli febbraio 1748.
La veduta di Petrini è la prima carta sciolta di grande impegno editoriale prodotta a Napoli a chiari fini commerciali.
Benché sia evidente la sua derivazione dalla grande veduta seicentesca di Orlandi - Perrey - Baratta, questa pianta, con la sua particolare costruzione geografica, diverrà a sua volta un prototipo di riferimento per la successiva produzione cartografica.
La veduta è dedicata al marchese Pompeo Azzolini, nipote del potente cardinale romano Decio Azzolini e capitano della Guardia del Vicerè Medinaceli, che morirà nel 1696.
Fra il 1967 e il 1698, la mappa fu implementata con l'inserimento di ventuno scorci della città a far da cornice alla grande veduta centrale e forse solo in quel momento fu destinata al mercato.
Il delineatore sia della veduta centrale che di quelle di contorno fu Francesco Cassiano de Silva, che ne curò probabilmente anche il passaggio in lastra.
Sulla sinistra e al centro, due cartigli decorativi con dedica e titolo, entrambi ornati con figure, decorazioni floreali e, su quello a sinistra, uno stemma.
Incisione all'acquaforte, finita a bulino. Coloritura antica con alcuni ritocchi, in buone condizioni. Rara.
Bibliografia
Ermanno Bellucci, Vladimiro Valerio, Piante e Vedute di Napoli dal 1600 al 1699, p.162
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Paolo PETRINI (Attivo a Napoli fine del XVIII secolo)
Paolo Petrini lavorò a Napoli come incisore e libraio tra il 1692 e il 1748, traendo stampe da quadri del Lanfranco e di Luca Giordano, e mappe da Guillaume Sanson e Nicolas de Fer, oltre numerosi ritratti di uomini illustri napoletani. Realizzò anche un “Atlante Partenopeo” (1700), due incisioni per l’entrata di Filippo V e del cardinale Barberini (1702), un volume sui “Palazzi” (1713) e uno sulle “Chiese” (1718) di Napoli, oltre a una veduta della città di Napoli pubblicata nel 1698 che suscitò viva eco nell’editoria straniera. Tutta la sua opera è estremamente rara. L’Atlante Partenopeo fu ristampato con aggiornamenti nel corso di buona parte del secolo XVIII.
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Bibliografia
Ermanno Bellucci, Vladimiro Valerio, Piante e Vedute di Napoli dal 1600 al 1699, p.162
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Paolo PETRINI (Attivo a Napoli fine del XVIII secolo)
Paolo Petrini lavorò a Napoli come incisore e libraio tra il 1692 e il 1748, traendo stampe da quadri del Lanfranco e di Luca Giordano, e mappe da Guillaume Sanson e Nicolas de Fer, oltre numerosi ritratti di uomini illustri napoletani. Realizzò anche un “Atlante Partenopeo” (1700), due incisioni per l’entrata di Filippo V e del cardinale Barberini (1702), un volume sui “Palazzi” (1713) e uno sulle “Chiese” (1718) di Napoli, oltre a una veduta della città di Napoli pubblicata nel 1698 che suscitò viva eco nell’editoria straniera. Tutta la sua opera è estremamente rara. L’Atlante Partenopeo fu ristampato con aggiornamenti nel corso di buona parte del secolo XVIII.
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