L'America Settentrionale
Riferimento: | ms6098 |
Autore | Giovanni Giacomo DE ROSSI |
Anno: | 1677 |
Zona: | America Settentrionale |
Luogo di Stampa: | Roma |
Misure: | 560 x 410 mm |
Riferimento: | ms6098 |
Autore | Giovanni Giacomo DE ROSSI |
Anno: | 1677 |
Zona: | America Settentrionale |
Luogo di Stampa: | Roma |
Misure: | 560 x 410 mm |
Descrizione
Carta geografica tratta dal Mercurio geografico overo Guida Geografica in tutte le parti del Mondo conforme le Tavole Geografiche del Sansone Baudran de Cantelli Data in luce con direttione, e cura di Gio. Giacomo de Rossi nella sua stamperia raccolta di carte edita a Roma tra il 1660 ed il 1730 dalla tipografia De Rossi - la datazione delle carte va dal 1669 al 1715 - la cui prima stesura si deve a Giovanni Giacomo de Rossi. Nel corso degli anni l’atlante fu arricchito da un numero sempre maggiore di carte nelle successive edizioni curate prima da Domenico de Rossi e poi dal figlio Filippo.
Il Mercurio Geografico è una raccolta che raccoglie lavori di cartografi quali Michele Antonio Baudrand, Nicolas Sanson, Augustin Lubin, Filippo Titi, Giacomo Ameti, Giovanni Antonio Magini e Innocenzo Mattei e che contempla come "corpus" principale la grande produzione del geografo Giacomo Cantelli da Vignola. Le carte sono finemente copiate ed intagliate dai maggiori incisori dell'epoca tra i quali Falda, Widman, Barbey, Widman, Lhuillier, Donia, Mariotti.
La carta deriva da una mappa molto simile di Guillaume Sanson del 1669. Rispetto a quest'ultima, la carta di De Rossi presenta alcune aggiunte, quali l'Islanda, le Isole Britanniche, e il toponimo "C Blanco" sulla costa della California. La forma dell'isola di California è quella derivata da Foxe del 1635. La carta è una delle prime rappresentazione dei cinque Grandi Laghi; mostra una configurazione del Mississippi pre-La Salle/Jolliet/Hennepin mal localizzata, spinta ben a ovest rispetto alla sua vera posizione e piuttosto speculativa nel suo percorso. Ottimi dettagli sul Sud-Ovest spagnolo lungo il Rio Grande, con la localizzazione di Taos e Santa Fe nel Nord e l'identificazione di Cibola. Compaiono alcuni nomi dei primi indiani, tra cui gli Apache e gli Zuni. Viene mostrato un Lago de Oro al largo del Golfo di California. Quivera appare nell'odierno Texas, insieme a Granada. La costa orientale del Nord America comprende molti nomi di luoghi antichi, tra cui N. Amsterdam, Chesapeac, Powhata, Gotheburg (un primo insediamento svedese).
Primo stato della carta con data 1677; una ristampa reca la data 1687, una terza edizione è databile al 1715.
“Seventeenth-century Rome contained the famous publishing house of de Rossi. Two branches of the family used the addresses of the Piazza Navonna, and the Piazza della Pace, the latter was the more important house. The 'house' was founded by Giuseppe de Rossi from at least 1613 and continued until his death in 1639. Giovanni Giacomo de Rossi flourished from 1649 to 1691. In 1677 he published a folio atlas by the title of Mercurio Geografico. It was drawn almost entirely from the cartography of the Sanson family in Paris. It is not known whether it was with their permission, or simple plagiarism, but they are credited. The map of North America is derived from Guillaume Sanson's similar map of 1669, itself drawn from his father Nicolas Sanson's wall map of 1666. It includes the few additions to Guillaume's map such as Iceland, the British Isles and the recurrence of C Blanco on the Californian coastline. The island of California is depicted in the Foxe form of 1635.
A second state of the map was issued with just a date change. This has been found to be published until at least 1714, the date of an example of the Mercurio Geografico in the Library of Congress. A third state introduced much new cartography. The most westerly of the Great Lakes are now closed and new information is introduced in western Canada. This appears to be derived from Baron de Lahontan's landmark Carte Generale de Canada of 1703, despite being distorted by pivoting Lago des Assinibouels out to the west. The Mississippi River is depicted in its popular form of the day flowing westward and emptying into the Gulf of Mexico in modern day Texas. The Rio del Nort changes course and flows eastwards into the Gulf of Mexico. A new Stretto d'Anien is placed north of California leading north-easterly insinting a North West Passage outlet. Despite all this the east coast is still lodged in the relative dark ages. Theme no mention of the English colony of Carolina, or even for that matter New York, which is still identified being Dutch. None of the new colonies is named. Giovanni Giacomo de Rossi was succeeded by Domenic who continued the business until c.1720, when he was followed by Lorenzo Filippo who survived to 1736 In that year the whole business stock was sold to the government of the Papal States. Examples of the atlas have been noted with maps dated as late as 1714.” (Burden " The Mapping of North America II", p. 123).
Incisione in rame, finemente colorata a mano, in ottimo stato di conservazione.
Bibliografia
cfr. R. Almagià, Studi storici di cartografia napoletana, in “Archivio storico per le province napoletane”, 38 (1913), p. 645; A. Bonazzi, Il Mercurio geografico: il gioco e la differenza, in “Giacomo Cantelli: geografo del Serenissimo”, Bologna, 1995, p. 37-44 e 150-152; Bagrow 268; Phillips I 254-255; Shirley BL I, pp. 868-874; P. D. Burden, The Mapping of North America II, 491; McLaughlin 65.
Giovanni Giacomo DE ROSSI (Roma 1627 - 1691)
Verso la fine del XVI secolo inizia l’attività editoriale di Antonio De Rossi, il quale con i figli Giuseppe (il “vecchio”) e Giulio, fonda la stamperia che, nel corso dei due secoli successivi e attraverso quattro generazioni, detenne il monopolio della produzione calcografica della città. La bottega era con insegna De Rossi alla Pace. La storia della famiglia De Rossi è caratterizzata da litigi e contrasti interni che portano all’apertura di singole tipografie in concorrenza tra loro. I figli di Giulio De Rossi, Giuseppe il Giovane e Giovanni Battista, nipoti di Giuseppe De Rossi il Vecchio, avevano fondato nel 1628 una propria bottega sempre nelle vicinanze - All'angolo di via di Parione e via della Pacevicino nei pressi della chiesa S. Biagio della Fossa - ma nel 1635 Giovanni Battista si separò a sua volta dal fratello e aprì una bottega in piazza Navona, la terza quindi della famiglia che venne chiamata a piazza Navona. Nel 1644 dopo la morte di Giuseppe il Giovane suo fratello Giovanni Battista diventò il concorrente più diretto della bottega dello zio, la De Rossi alla Pace, ormai gestita dalla vedova di lui insieme ai figli che allora erano in parte ancora minorenni [Figli di Giuseppe De Rossi il Vecchio (1560-1639) e Flaminia Fabio erano Giovanni Domenico (1619-1653) Girolamo (nato nel 1621), Giovanni Giacomo (1627-1691) e Filippo (1631-1656)]. Nel 1648 Giovanni Giacomo De Rossi, figlio di Giuseppe, avvia la propria attività autonoma in una bottega situata alla Pace, con il contributo di circa 800 lastre ereditate dal padre, il cui fondo fu diviso tra i quattro figli maschi. Alla morte del fratello maggiore Giovanni Domenico (1653) la parte di lastre da lui ereditata fu recuperata da Giovanni Giacomo, che inoltre s’impossessò di molte opere a carattere geografico pubblicate dal fratello. Il corpus delle opere recuperate da Giovanni Giacomo era costituito da una raccolta che abbracciavano un arco cronologico di oltre un secolo, includendo parte delle matrici di Salamanca e Lafreri, delle botteghe di Adamo Scultori, Villamena, Maggi, Carenzano e molti altri. Per tutto il corso del secolo Giovanni Giacomo e il figlio adottivo Domenico furono il punto di riferimento dell’editoria romana ed incrementarono la produzione calcografica a carattere locale ed artistico. Oltre, infatti, alle opere di Giovan Battista Falda troviamo in elenco matrici di pittori-incisori come Guido Reni, Giovan Benedetto Castiglione, Giovanni Andrea Podestà e Pietro Testa tanto per citare i principali artisti che si affidarono ai De Rossi. Alla morte di Domenico, 1729, la tipografia fu ereditata dal figlio Lorenzo Filippo, che subito la mise in vendita. Papa Clemente XII ne proibì l’alienazione all’estero e ne ordinò la stima con l’intenzione d’acquisto da parte della Camera Apostolica: la tipografia fu venduta nel Marzo 1738 e costituì il fondo della neonata Calcografia Camerale. Questo atto di compravendita rimane il documento che testimonia la fine della tipografia De Rossi, una delle più importanti stamperie europee.
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Giovanni Giacomo DE ROSSI (Roma 1627 - 1691)
Verso la fine del XVI secolo inizia l’attività editoriale di Antonio De Rossi, il quale con i figli Giuseppe (il “vecchio”) e Giulio, fonda la stamperia che, nel corso dei due secoli successivi e attraverso quattro generazioni, detenne il monopolio della produzione calcografica della città. La bottega era con insegna De Rossi alla Pace. La storia della famiglia De Rossi è caratterizzata da litigi e contrasti interni che portano all’apertura di singole tipografie in concorrenza tra loro. I figli di Giulio De Rossi, Giuseppe il Giovane e Giovanni Battista, nipoti di Giuseppe De Rossi il Vecchio, avevano fondato nel 1628 una propria bottega sempre nelle vicinanze - All'angolo di via di Parione e via della Pacevicino nei pressi della chiesa S. Biagio della Fossa - ma nel 1635 Giovanni Battista si separò a sua volta dal fratello e aprì una bottega in piazza Navona, la terza quindi della famiglia che venne chiamata a piazza Navona. Nel 1644 dopo la morte di Giuseppe il Giovane suo fratello Giovanni Battista diventò il concorrente più diretto della bottega dello zio, la De Rossi alla Pace, ormai gestita dalla vedova di lui insieme ai figli che allora erano in parte ancora minorenni [Figli di Giuseppe De Rossi il Vecchio (1560-1639) e Flaminia Fabio erano Giovanni Domenico (1619-1653) Girolamo (nato nel 1621), Giovanni Giacomo (1627-1691) e Filippo (1631-1656)]. Nel 1648 Giovanni Giacomo De Rossi, figlio di Giuseppe, avvia la propria attività autonoma in una bottega situata alla Pace, con il contributo di circa 800 lastre ereditate dal padre, il cui fondo fu diviso tra i quattro figli maschi. Alla morte del fratello maggiore Giovanni Domenico (1653) la parte di lastre da lui ereditata fu recuperata da Giovanni Giacomo, che inoltre s’impossessò di molte opere a carattere geografico pubblicate dal fratello. Il corpus delle opere recuperate da Giovanni Giacomo era costituito da una raccolta che abbracciavano un arco cronologico di oltre un secolo, includendo parte delle matrici di Salamanca e Lafreri, delle botteghe di Adamo Scultori, Villamena, Maggi, Carenzano e molti altri. Per tutto il corso del secolo Giovanni Giacomo e il figlio adottivo Domenico furono il punto di riferimento dell’editoria romana ed incrementarono la produzione calcografica a carattere locale ed artistico. Oltre, infatti, alle opere di Giovan Battista Falda troviamo in elenco matrici di pittori-incisori come Guido Reni, Giovan Benedetto Castiglione, Giovanni Andrea Podestà e Pietro Testa tanto per citare i principali artisti che si affidarono ai De Rossi. Alla morte di Domenico, 1729, la tipografia fu ereditata dal figlio Lorenzo Filippo, che subito la mise in vendita. Papa Clemente XII ne proibì l’alienazione all’estero e ne ordinò la stima con l’intenzione d’acquisto da parte della Camera Apostolica: la tipografia fu venduta nel Marzo 1738 e costituì il fondo della neonata Calcografia Camerale. Questo atto di compravendita rimane il documento che testimonia la fine della tipografia De Rossi, una delle più importanti stamperie europee.
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