Territorio di Orvieto
Riferimento: | CO-119 |
Autore | Giovanni Antonio MAGINI |
Anno: | 1599 ca. |
Zona: | Territorio di Orvieto |
Luogo di Stampa: | Bologna |
Misure: | 400 x 355 mm |
Riferimento: | CO-119 |
Autore | Giovanni Antonio MAGINI |
Anno: | 1599 ca. |
Zona: | Territorio di Orvieto |
Luogo di Stampa: | Bologna |
Misure: | 400 x 355 mm |
Descrizione
Carta geografica tratta dal L’Italia a cura di Fabio Magini, edito a Bologna nel 1620, tre anni dopo la prematura morte del padre.
Composto da un breve testo descrittivo di sole 24 carte, l’opera è corredata di 61 carte geografiche della penisola, e costituisce il primo esempio di atlante italiano. L’opera è per intero di mano del Magini, che iniziò la realizzazione delle carte nel 1594 circa, dando alla luce per prima nel 1595 la carta del territorio di Bologna. Tutte le carte vennero alle stampe quindi prima del 1620, nelle loro stesure provvisorie, successivamente corrette ed aggiornate per l’edizione definitiva. Per la realizzazione delle lastre il Magini si servì di due dei più famosi intagliatori dell’epoca: il belga Arnoldo Arnoldi e l’inglese Benjamin Wright.
La carta è una delle tre dedicate all’Umbria dal Magini. Le fonti cartografiche sono la Urbis veteris Antiqua Ditionis descriptio di Egnazio Danti, pubblicata a Roma nel 1583, la Tuscia di Girolamo Bellarmato (1536) e la carta del Dominio Fiorentino di Stefano Buonsignori (1584).
A sinistra, nel cartiglio in alto, il titolo TERRITORIO DI ORVIETO. Nel cartiglio in basso la dedica All’ Ill.mo et Rev.mo mio S.r et P[at]ro[nus] Col.mo Mons.r Ruini Vescovo di Bagnarea. Fabio di Gio: Ant.o Magini. In basso a destra la scala grafica Scala di miglia otto (8 miglia pari a mm 67). Orientazione nei quattro lati al centro con il nome dei punti cardinali Septentrio, Meridies, Oriens, Occidens, il nord in alto. Graduazione ai margini di 1’ in 1’ da 42° 6’ 30’’ a 42° 43’ 20’’ di latitudine, e da 34° 41’ 40’’ a 35° 39’ 40’’ di longitudine.
Incisa da Arnoldo Arnoldi. Lieve gora nei margini, nel complesso in ottimo stato di conservazione.
Bibliografia
Almagià (1960): p. 24, tav. XLI; Cremonini (1991): p. 20, scheda 15, n. 28 e p. 28, scheda 21, n. 39; Satolli (2017): p. 138, XLVII.
Giovanni Antonio MAGINI (1555 - 1617)
Giovanni Antonio Magini è stato un affermato matematico, astronomo, e cartografo italiano. Come cartografo, il suo nome è legato all’atlante “Italia”, che fu pubblicato dal figlio Fabio nel 1620, tre anni dopo la prematura morte del padre. Composto da un breve testo descrittivo di sole 24 carte, l’opera è corredata di 61 carte geografiche della penisola, e costituisce il primo esempio di atlante italiano. L’opera è per intero di mano del Magini, che iniziò la realizzazione delle carte nel 1594 circa, dando alla luce per prima nel 1595 la carta del territorio di Bologna. Tutte le carte vennero alle stampe quindi prima del 1620, nelle loro stesure provvisorie, successivamente corrette ed aggiornate per l’edizione definitiva. Per la realizzazione delle lastre il Magini si servì di due dei più famosi intagliatori dell’epoca: il belga Arnorldo Arnoldi e l’inglese Benjamin Wright. L’importanza di questo lavoro del Magini è notevolissima, come pure l’influenza sulla cartografia della penisola per i successivi due secoli: da Ortelius ai principali cartografi ed editori olandesi, tutta la cartografia della penisola è tratta dal lavoro del matematico padovano.
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Giovanni Antonio MAGINI (1555 - 1617)
Giovanni Antonio Magini è stato un affermato matematico, astronomo, e cartografo italiano. Come cartografo, il suo nome è legato all’atlante “Italia”, che fu pubblicato dal figlio Fabio nel 1620, tre anni dopo la prematura morte del padre. Composto da un breve testo descrittivo di sole 24 carte, l’opera è corredata di 61 carte geografiche della penisola, e costituisce il primo esempio di atlante italiano. L’opera è per intero di mano del Magini, che iniziò la realizzazione delle carte nel 1594 circa, dando alla luce per prima nel 1595 la carta del territorio di Bologna. Tutte le carte vennero alle stampe quindi prima del 1620, nelle loro stesure provvisorie, successivamente corrette ed aggiornate per l’edizione definitiva. Per la realizzazione delle lastre il Magini si servì di due dei più famosi intagliatori dell’epoca: il belga Arnorldo Arnoldi e l’inglese Benjamin Wright. L’importanza di questo lavoro del Magini è notevolissima, come pure l’influenza sulla cartografia della penisola per i successivi due secoli: da Ortelius ai principali cartografi ed editori olandesi, tutta la cartografia della penisola è tratta dal lavoro del matematico padovano.
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