Plan von denen in den Sudlichen Gegenden von Rom gelegenen Pontinischen...
Riferimento: | CO-319 |
Autore | Anonimo |
Anno: | 1790 ca. |
Zona: | Paludi Pontine |
Misure: | 390 x 240 mm |
Riferimento: | CO-319 |
Autore | Anonimo |
Anno: | 1790 ca. |
Zona: | Paludi Pontine |
Misure: | 390 x 240 mm |
Descrizione
Importante e rarissimo documento sulle Paludi Pontine, di manifattura tedesca, stampato probabilmente a Lipsia alla fine del XVIII secolo. Non descritto dalla bibliografia.
In basso a sinistra troviamo il ritratto di papa Pio VI, che sostenne economicamente il progetto di bonifica.
La mappa colloca e Paludi Pontine in un contesto più ampio del Lazio meridionale, inclusa la Ciociaria e fin oltre il confine con il Regno di Napoli.
Sotto il nome di “Paludi Pontine” e con quello odierno di Agro Pontino si intende il territorio compreso fra i Monti Lepini e gli Ausoni, il Mar Tirreno e il promontorio del Circeo. Un territorio che si estende fin verso Roma, senza un confine fisico ben definito che distingua l’Agro Pontino dall’Agro Romano, anche per le caratteristiche geologiche e fisiche del suolo; comunque come limite, puramente convenzionale, tra l’Agro Romano e l’Agro Pontino si può considerare il corso inferiore e medio del Fiume Astura e una linea immaginaria che, partendo dai piedi della collina su cui sorge Cori, all’altezza di circa 120 m sul livello del mare, e mantenendosi su questa quota, si spinge fino ai piedi dell’altura su cui è posta Lanuvio.
Si può affermare che, stando a quanto pervenuto sino a noi, la conoscenza della regione pontina era molto imprecisa allorché Sisto V pose mano ai grandi lavori idraulici diretti da Ascanio Fenizi (1585÷1590).
Nel corso del XVIII secolo, la bonifica delle paludi interessa i più importanti architetti e idraulici dell'epoca: olandesi come Cornelio Wit ed altri, italiani come appunto l'architetto Angelo Sani e, da ultimo, Gaetano Rappini che, sotto l'impulso di papa Pio VI, con i lavori avviati nel 1777 apre il canale lungo l'Appia o Linea Pia. Due carte rendono con efficacia lo stato della palude prima della bonifica di Pio VI, quella del Ghisi del 1778 e quella del Salvati del 1795; successivamente a queste, soltanto una pregiata cartografia incisa in rame dell'Astolfi e quelle effettuate dai consorzi di bonifica, andate distrutte durante il secondo conflitto bellico, risultarono di grande utilità per il compimento della bonifica integrale.
Acquaforte, impressa su carta vergata coeva, con margini, in ottimo stato di conservazione.
Mappa molto rara.
Anonimo
Anonimo