Pianta del corso del Fiume Tevere, e sue adiacenze, dall'influenza del Nera fino al mare...

Riferimento: S44156
Autore Giovan Battista PIRANESI
Anno: 1744
Zona: Roma
Luogo di Stampa: Roma
Misure: 1760 x 690 mm
Non Disponibile

Riferimento: S44156
Autore Giovan Battista PIRANESI
Anno: 1744
Zona: Roma
Luogo di Stampa: Roma
Misure: 1760 x 690 mm
Non Disponibile

Descrizione

Celebre pianta del bacino fluviale del Tevere, dalla Nera a Gavignano, delineata da Andrea Chiesa e Bernardo Gambarini, costituita da quattro tavole incise su rame da Carlo Nolli e, limitatamente alle parti decorative e vedutistiche, da Giovan Battista Piranesi. 

Le tavole delineano con il massimo rigore scientifico che gli strumenti dell'epoca consentivano, il bacino fluviale dalla Nera a Gavigano, e sono corredate da profili, sezioni, vedute di ponti, ecc. 

La pianta fu riprodotta nell'opera di  Chiesa-Gamberini "Delle cagioni, e de' rimedi delle inondazioni del Tevere. Della somma difficolta' d'introdurre una felice, e stabile navigazione da ponte Nuovo sotto Perugia fino alla foce della Nera nel Tevere, e del modo di renderlo navigabile dentro Roma", edita nel 1746 da Antonio de Rossi. 

I due iingegneri bolognesi furono chiamati a Roma verso la fine del 1743 da Benedetto XIV perché redigessero un'accurata Relazione sulle condizioni del Tevere e venisse proposta una soluzione al problema delle continue inondazioni del fiume.

Chiesa e Gamberini, dopo accurati rilievi, illustrarono il loro lavoro in una "Relazione sopra il modo di render navigabile il Tevere dentro Roma", datata 30 novembre 1744, corredata di 10 grandi mappe originali che furono ridotte e incise dal Nolli per la loro opera del 1746.

Le quattro tavole della Pianta del fiume, circa cm 40 x 68,7 cad, non numerate, furono impostate per essere giustapposte in senso verticale, secondo il corso del fiume: 

a) cm 42,2x69,7. Corso del Tevere dalla Nera a Gavignano; corredata di un profilo di livellazione, sezioni varie e vedute del ponte Felice e del ponte Sisto

b) cm 42x69,2. Corso del Tevere dal fosso di Ponzano al fosso di Monte Rotondo; corredata di sezioni varie e di un profilo di livellazione e delle vedute di Ponte Quattro Capi; della facciata di S. Bartolomeo all'Isola e del ponte Ferrato

c)  cm 43,5x69x5. Corso del Tevere dall'Osteria Nuova del Duca Grillo, al Porto di Ripetta; corredata di sezioni e di un profilo di livellazione con relativa scala grafica di 12 palmi romani. Vedute del Ponte Molle e del ponte S. Angelo.

d) cm 43,7x69,7. Corso del Tevere dal Porto di Ripetta al mare; corredata di un profilo di livellazione. Rosa dei venti; vedute del ponte Molle e di Castel S. Angelo (continuazione delle precedenti). Quattro scale grafiche: 1. per l'altezza e la larghezza delle sezioni; 2. per la misura delle vedute e delle sezioni dei ponti; 3. per il tracciato del Tevere; 4. per il profilo di livellazione.

La tavola reca il titolo entro un cartiglio ornato con lo stemma di Benedetto XIV e, in basso al centro, le sottoscrizioni degli autori "Delineata da Andrea Chiesa, e Bernardo Gambarini Ingegneri" e "Ridotta, e inc. da Carlo Nolli. In Roma con lic. de' Super."

Incisione su rame, impressa su 4 doppi fogli di carta vergata coeva, a pieni margini, rarissime e sporadiche fioriture marginali, nel complesso in perfetto stato di conservazione. 

Opera di grande interesse storico.

Dimensioni dei fogli: circa 55x81 cad.

Bibliografia

Frutaz, Le Carte del Lazio, pp. 87-88; Wilton Ely, 1006

Giovan Battista PIRANESI (Mogliano Veneto 1720 - Roma 1778)

Acquafortista, incisore, progettista, architetto e teorico italiano, considerato uno dei supremi esponenti dell’incisione topografica, sebbene il maggiore interesse egli lo mostrasse per l’architettura. Anche se solo pochi disegni architettonici sono stati realizzati, egli ebbe comunque una grande influenza, nel Neo-Classicismo europeo, attraverso contatti personali con architetti, mecenati e artisti in visita a Roma nel corso di quattro decadi. La sua prolifica produzione di lastre di acqueforti, che combinava una straordinaria immaginazione con una conoscenza delle tecniche dell’antica Roma estremamente pragmatica, diede avvio ad una nuova e duratura percezione dell’antichità. Era anche disegnatore di strutture e palchi per le feste, decoratore di interni e di mobili, così come restauratore. L’interazione di questa straordinaria combinazione di attività lo portò ad un concetto alto del disegno, sostenuto da saggi scritti. L’eredità che lasciò, relativamente alla sua visione unica della civiltà romana, fu una interpretazione immaginativa e una ri-creazione del passato che ispirarono scrittori e poeti così come artisti ed altri disegnatori.

Bibliografia

Frutaz, Le Carte del Lazio, pp. 87-88; Wilton Ely, 1006

Giovan Battista PIRANESI (Mogliano Veneto 1720 - Roma 1778)

Acquafortista, incisore, progettista, architetto e teorico italiano, considerato uno dei supremi esponenti dell’incisione topografica, sebbene il maggiore interesse egli lo mostrasse per l’architettura. Anche se solo pochi disegni architettonici sono stati realizzati, egli ebbe comunque una grande influenza, nel Neo-Classicismo europeo, attraverso contatti personali con architetti, mecenati e artisti in visita a Roma nel corso di quattro decadi. La sua prolifica produzione di lastre di acqueforti, che combinava una straordinaria immaginazione con una conoscenza delle tecniche dell’antica Roma estremamente pragmatica, diede avvio ad una nuova e duratura percezione dell’antichità. Era anche disegnatore di strutture e palchi per le feste, decoratore di interni e di mobili, così come restauratore. L’interazione di questa straordinaria combinazione di attività lo portò ad un concetto alto del disegno, sostenuto da saggi scritti. L’eredità che lasciò, relativamente alla sua visione unica della civiltà romana, fu una interpretazione immaginativa e una ri-creazione del passato che ispirarono scrittori e poeti così come artisti ed altri disegnatori.