Pianta di Roma e del Campo Marzo
Riferimento: | S39811 |
Autore | Giovan Battista PIRANESI |
Anno: | 1774 |
Zona: | Roma |
Luogo di Stampa: | Roma |
Misure: | 1200 x 700 mm |
Riferimento: | S39811 |
Autore | Giovan Battista PIRANESI |
Anno: | 1774 |
Zona: | Roma |
Luogo di Stampa: | Roma |
Misure: | 1200 x 700 mm |
Descrizione
La Pianta di Roma e del Campo Marzio appartiene al culmine della carriera del Piranesi.
Nata dalla necessità di offrire una pianta di riferimento che accompagnasse le 135 tavole delle Vedute di Roma, l'opera fu intesa come tavola finale e indice dell'opera, con con cui veniva spesso venduta e rilegata.
Attraverso le tre lastre che compongono questa grande piante, l'autore ha cercato di mettere in relazione le rovine superstiti di epoca antica con la contemporanea topografia di Roma, e di offrire dei riferimenti per i monumenti elencati ai due lati della mappa. Nella parte superiore ha realizzato una mappa della città contemporanea compresa entro le Mura Aureliane, estendendola a nord, a includere il territorio tra Porta del Popolo e Ponte Milvio, e inglobando anche l'area del Campo Marzio.
Quest'area è mostrata nel dettaglio in una mappa isolata, in basso a destra, che mostra le antichità più importanti evidenziate da un numero che trova corrispondenza con quelli della mappa più grande. Ai lati, un indice dettagliato dei monumenti, con i numeri corrispondenti nella pianta grande, e con i rimandi ai passaggi più rilevanti delle sue opere maggiori: le Antichità Romane, Della Magnificenza ed Archittettura dei Romani e il Campo Marzio. L'opera è dedicata a papa Clemente XIV (1769-1774).
La datazione dell'opera è complessa:
- nel catalogo del 1792 di Francesco Piranesi, figlio dell'autore, l'opera è assegnata al 1778, data che, sebbene molto tarda - l'autore muore infatti il 9 novembre di quell'anno - viene accettata da Focillon e Hind. Questa datazione, tuttavia, è certamente basata su un errore, poiché nell'Avvertimento nella parte superiore della mappa, l'autore fa riferimento alla "approvazione che si è degnata mostrarne la Santità di N.ro Sig.re PAPA CLEMENTE XIV felicemente regnante", per cui l'opera non può essere successiva al 1774.
A supporto di questa datazione, è un esemplare del Catalogo delle Opere, descritto da Scott, che contiene tre voci manoscritte per tre Vedute di Roma databili al 1774, e indica che la mappa era già disponibile.
Esemplare dalla contemporanea edizione romana.
Acquaforte e bulino, stampata da tre matrici su tre fogli carta vergata coeva uniti insieme, con filigrana "doppio cerchio e giglio", in ottimo stato di conservazione.
Dimensione complessiva dei tre fogli: 132.1 x 82.1 cm
Dimensioni complessive delle lastre: 121.2 x 71.1 cm
Bibliografia
Hind, p. 87, [1778-9.]; Focillon 600; Ficacci 700; Wilton-Ely, II, 1008.
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Giovan Battista PIRANESI (Mogliano Veneto 1720 - Roma 1778)
Acquafortista, incisore, progettista, architetto e teorico italiano, considerato uno dei supremi esponenti dell’incisione topografica, sebbene il maggiore interesse egli lo mostrasse per l’architettura. Anche se solo pochi disegni architettonici sono stati realizzati, egli ebbe comunque una grande influenza, nel Neo-Classicismo europeo, attraverso contatti personali con architetti, mecenati e artisti in visita a Roma nel corso di quattro decadi. La sua prolifica produzione di lastre di acqueforti, che combinava una straordinaria immaginazione con una conoscenza delle tecniche dell’antica Roma estremamente pragmatica, diede avvio ad una nuova e duratura percezione dell’antichità. Era anche disegnatore di strutture e palchi per le feste, decoratore di interni e di mobili, così come restauratore. L’interazione di questa straordinaria combinazione di attività lo portò ad un concetto alto del disegno, sostenuto da saggi scritti. L’eredità che lasciò, relativamente alla sua visione unica della civiltà romana, fu una interpretazione immaginativa e una ri-creazione del passato che ispirarono scrittori e poeti così come artisti ed altri disegnatori.
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Bibliografia
Hind, p. 87, [1778-9.]; Focillon 600; Ficacci 700; Wilton-Ely, II, 1008.
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Giovan Battista PIRANESI (Mogliano Veneto 1720 - Roma 1778)
Acquafortista, incisore, progettista, architetto e teorico italiano, considerato uno dei supremi esponenti dell’incisione topografica, sebbene il maggiore interesse egli lo mostrasse per l’architettura. Anche se solo pochi disegni architettonici sono stati realizzati, egli ebbe comunque una grande influenza, nel Neo-Classicismo europeo, attraverso contatti personali con architetti, mecenati e artisti in visita a Roma nel corso di quattro decadi. La sua prolifica produzione di lastre di acqueforti, che combinava una straordinaria immaginazione con una conoscenza delle tecniche dell’antica Roma estremamente pragmatica, diede avvio ad una nuova e duratura percezione dell’antichità. Era anche disegnatore di strutture e palchi per le feste, decoratore di interni e di mobili, così come restauratore. L’interazione di questa straordinaria combinazione di attività lo portò ad un concetto alto del disegno, sostenuto da saggi scritti. L’eredità che lasciò, relativamente alla sua visione unica della civiltà romana, fu una interpretazione immaginativa e una ri-creazione del passato che ispirarono scrittori e poeti così come artisti ed altri disegnatori.
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