Acquaforte e bulino, 1575, firmata e datata in lastra. Esemplare nel primo stato di due, avanti le modifiche sistine e il completamento della cupola di San Pietro, visibili nel secondo stato della lastra, del 1603.
Rarissima e importante pianta prospettica della città della quale sono conosciuti solo 9 esemplari nelle raccolte pubbliche di tutto il mondo - Londra, British Library; Milano, Raccolta Bertarelli; Parigi, Bibliothèque Nationale; Roma, Angelica; Roma, Biblioteca Nazionale; Roma, Istituto di archeologia e storia dell’arte; Roma, Biblioteca Nazionale; Roma, Istituto Centrale per la Grafica; Salisburgo, Universitatsbibliothek - (cfr. B/R p. 2397).
Pianta prospettica della città presa dal monte Gianicolo, orientata con il nord a sinistra come la pianta di Hughes Pinard (1555) dalla quale sicuramente trae ispirazione. Descrive la città immediatamente prima degli interventi voluti da papa Sisto V e fu da modello per numerose opere successive. La lastra conosce una seconda stesura (1603), completamente aggiornata alle modifiche sistine.
In alto, lungo il bordo superiore, è inciso il titolo: URBIS ROMAE DESCRIPTIO. Lungo il margine inferiore si trova una legenda numerica di 69 rimandi a luoghi e monumenti notabili, distribuita su nove colonne. Nell’ultimo riquadro di destra sono riportati i dettagli editoriali: 1575 Marius Kartarus Inci. Romae. Nella tavola sono fornite le indicazioni toponomastiche. Orientazione nei quattro lati al centro con il nome dei punti cardinali: SEPTENTRIO, MERIDIES, ORIENS, OCIDENS, il nord è a sinistra.
Magnifica prova, impressa su carta vergata coeva con filigrana "pellegrino nel cerchio con stella" (Woodward nn. 17-21), con margini, in perfetto stato di conservazione.
Esemplare della ex collezione Fritz Hellwig.
Bibliografia
Bifolco - Ronca, Cartografia e Topografia italiana del XVI secolo (2018), pp. 2396-2397, tav. 1233, I/II; Alberti (2010): n. 84; Brandhuber-Juffinger (2011); n. 88.89; Bonasera (1979): p. 82, n. 1; Destombes (1970): H.I. n. 10; Alberti (2009): p. 128, n. A.76; Frutaz (1962): n. CXXV e tav. 237; Hülsen (1915): XII, p. 62, n. 60; Luchetti (1955): p. 44, n. 24; Rocchi (1902): cfr. pp. 71-75 e tav. XIII; Scaccia Scarafoni (1939): p. 88, n. 157; Tooley (1939): n. 492.