Roma
Riferimento: | S39820 |
Autore | Balthasar Jenichen |
Anno: | 1570 |
Zona: | Roma |
Luogo di Stampa: | Norimberga |
Misure: | 364 x 274 mm |
Riferimento: | S39820 |
Autore | Balthasar Jenichen |
Anno: | 1570 |
Zona: | Roma |
Luogo di Stampa: | Norimberga |
Misure: | 364 x 274 mm |
Descrizione
Rarissima veduta prospettica di Roma di Balthasar Jenichen, pubblicata a Norimberga nella seconda metà del XVI secolo.
La veduta di Jenichen deriva da una xilografia pubblicata nella Cosmographia Universalis di Sebastian Münster (Basilea, 1550), che raffigura Roma così com'era intorno al 1490 (per la veduta di Münster si veda A. Frutaz, Le piante di Roma, XCVIII).
“Orientata con nord in basso. A proiezione obliqua; veduta prospettica. È una ripetizione del panorama comparso la prima volta col Bergomensis (1490) e, con lievi modificazioni, ripetuto poi nello Schedel, nel Munster e in altre edizioni tutte inspirate al panorama, detto di Mantova, e che rappresenta Roma sotto il Pontificato di Alessandro VI. Forse lo Jenicken ricalca un vecchio rame senza mai aver visto Roma, sicché non riesce ad interpretare la linea della cupola del Pantheon, colloca l'Aventino presso la Porta del Popolo e qua e là dissemina altri errori topografici. L'assenza del Colosseo ricollega la presente pianta più direttamente al Munster” (cfr. Scaccia Scarafoni, Le Piante di Roma, p. 74).
Il lettering del nostro esemplare è in latino, mentre esiste una copia con caratteri gotici, di dimensioni ridotte. Un esempio (ex collezione Pecci-Blunt) si trova al Getty Museum, un altro è pubblicato su Marigliani, altro ancora è descritto da Scaccia Scarafoni alla Biblioteca Nazionale di Roma.
“In alto a sinistra legenda con lettere di rimando in veduta (A-Z). È noto un solo altro esemplare con iscrizioni in caratteri gotici conservato al Paul Getty Museum ed un altro con iscrizioni in caratteri romani conservato presso la BVE (Biblioteca Nazionale Centrale di Rom). Si tratta pertanto di una pianta di estrema rarità e peraltro graficamente assai raffinata" (cfr. Marigliani, Le piante di Roma nelle collezioni private p. 121, che erroneamente raffigura e attribuisce la copia con caratteri gotici allo Jenichen).
La veduta dello Jenichen è sconosciuta a Frutaz, mentre Hollstein ne descrive solo 2 esemplari nelle collezioni dei gabinetti delle stampe di Berlino e Monaco. Scaccia Scarafoni descrive l'esemplare presso la Biblioteca Nazionale di Roma.
Balthasar Jenichen è stato il principale editore tedesco di carte topografiche. Insieme al connazionale Matthias Zündt si interessarono particolarmente alle cosiddette “carte d'occasione” - nate per documentare avvenimenti - e ne produssero diverse sulla scia e nella tradizione di quelle dei loro omologhi editori italiani (Lafreri etc). Data la loro natura effimera, sono tutte rare o introvabili.
La veduta di Roma, priva di data, può essere ricondotta la periodo 1562-1590 in base alle informazioni sul periodo di attività dell'artista. Una datazione intorno al 1570 ci sembra più compatibile con alcuni dei lavori topografici - datati - dell'artista.
Acquaforte e bulino, impressa su carta vergata coeva priva di filigrana, con margini, in perfetto stato di conservazione.
Opera rarissima.
Bibliografia
Scaccia Scarafoni, Le Piante di Roma, pp. 74-75, n. 129; Marigliani, Le piante di Roma nelle collezioni private, p. 121, n. 17; Hollstein XL B, p. 54, n. 150; G.K. Nagler, Lexicon, VI, p. 439, n. 2; Andresen II, Nr. 279; Passavant IV, p. 429, n. 27; Le Blanc, II, p. 429, n. 27.
Balthasar Jenichen (attivo dal 1560, morto nel 1599)
Poco si sa della vita di Jenichen. Ha lavorato a Norimberga tra il 1563 e il 1592. Ha iniziato la sua carriera nella bottega di Virgil Solis, sposandone la vedova alla cui morte (1562) e continuando il lavoro della tipografia. Secondo il British Museum sarebbe morto nel 1599; un documento menziona che la vedova di Jenichen vendette una serie di lastre in rame al senatore Paul Behaim nel 1621.
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Balthasar Jenichen (attivo dal 1560, morto nel 1599)
Poco si sa della vita di Jenichen. Ha lavorato a Norimberga tra il 1563 e il 1592. Ha iniziato la sua carriera nella bottega di Virgil Solis, sposandone la vedova alla cui morte (1562) e continuando il lavoro della tipografia. Secondo il British Museum sarebbe morto nel 1599; un documento menziona che la vedova di Jenichen vendette una serie di lastre in rame al senatore Paul Behaim nel 1621.
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