Pianta Topografica di Roma pubblicata dalla Direzione Generale del Censo ed aggiornata a tutto il corrente anno MDCCCLXVI

Riferimento: S41709
Autore Direzione Generale del Censo
Anno: 1866
Zona: Roma
Luogo di Stampa: Roma
Misure: 1680 x 1270 mm


1.800,00 €

Riferimento: S41709
Autore Direzione Generale del Censo
Anno: 1866
Zona: Roma
Luogo di Stampa: Roma
Misure: 1680 x 1270 mm


1.800,00 €

Descrizione

Rara pianta della città, a proiezione verticale, orientata con il nord in alto.

La pianta fu pubblicata per la prima volta nel 1829: "La pianta del Censo è senz'altro la più accurata e significativa pianta della Roma Papale nel sec. XIX. Gli edifici sono campiti a tratteggio; chiese e monumenti principali sono rappresentate con la pianta interna. L'orografia è chiaramente leggibile così come il disegno del verde. Ampia legenda sul lato sinistro ed in basso a destra elenco dei XIV rioni. È raffigurata la sola città entro il perimentro delle mura che risalta pertanto nitidamente sul fondo bianco. Il Cardinale Cesare Guerrieri, primo presidente della Congregazione dei Catasti (poi Censo) dal 1816 al 1832, fece incidere e pubblicare questa pianta, basandosi sulle mappe manoscritte del Catasto Urbano ordinate da PIO VII nel 1818 e completate nel 1822" (cfr. Marigliani p. 323).

Una seconda stesura dell'opera viene alla luce nel 1854, ristampa delle lastre originali, che contiene l'indicazione del ponte di ferro costruito accanto a Ponte Rotto. La pianta fu poi definitivamente emendata nel 1866 - questa nostra edizione.

"E' la più accurata immagine della città subito prima che diventasse capitale. Compare il ponte di ferro a San Giovanni dei Fiorentini (1863) ed è indicata la fabbrica dei tabacchi (1863) con l'antistante Piazza Matai (1864). Ci sono le linee ferroviarie a Termini (1862) mentre manca ovviamente il fabbricato die viaggiatori (1867). È riportato infine il primo tratto di via Nazionale (fino a via Quattro Fontane), tracciata proprio nel 1866" (cfr. Marigliani p. 411).

Acquaforte, stampata da 4 lastre su altrettanti fogli di carta coeva, tagliati, applicati su tela e montati ad astuccio. Tela leggermente lesionata nelle pieghe, per il resto in buono stato di conservazione.

Esemplare con ex-libris della libreria di Ulderico Bossi, che aveva sede in Roma a via del Corso 401.

Bibliografia
A. P. Frutaz, "Le piante di Roma", n. 191; C. Marigliani, "Le Piante di Roma delle collezioni private", n. 354; Scaccia Scarafoni, "Le Piante di Roma", n. 312.

Bibliografia

A. P. Frutaz, "Le piante di Roma", n. 191; C. Marigliani, "Le Piante di Roma delle collezioni private", n. 354; Scaccia Scarafoni, "Le Piante di Roma", n. 312.

Direzione Generale del Censo

Il Catasto Gregoriano è il primo catasto generale geometrico particellare dello Stato pontificio: fu promosso da Pio VII nel 1816, nell’ambito di una complessiva riorganizzazione amministrativa dello Stato, e prese il nome di Gregoriano perché attivato da Gregorio XVI nel 1835. L’articolo 191 del Motu Proprio di Pio VII del 6 luglio 1816 disponeva che si procedesse alla compilazione di “nuovi catasti regolati a misura e stima, con un modulo comune” in tutto la Stato, ed affidava tale operazione alla neoistituita Congregazione dei Catasti: un organismo centrale avrebbe, perciò, provveduto a stabilire norme e procedure, a dirigere le operazioni di rilevamento cartografico, ad elaborare criteri uniformi ed obiettivi di stima dei fondi rustici ed urbani, sottraendo il censimento dei beni immobili all’arbitrarietà di denunce giurate ed alla disomogeneità dell’operato di commissioni locali. La Presidenza del Censo fu l’ufficio che venne costituendosi attorno alla figura del Presidente della Congregazione dei Catasti, con funzioni paragonabili a quelle di un vero e proprio dicastero centrale. In seno alla Presidenza operò dal 1816 fino al 1838 un Direttore generale del Catasto (o del Censo) con compiti di direzione tecnico-operativa, riassunti, dopo la morte del titolare Luigi Marini, dallo stesso Presidente. Le mappe, alla scala 1:2000 – salvo quelle di centri urbani particolarmente rilevanti o estesi, elevate alla scala 1:1000 – dovevano essere fornite in due esemplari: un originale, in fogli rettangoli uniti tra loro ed una copia in fogli rettangoli sciolti. Gli appaltatori erano tenuti a fornire tanto l’originale che la copia di detto brogliardo, compilato secondo i modelli predisposti dal dicastero del Censo. La copia del brogliardi e quella delle mappe originali, in rettangoli sciolti, erano destinate alle Cancellerie del Censo, uffici periferici con distrettuazione propria, distribuiti sul territorio ed incaricati di mantenere costantemente aggiornato il catasto dei comuni di loro competenza. La restante documentazione era destinata, invece, ad essere conservata nell’Archivio delle mappe della Presidenza del Censo.

Bibliografia

A. P. Frutaz, "Le piante di Roma", n. 191; C. Marigliani, "Le Piante di Roma delle collezioni private", n. 354; Scaccia Scarafoni, "Le Piante di Roma", n. 312.

Direzione Generale del Censo

Il Catasto Gregoriano è il primo catasto generale geometrico particellare dello Stato pontificio: fu promosso da Pio VII nel 1816, nell’ambito di una complessiva riorganizzazione amministrativa dello Stato, e prese il nome di Gregoriano perché attivato da Gregorio XVI nel 1835. L’articolo 191 del Motu Proprio di Pio VII del 6 luglio 1816 disponeva che si procedesse alla compilazione di “nuovi catasti regolati a misura e stima, con un modulo comune” in tutto la Stato, ed affidava tale operazione alla neoistituita Congregazione dei Catasti: un organismo centrale avrebbe, perciò, provveduto a stabilire norme e procedure, a dirigere le operazioni di rilevamento cartografico, ad elaborare criteri uniformi ed obiettivi di stima dei fondi rustici ed urbani, sottraendo il censimento dei beni immobili all’arbitrarietà di denunce giurate ed alla disomogeneità dell’operato di commissioni locali. La Presidenza del Censo fu l’ufficio che venne costituendosi attorno alla figura del Presidente della Congregazione dei Catasti, con funzioni paragonabili a quelle di un vero e proprio dicastero centrale. In seno alla Presidenza operò dal 1816 fino al 1838 un Direttore generale del Catasto (o del Censo) con compiti di direzione tecnico-operativa, riassunti, dopo la morte del titolare Luigi Marini, dallo stesso Presidente. Le mappe, alla scala 1:2000 – salvo quelle di centri urbani particolarmente rilevanti o estesi, elevate alla scala 1:1000 – dovevano essere fornite in due esemplari: un originale, in fogli rettangoli uniti tra loro ed una copia in fogli rettangoli sciolti. Gli appaltatori erano tenuti a fornire tanto l’originale che la copia di detto brogliardo, compilato secondo i modelli predisposti dal dicastero del Censo. La copia del brogliardi e quella delle mappe originali, in rettangoli sciolti, erano destinate alle Cancellerie del Censo, uffici periferici con distrettuazione propria, distribuiti sul territorio ed incaricati di mantenere costantemente aggiornato il catasto dei comuni di loro competenza. La restante documentazione era destinata, invece, ad essere conservata nell’Archivio delle mappe della Presidenza del Censo.