Cimone e Pero
Riferimento: | S46694 |
Autore | Hans Sebald BEHAM |
Anno: | 1544 |
Misure: | 47 x 70 mm |
Riferimento: | S46694 |
Autore | Hans Sebald BEHAM |
Anno: | 1544 |
Misure: | 47 x 70 mm |
Descrizione
Cimone seduto a terra a destra, di profilo a sinistra; allattato da Pero inginocchiato al centro della stanza a volta.
Bulino 1544, firmato con il monogramma e datato in alto a sinistra. In basso a destra è inciso: "CZINMON" e sulla colonna a destra: "ICH LEB VON DER BRUST MEINER DOCHTER".
Copia in controparte dell’incisione di Barthel Beham (New Hollstein 19). Esemplare del secondo stato di due con l'iscrizione sulla colonna.
Raffigura un episodio caratteristico della Caritas Romana classica. La Caritas Romana è un racconto riportato nel Factorum et dictorum memorabilium libri IX dallo storico romano Valerio Massimo. Questa vicenda si svolge a Roma, durante il periodo repubblicano, nella zona tra l’odierna chiesa di S. Nicola in carcere e il Teatro di Marcello. La vicenda narra di uno splendido esempio di donna, Pero, che allatta in segreto il padre, Cimone, per evitare che muoia. Cimone fu imprigionato e condannato a morire di fame, la figlia Pero richiese e ottenne di poter andare a fargli visita e patto che non portasse nulla da mangiare al padre. Pero, che aveva partorito da poco, durante le sue visite in segreto sfamava il padre, lo faceva con l’unico alimento a disposizione: il latte del suo seno. Tutto andò bene fino a quando le guardie non cominciarono ad avere dei sospetti; infatti, Cimone nonostante molto dimagrito era ancora in vita. Un giorno una guardia scoprì il gesto di Però e lo comunicò ai suoi superiori, questi commossi da quel gesto di pietas (carità filiale) e in suo onore liberarono Cimone. La vicenda di Pero e Cimone ha ispirato una moltitudine di artisti tra cui spiccano i nomi di Caravaggio, Rubens e Veermer.
“Sebald produced several engravings and an etching of this subject (P. 76, 77, 78, 79). The print shown here is a reverse copy of a 1525 engraving by Barthel (P. 19), which Sebald modified with the addition of the column at the right, the inscriptions, and the arch in the background. The inscriptions in the second state of Sebald's print (ICH LEB VON DER BRVST MEINER DOCHTER -- I live from the breast of my daughter) clearly identify the subject as Cimon and Pero, whose story was recounted by Valerius Maximus in his discussion of filial piety. According to the ancient Roman writer, the aged Cimon was in prison awaiting execution and therefore given no food. However, the jailer allowed Cimon's daughter Pero to visit him, and she nourished her father by offering him her breast to suckle. The story was considered an example of Caritas Romana (Roman Charity), and sometimes appeared in cycles of the seven works of mercy to illustrate "Visiting Prisoners". The theme may also have had special personal meaning for the Behams. In his discussion of the Behams' prints of Cimon and Pero, Zschelletzschky suggested that the 1525 engraving by Barthel that served as a model for this print may have been inspired by the Behams' own 1525 arrest andexpulsion from Nuremberg for atheistic and anarchic views. Whether or not Zschelletzschky's interpretation is true, neither the events of 1525 nor the traditional significance of the story explain an important aspect of the Behams' image. All of the brothers' prints of Cimon and Pero -- particularly the engraving by Sebald shown here and the original work by Barthel - exploited the erotic potential of the story. The Behams' prints of Cimon and Pero typically show Pero in a state of partial undress more suggestive of love-making than of the act of suckling. In most of the images, the upper part of Pero's dress has been allowed to fall off her shoulders, revealing both breasts, and her skirt is parted to display her bare thigh, while in a preparatory drawing for the group Pero is completely naked. In the engraving by Sebald shown here and in the model by Barthel, the way in which Pero embraces Cimon and presses her body against his particularly emphasizes the sexual aspects of the encounter. This exploitation of the erotic potential of a story usually interpreted in other terms also characterizes other works by the Behams, such as their engravings of the Old Testament heroine Judith” (cfr. J. L. Levy in “The World in Miniature. Engravings by the German Little Masters 1500-1550” pp. 90-91).
Poco prima del 1520, alcuni giovani artisti della cerchia di Albercht Dürer presero a realizzare incisioni molto piccole che hanno sfidato lo spettatore con un mondo in miniatura, un mondo di nuovo soggetto laico e di interpretazioni non convenzionali di temi tradizionali. A causa delle ridotte dimensioni delle loro incisioni, questi artisti sono stati appellati a lungo, con il nome collettivo, e poco lusinghiero, di Piccoli Maestri di Norimberga. Il nucleo del gruppo consiste in tre artisti di Norimberga, Hans Sebald & Bartel Beham e Georg Pencz, e inoltre Jacob Bink da Colonia e Heinrich Aldegrever da Soest.
Buona prova, impressa su carta vergata coeva priva di filigrana, con sottili margini, in buono stato di conservazione.
Bibliografia
Pauli 1901-11, Hans Sebald Beham: Ein Kritisches Verzeichniss seiner Kupferstiche Radirungen und Holzschnitte (79.II); Hollstein, German engravings, etchings and woodcuts c.1400-1700 (79.II); Bartsch, Le Peintre graveur (VIII.146.75); J. L. Levy in “The World in Miniature. Engravings by the German Little Masters 1500-1550” pp. 90-91, n. 17.
Hans Sebald BEHAM Nuremberg 1500 - Frankfurt 1550
Incisore, acquafortista, disegnatore di xilografie e istoriatore di vetrate, pittore e illustratore. Nei documenti e stampe dell’epoca, veniva sempre identificato come Sebald Beham, sebbene dal XVII secolo e fino ai primi anni del XX sia stato erroneamente chiamato Hans Sebald Beham, sulla base del suo monogramma: HSP or HSB. La biografia di Sandrart, scritta sull’artista, è illustrata con stampe di ritratti simili all’Autoritratto e al David, conservato al Louvre; tutto intorno al ritratto di Sandrart c’è un’iscrizione che lo identifica come pittore e incisore. È giunto fino ai nostri giorni solo uno dei dipinti su pannelli realizzati da Sebald (Storia di David, 1534; Parigi, Louvre), sebbene dei documenti citati da Hampe e Vogler si riferiscano a lui come realizzatore di dipinti nel 1521 e come addirittura titolare di un suo studio nel 1525. Sebald, tuttavia, è più famoso tra i posteri per le sue stampe, nonché per la vastità del corpus di opere da lui realizzate: 252 incisioni, 18 acqueforti e 1500 xilografie, incluse quelle destinate all’illustrazione di libri. Le informazioni sulla sua biografia sono scarne: Sandrart sostiene che venne istruito da Barthel e che poi aprì una taverna, cui il suo stile di vita dissoluto guadagnò cattiva reputazione. È indubbio, tuttavia, che egli fosse ingegnoso e meticoloso, da un punto di vista artistico. Iniziò a produrre opere molto giovane, già dal 1519, sebbene ci sia chi sostiene che una xilografia della Lussuria dalla serie de I Dieci Comandamenti, sia da considerarsi un lavoro giovanile, estremamente naive, realizzato da Sebald all’età di 12 anni, insieme ad un foglio con degli studi fatti a penna e inchiostro su teste maschili e femminili. La sua prima incisione, datata 1518, è un minuscolo Ritratto di Giovane Donna.
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Hans Sebald BEHAM Nuremberg 1500 - Frankfurt 1550
Incisore, acquafortista, disegnatore di xilografie e istoriatore di vetrate, pittore e illustratore. Nei documenti e stampe dell’epoca, veniva sempre identificato come Sebald Beham, sebbene dal XVII secolo e fino ai primi anni del XX sia stato erroneamente chiamato Hans Sebald Beham, sulla base del suo monogramma: HSP or HSB. La biografia di Sandrart, scritta sull’artista, è illustrata con stampe di ritratti simili all’Autoritratto e al David, conservato al Louvre; tutto intorno al ritratto di Sandrart c’è un’iscrizione che lo identifica come pittore e incisore. È giunto fino ai nostri giorni solo uno dei dipinti su pannelli realizzati da Sebald (Storia di David, 1534; Parigi, Louvre), sebbene dei documenti citati da Hampe e Vogler si riferiscano a lui come realizzatore di dipinti nel 1521 e come addirittura titolare di un suo studio nel 1525. Sebald, tuttavia, è più famoso tra i posteri per le sue stampe, nonché per la vastità del corpus di opere da lui realizzate: 252 incisioni, 18 acqueforti e 1500 xilografie, incluse quelle destinate all’illustrazione di libri. Le informazioni sulla sua biografia sono scarne: Sandrart sostiene che venne istruito da Barthel e che poi aprì una taverna, cui il suo stile di vita dissoluto guadagnò cattiva reputazione. È indubbio, tuttavia, che egli fosse ingegnoso e meticoloso, da un punto di vista artistico. Iniziò a produrre opere molto giovane, già dal 1519, sebbene ci sia chi sostiene che una xilografia della Lussuria dalla serie de I Dieci Comandamenti, sia da considerarsi un lavoro giovanile, estremamente naive, realizzato da Sebald all’età di 12 anni, insieme ad un foglio con degli studi fatti a penna e inchiostro su teste maschili e femminili. La sua prima incisione, datata 1518, è un minuscolo Ritratto di Giovane Donna.
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