Pisa Urbs Etruriae

Riferimento: MS8158
Autore Johannes JANSSONIUS
Anno: 1657 ca.
Zona: Pisa
Luogo di Stampa: Amsterdam
Misure: 421 x 345 mm
Non Disponibile

Riferimento: MS8158
Autore Johannes JANSSONIUS
Anno: 1657 ca.
Zona: Pisa
Luogo di Stampa: Amsterdam
Misure: 421 x 345 mm
Non Disponibile

Descrizione

Bella pianta di Pisa di Johannes Janssonius, derivazione dalla prima, celebre, rappresentazione di Achille Soli stampata ai primi del XVII secolo da Matteo Florimi.

Esemplare stampato da Pieter Vander Aa nel 1723, inserita nel Thesaurus antiquitatum et historiarum Italiae... Lugduni Batavorum, excudit Petrus van der Aa... MDCCXXIII.

Per la prima volta viene pubblicata nella raccolta di Johannes Janssonius, Theatrum urbium Italiae aliarumque in insulis Maris Mediterraneae, Amsterdam s.d. (1657 circa), vol. V. Janssonius si propose di rinnovare il successo riscosso dalle Civitates orbis terrarum del Braun e riuscì ad acquistare in blocco la raccolta di rami dagli eredi dell'ultimo editore-incisore dell'opera di Colonia; eliminati quelli più deteriorati, ne aggiunse parecchi di nuovi, dando origine ad una splendida edizione ricca di tavole decorate da cartigli e cornici di gusto barocco, motivi cari all'autore che comprese le istanze del suo secolo e se ne fece portavoce. […] Alla fine del secolo Frederik de Witt, che già aveva al suo attivo edizioni di carte e di atlanti, venne in possesso dei rami pubblicati dallo Janssonius e preparò una nuova edizione intitolata Theatrum praecipuarum totius Europae urbium tam icono- graphice quam cospicue delineatarum, Amsterdam s.d. (1680 circa). Infine, la lastra viene in possesso dell’editore Pieter Vander AA che la utilizza per illustra l’opera di Johan Georg Graevius, Thesaurus antiquitatum et historiarum Italiae, collectus cura et studioJ. G. Graevii, et ad finem perductus a P. Burmanno... Leida, Peter van der Aa, 1704-1723; l'opera comprende 9 parti divise in 30 volumi; la pianta di Pisa compare nel volume XXI, ad illustrare il testo di Enrico Noris, Cenotaphia Pisanæ Caii et Lucii Cæsarum dissertationes illustrata.

Si tratta del IV stato; la lastra ha subito numerose modifiche e ritocchi. In alto, al centro, sul cartiglio ridisegnato in stile classicista, il tit.: Pisa. Urbs Etruriae.; ridisegnato anche il cartiglio a lapide dei toponimi, con 20 rinvii toponomastici tutti in latino: ai 17 luoghi indicizzati nella rubrica del I stato, si aggiungono i 3 nomi di porte in precedenza incisi all'interno della pianta; modificata la parte superiore del prospetto della torre, la cui tabella è ora titolata: Turris Campanariae Basilicae Pisanae; nell'ang. sup. dx. l'indicazione di: Pag. 1; corretto l'apice della torre anche sulla pianta; cancellati i due navicelli sull'Arno.

«Lo strettissimo parallelismo di rilevamento e rappresentazione tra questa pianta di Pisa e quella pubblicata dal Florimi veniva risolto da Tolaini ipotizzando e argomentando la derivazione della seconda dalla prima. L'abile ma estrinseco rifacimento, non supportato da nuove fonti, mentre perfeziona tecnicamente l'immagine ne riduce inevitabilmente rispondenza documentaria e valenza espressiva: si perdono dati descrittivi non superflui; si accentua l'inverosimiglianza di aree urbane e strutture edilizie (piazza dei Cavalieri, gli arsenali medicei, il bastione di Stampace, i ponti, gli improbabili sontuosi giardini geometricamente organizzati); viene sciolta erroneamente qualche incertezza (scompare il taglio a graffa sulla rappresentazione a torre cilindrica della cappellina di Sant'Agata). Il cartografo olandese conosce e confronta anche la pianta francofortese del Merian, senza trarne spunti iconografici ma trascrivendone la rubrica toponomastica. In quest'elaborato sapiente ed accorto, stupisce la perentoria estrapolazione del prospetto della torre pendente, evidenziata come un tozzo torracchione cuspidato di sapore vagamente antiquario, arbitraria e mostruosa evoluzione della meno irrealistica sagoma proiettata in pianta. Il fondamento reale di questa immaginaria copertura conica con cui il campanile di Bonanno viene rappresentato nelle piante seicentesche, lo suggerisce Tolaini ricavandolo dalla veduta del Silvestre: si tratta probabilmente di un'apparecchiatura di tiranti a sostegno di un'asta portabandiera scambiata per un tetto. E poiché tutte queste immagini discendono dalla Soli-Florimi, l'equivoco originario va forse addebitato all'incisore del rame senese” (cfr. Pisa Iconografia a stampa dal XV al XVIII secolo, p. 126).

Acquaforte, finemente colorata a mano, in ottimo stato di conservazione.

Bibliografia

Pisa Iconografia a stampa dal XV al XVIII secolo, p. 126, n. 28;  Pisa e il suo territorio pp. 39-40, 26; D. Cremonini, L’Italia nelle vedute e carte geografiche, p. 80, n. 160.

Johannes JANSSONIUS (1588-1664)

Johannes Janssonius, più comunemente noto come Jan Jansson, nacque ad Arnhem nel 1588 dove il padre era libraio e editore (Jan Janszoon il Vecchio). Nel 1612 sposò la figlia del cartografo e editore Jodocus Hondius, e aprì un’attività ad Amsterdam come editore di libri. Dal 1630 al 1638 collaborò con suo cognato, Henricus Hondius, stampando edizioni accresciute dell’atlante Mercator/Hondius, al quale venne aggiunto il suo nome. Sotto la guida di Janssonius l’Atlante fu costantemente ampliato fino alla pubblicazione dell’Atlas Major, in 11 volumi, nel 1660. L'undicesimo volume fu l’atlante del cielo di Andreas Cellarius.Dopo la morte di Jansson, i suoi eredi pubblicarono una serie di mappe in un Atlas Contractus , nel 1666, e successivamente molte alter lastre delle sue mappe inglesi vennero acquistate da Pieter Schenk e Gerard Valck, che le pubblicarono ancora nel 1683 in mappe separate.

Johannes JANSSONIUS (1588-1664)

Johannes Janssonius, più comunemente noto come Jan Jansson, nacque ad Arnhem nel 1588 dove il padre era libraio e editore (Jan Janszoon il Vecchio). Nel 1612 sposò la figlia del cartografo e editore Jodocus Hondius, e aprì un’attività ad Amsterdam come editore di libri. Dal 1630 al 1638 collaborò con suo cognato, Henricus Hondius, stampando edizioni accresciute dell’atlante Mercator/Hondius, al quale venne aggiunto il suo nome. Sotto la guida di Janssonius l’Atlante fu costantemente ampliato fino alla pubblicazione dell’Atlas Major, in 11 volumi, nel 1660. L'undicesimo volume fu l’atlante del cielo di Andreas Cellarius.Dopo la morte di Jansson, i suoi eredi pubblicarono una serie di mappe in un Atlas Contractus , nel 1666, e successivamente molte alter lastre delle sue mappe inglesi vennero acquistate da Pieter Schenk e Gerard Valck, che le pubblicarono ancora nel 1683 in mappe separate.