Isole di Tremiti già dette Insulae Diomedae, possedute nel Golfo di Venetia da Canonici Regolari Lateranensi…

Riferimento: s35048
Autore Vincenzo CORONELLI
Anno: 1697
Zona: Isole Tremiti
Luogo di Stampa: Venezia
Misure: 590 x 450 mm
380,00 €

Riferimento: s35048
Autore Vincenzo CORONELLI
Anno: 1697
Zona: Isole Tremiti
Luogo di Stampa: Venezia
Misure: 590 x 450 mm
380,00 €

Descrizione

Bella carta delle Isole Tremiti, con San Nicola, Capraia e San Domino, pubblicata nel celebre Isolario dell'Atlante Veneto di V. Coronelli, edito in due tomi a Venezia, nel 1696-1697.


Dedicata "al Reverendissimo Padre Abbate D. Nicolò Bambaccari, predicatore celeberimo, et Accademico Argonauta", la carta reca la firma di M. Ferri quale incisore.
L'antico nome delle Tremiti, come ricordato nel titolo, "Insulae Diomedeae", in onore dell'eroe greco Diomede: la leggenda narra che Afrodite, dea dell’amore, trasformò i suoi compagni in "diomedee", rari uccelli di mare, che nidificano sui calcari di S. Domino.

I canonici Lateranensi giunsero nell'isola di S. Nicola nel 1412, quando Papa Gregorio XII invia una congregazione di canonici Lateranensi, che la restaurarono in ricco stile rinascimentale, trasformando l'esterno in una possente fortezza.

Nel cartiglio in basso, rubrica alfabetica A-Z dei luoghi notabili.

Opera tratta dall’Isolario dell’Atlante Veneto del P. Coronelli, In Venetia MDCXCVI.

Coronelli visse un periodo di straordinaria fecondità editoriale a partire dal 1689, quando ebbe la cattedra di geografia presso l'Università alle Procuratie, con la pubblicazione, nel 1690, del primo volume dell'Atlante Veneto. In effetti sotto il nome di Atlante Veneto va tutta la raccolta di tredici opere composte nell'arco del decennio successivo, dall'Isolario allo Specchio del mare.

L'Isolario mira, con una barocca e minuziosa ricerca del dettaglio, alla celebrazione dei possedimenti della Serenissima. Monumentale raccolta di carte e vedute di isole, rappresenta l'ultimo degli “isolari” concepiti, che, tra la fine del XVII e l'inizio del XVIII secolo, vennero progressivamente soppiantati dagli atlanti di moderna concezione, opere a stampa caratterizzate da crescente precisione scientifica e da sempre minore pregio artistico. Sulla scia delle nuove conquiste coloniali le rappresentazioni cartografiche vennero ad assumere un carattere sempre più tecnico, fino ad allora piuttosto arbitrario.

Incisione in rame, pressa su due fogli di carta vergata coeva uniti al centro, consueta traccia della piega centrale, per il resto in ottimo stato di conservazione.

Vincenzo CORONELLI (Venezia 1650 - 1718)

Vincenzo Coronelli o Vincenzo Maria Coronelli, nacque a Venezia nel 1650, non a Ravenna, come affermano alcuni biografi, dove visse in gioventù con la famiglia. Al ritorno a Venezia, nel 1665, entrò come studente nel convento dei minori di S. Nicolò della Lattuga; aggregato alla chiesa dei Frari, fu mandato dai superiori a studiare a Roma, nel collegio di S. Bonaventura, dove si laureò in teologia ed iniziò gli studi geografici. Già prima del 1680 risulta a Parma, dove costruì due globi, oggi perduti, per il duca Ranuccio Farnese. Fu poi a Parigi, chiamato dall’ambasciatore francese a Roma, cardinale César d’Estrées, e vi si trattenne dal 1681 al 1684, quando iniziò la collaborazione con l’editore e costruttore di mappe Jean Baptiste Nolin; nel 1683 costruì per Luigi XIV due famosi globi di quasi 5 metri di diametro. Ritornato a Venezia, fondò nel 1684 l’Accademia cosmografica degli Argonauti, la più antica fra quelle di carattere geografico, promossa dal patrizio G. B. Donà e posta sotto la protezione del doge Marcantonio Giustiniani. Nel 1685 fu nominato cosmografo pubblico della Repubblica di Venezia, titolo col quale si fregiò in quasi tutte le sue opere e che costituì per lui motivo di particolare orgoglio. Nel 1689 prese la cattedra di geografia all’Università delle Procuratie; iniziò un periodo di straordinaria fecondità editoriale, pubblicando il primo volume dell’Atlante veneto (1690); sotto questo titolo va tutta la raccolta di tredici opere composte nell’arco del decennio successivo, dall’Isolario (1696-98, in due volumi) al Portolano o Specchio del mare Mediterraneo (1698), al Corso geografico (1689-92; ma aggiornato fino al 1697), al Teatro delle città (1696-97). Morì il 9 dicembre 1718 a Venezia. Quasi tutti i suoi libri, i manoscritti, la sua corrispondenza, le lastre di rame per le incisioni andarono dispersi o furono venduti poco tempo dopo. Anche l’Accademia degli Argonauti non sopravvisse al suo fondatore. [A. de Ferrari, Vincenzo Coronelli, in “Dizionario Biografico degli Italiani”, Volume 29 (1983)].

Vincenzo CORONELLI (Venezia 1650 - 1718)

Vincenzo Coronelli o Vincenzo Maria Coronelli, nacque a Venezia nel 1650, non a Ravenna, come affermano alcuni biografi, dove visse in gioventù con la famiglia. Al ritorno a Venezia, nel 1665, entrò come studente nel convento dei minori di S. Nicolò della Lattuga; aggregato alla chiesa dei Frari, fu mandato dai superiori a studiare a Roma, nel collegio di S. Bonaventura, dove si laureò in teologia ed iniziò gli studi geografici. Già prima del 1680 risulta a Parma, dove costruì due globi, oggi perduti, per il duca Ranuccio Farnese. Fu poi a Parigi, chiamato dall’ambasciatore francese a Roma, cardinale César d’Estrées, e vi si trattenne dal 1681 al 1684, quando iniziò la collaborazione con l’editore e costruttore di mappe Jean Baptiste Nolin; nel 1683 costruì per Luigi XIV due famosi globi di quasi 5 metri di diametro. Ritornato a Venezia, fondò nel 1684 l’Accademia cosmografica degli Argonauti, la più antica fra quelle di carattere geografico, promossa dal patrizio G. B. Donà e posta sotto la protezione del doge Marcantonio Giustiniani. Nel 1685 fu nominato cosmografo pubblico della Repubblica di Venezia, titolo col quale si fregiò in quasi tutte le sue opere e che costituì per lui motivo di particolare orgoglio. Nel 1689 prese la cattedra di geografia all’Università delle Procuratie; iniziò un periodo di straordinaria fecondità editoriale, pubblicando il primo volume dell’Atlante veneto (1690); sotto questo titolo va tutta la raccolta di tredici opere composte nell’arco del decennio successivo, dall’Isolario (1696-98, in due volumi) al Portolano o Specchio del mare Mediterraneo (1698), al Corso geografico (1689-92; ma aggiornato fino al 1697), al Teatro delle città (1696-97). Morì il 9 dicembre 1718 a Venezia. Quasi tutti i suoi libri, i manoscritti, la sua corrispondenza, le lastre di rame per le incisioni andarono dispersi o furono venduti poco tempo dopo. Anche l’Accademia degli Argonauti non sopravvisse al suo fondatore. [A. de Ferrari, Vincenzo Coronelli, in “Dizionario Biografico degli Italiani”, Volume 29 (1983)].