Pietro e Giovanni guariscono uno storpio
Riferimento: | S30179 |
Autore | Harmensz van Rijn detto REMBRANDT |
Anno: | 1659 |
Misure: | 215 x 180 mm |
Riferimento: | S30179 |
Autore | Harmensz van Rijn detto REMBRANDT |
Anno: | 1659 |
Misure: | 215 x 180 mm |
Descrizione
Acquaforte e puntasecca, 1659, firmata e datata il lastra in basso al centro. Esemplare nel terzo stato di quattro secondo White & Boon. Magnifica prova, ricca di toni, impressa su carta vergata coeva con filigrana dello "scudo" (Ash & Fletcher p. 221 A.b), descritta da Hinterding come tipica di questa tiratura, rifilata al rame, in perfetti stato di conservazione.
L’opera raffigura l’episodio narrato negli Atti degli apostoli. Uno storpio, un mendicante cencioso, siede a terra e protende la mano per ricevere l’elemosina nei pressi della porta del tempio. Pietro leva su di lui le mani in un gesto benedicente; Giovanni gli è accanto e attorno a loro si raduna una piccola folla di curiosi. Questo fu uno dei primi casi di guarigione operati da Pietro e portò al primo scontro tra gli apostoli e i sacerdoti ebraici.
Magnifico esemplare.
Bibliografia
Bartsch, White – Boon, 94 III/IV; Biörklund-Barnard 59-A; E. Hinterding, Rembrandt as an etcher, p. 498; Ah & Fletcher, Watermarks in Rembrandt's Prints, pp. 219-221.
Harmensz van Rijn detto REMBRANDT (Leida 1606 - Amsterdam 1669)
Originario di Leida, Olanda, Rembrandt studiò presso Jacob Isaacsz van Swanenburgh (1571-1638) e Pieter Lastman (1583-1633). Già nel 1626 lavorava autonomamente a Leida al fianco di Jan Lievens (1607-74), altro pupillo di Lastman. Nel 1631 si trasferì ad Amsterdam, dove dipingeva ritratti per facoltosi mercanti. Tre anni dopo sposò la prima moglie, Saskia, e alla fine degli anni Trenta del 1600 si trasferirono in una casa più grande (oggi la Rembrandt House Museum). Nel 1642, l’anno in cui Rembrandt completò La Ronda (Rijksmuseum, Amsterdam), Saskia morì. Nel 1649 Hendrikje Stoffels divenne sua governante e amante. Sia Saskia sia Hendrikje Stoffels posarono per molti dipinti e schizzi, spesso nelle vesti di Susannah, Diana, Flora, Artemisa e altre figure bibliche classiche. Tuttavia Rembrandt, la cui gestione finanziaria lasciava un po’ a desiderare, si ritrovò nel 1656 con tutti i beni confiscati, molti dei quali vennero anche venduti. Hendrikje morì nel 1663, suo figlio Titus nel 1668 e Rembrandt stesso nel 1669.
Nei suoi disegni, acqueforti e dipinti troviamo una vasta serie di soggetti: storie, paesaggi, ritratti, autoritratti, scene di vita quotidiana o schizzi di nature morte. Il biografo di Rembrandt, Cornelis de Bie, lodò i suoi dipinti, “illuminanti per ogni mente” e i suoi schizzi, “vere anime della vita che giace all’interno”.
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Harmensz van Rijn detto REMBRANDT (Leida 1606 - Amsterdam 1669)
Originario di Leida, Olanda, Rembrandt studiò presso Jacob Isaacsz van Swanenburgh (1571-1638) e Pieter Lastman (1583-1633). Già nel 1626 lavorava autonomamente a Leida al fianco di Jan Lievens (1607-74), altro pupillo di Lastman. Nel 1631 si trasferì ad Amsterdam, dove dipingeva ritratti per facoltosi mercanti. Tre anni dopo sposò la prima moglie, Saskia, e alla fine degli anni Trenta del 1600 si trasferirono in una casa più grande (oggi la Rembrandt House Museum). Nel 1642, l’anno in cui Rembrandt completò La Ronda (Rijksmuseum, Amsterdam), Saskia morì. Nel 1649 Hendrikje Stoffels divenne sua governante e amante. Sia Saskia sia Hendrikje Stoffels posarono per molti dipinti e schizzi, spesso nelle vesti di Susannah, Diana, Flora, Artemisa e altre figure bibliche classiche. Tuttavia Rembrandt, la cui gestione finanziaria lasciava un po’ a desiderare, si ritrovò nel 1656 con tutti i beni confiscati, molti dei quali vennero anche venduti. Hendrikje morì nel 1663, suo figlio Titus nel 1668 e Rembrandt stesso nel 1669.
Nei suoi disegni, acqueforti e dipinti troviamo una vasta serie di soggetti: storie, paesaggi, ritratti, autoritratti, scene di vita quotidiana o schizzi di nature morte. Il biografo di Rembrandt, Cornelis de Bie, lodò i suoi dipinti, “illuminanti per ogni mente” e i suoi schizzi, “vere anime della vita che giace all’interno”.
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