Nuovo Porto fatto erigere per ordine del Regnante S. P. Leone XII...
Riferimento: | s13301 |
Autore | Pietro Paoletti |
Anno: | 1827 |
Zona: | Palazzo Salviati |
Luogo di Stampa: | Roma |
Misure: | 350 x 240 mm |
Riferimento: | s13301 |
Autore | Pietro Paoletti |
Anno: | 1827 |
Zona: | Palazzo Salviati |
Luogo di Stampa: | Roma |
Misure: | 350 x 240 mm |
Descrizione
Nuovo porto fatto erigere per ordine del regnante S. P. Leone 12: colla veduta prospettica dell'antico palazzo Salviati, ora d'appartenenza della R. C. A.
Veduta di palazzo Salviati presso il porto di Ripa Grande. Titolo in basso al centro. Indicazione dell'incisore in basso a sinistra: Paoletti Veneto inc. Roma 1827. In primo piano, il Tevere con alcune imbarcazioni; sullo sfondo il palazzo Salviati alla Lungara. Si riferisce alle modifiche al porto apportate sotto papa Leone XII.
Rarissima incisione del pittore bellunese Pietro Paoletti, realizzata appena giunto a Roma, chiamato alla corte pontificia su espressa richiesta di Leopoldo Cicognara.
L’unico esemplare dell’opera che abbiamo rintracciato è conservato alla Biblioteca Nazionale di Roma.
Pietro Paoletti fu pittore, incisore e decoratore, attivo lungamente a Roma alla corte di papa Gregorio XVI. Nacque a Belluno il 24 settembre 1801, e fu indirizzato alla carriera artistica grazie all’interessamento del conte Giuseppe Agosti. Nel 1819 si recò a Padova al seguito del bellunese Giovanni Demin, pittore neoclassico, alla cui scuola rimase per circa otto anni. Alla fine di dicembre del 1819, s’iscrisse, ma frequentò solo per un anno, all’Accademia di Venezia, guidata dal conte Leopoldo Cicognara. Ai primi di aprile del 1826 ricevette la prima commissione importante: fu da parte del nobile Giovanni Antonio de Manzoni che lo chiamò per decorare con scene tratte dall’Orlando furioso (Il ratto di Doralice e Duello di Ruggero e Rodomonte) la sala da pranzo estiva al primo piano della sua villa Crotta, ad Agordo, un lavoro che vide impegnato anche il fratello Giuseppe. Nel 1827 giunse a Roma e, con la raccomandazione di Cicognara, fu introdotto presso il cardinale Placido Zurla, di famiglia veneta, che divenne suo mecenate. L’attività romana ebbe inizio con gli affreschi della facciata di palazzo Lucernari (perduti) e con quelli nella cappella di S. Antonio nella chiesa di S. Isidoro (S. Antonio che resuscita un morto e S. Antonio che vince la durezza di Ezzelino e delle sue schiere). Inseritosi nel cenacolo di Horace Vernet, direttore dell’Accademia di Francia, conobbe Francesco Coghetti, Francesco Podesti e Giovanni Battista Caretti condividendone la polemica contro Jean-Auguste Dominique Ingres, nuovo direttore dell’Accademia dopo Vernet, che lo era stato fino al 1834. A Roma accolse anche Ippolito Caffi, cugino da parte materna, che era già stato suo ospite a Padova (cfr. Chiara Maraghini Garrone - Paoletti Pietro in “Dizionario Biografico degli Italiani” - Volume 81 (2014).
Acquaforte, stampata su carta coeva, con margini, in perfetto stato di conservazione.
Pietro Paoletti(Belluno 1801 - 1847)
Pietro Paoletti(Belluno 1801 - 1847)