Piazza del Popolo
Riferimento: | s17137 |
Autore | Antonio ACQUARONI |
Anno: | 1820 ca. |
Zona: | Piazza del Popolo |
Luogo di Stampa: | Roma |
Misure: | 421 x 280 mm |
Riferimento: | s17137 |
Autore | Antonio ACQUARONI |
Anno: | 1820 ca. |
Zona: | Piazza del Popolo |
Luogo di Stampa: | Roma |
Misure: | 421 x 280 mm |
Descrizione
Rara e deliziosa veduta di piazza del Popolo, sapientemente delineata da Antonio Acquaroni, dalla parte di porta Flaminia, che abbraccia il panorama dalla nota terrazza del Pincio a via di Ripetta.
La rappresentazione è dinamica, sono raffigurati diversi tipi di carrozze, ben distribuite nello spazio semicircolare; a destra, una vivace scene di folklore di balli a suon di tamburelli. Tra gli attenti spettatori adunati, anche due guardie in uniforme, rappresentati di spalle in atteggiamento di riposo. Lo spettacolo richiama l'attenzione di una delle due guardie a cavallo, rivolto di profilo verso il gruppo, mentre un venditore ambulante vende qualcosa ad uomo con una bambina. Nel resto della piazza, diverse persone passeggiano coi loro eleganti abiti, sullo sfondo di distinguono anche due chierici e, più indietro, un uomo tira faticosmente il suo asino. Le sfumature del cielo collocano la scena nelle ore pomeridiane.
Antonio ACQUARONI (Civitavecchia 1801?- Roma 1874)
Detto romano, ma oriundo di Civitavecchia, fu disegnatore ed incisore in rame. Fu allievo di F. Giangiacomo. L'Acquaroni si dette all'illustrazione di Roma: si diceva che vedesse la città "con le seste negli occhi"; e fu in realtà impeccabile quanto a fedeltà documentaria. Per questo, allorché la Calcografia Camerale volle arricchire il suo fondo di vedute romane, lo chiamò a far parte dei suoi collaboratori ordinari (come risulta anche da un Elenco degli incisori,Roma, Arch. di Stato).
Così il nome dell'Acquaroni si vide comparire, accanto a quelli di G. Balzar, di F.M. Giuntotardi, di A. Testa, di F. Troiani, in una raccolta di Vedute di monumenti antichi e moderni,uscita nel 1829, e poi in altre raccolte antologiche, fino a quella (1864) della cosiddetta Scenografia dei più celebri Monumenti sacri e profani antichi e moderni di Roma e adiacenze. Le stampe dell'A. non erano apprezzate, se non da un punto di vista strettamente documentario, quanto i suoi disegni, per cui egli, se voleva donarne qualcuna ai suoi amici e protettori, le coloriva leggermente all'acquerello, e talvolta anche a tempera, per attenuarne la freddezza. Nelle sue vedute l'A. si avvicina piuttosto a F. Hackert e a F. Kaisermann, amando ridurle spesso ai soli contorni: si veda la raccolta di quarantotto stampe a semplice contorno messa insieme dall'A., con il concorso di altri "buoni artisti", al servizio della Calcografia Camerale. L'A. rifuggiva, per sistema, dalle morsure profonde, e quando voleva ombreggiare, come nella serie piranesiggiante dei Ponti antichi sul Tevere e sull'Aniene uscita nel 1836, lo faceva con estrema parsimonia. Gli si debbono ancora, oltre alle incisioni già nominate e ad altre sporadiche, una serie di Vedute di Roma di piccolo formato ed una serie monumentale di Fontane di Roma (iniziata nel 1837), tre stampe della quale furono descritte da F. Hermanin, insieme con una quarta dovuta invece a Giovanni Acquaroni. Di particolare interesse la Fontana dei cavalli marini in Villa Borghese e il Fontanone dell'Acqua Felice.Dell'A. è ancora una grande illustrazione del Porto di Civitavecchia.Sono inoltre da ricordare i due grandi libri, passati poi alla collezione Moraldi, in cui ordinò i suoi migliori disegni acquerellati con vedute di Roma. Talvolta si firmò: Aquaroni. Alfredo Petrucci)
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Antonio ACQUARONI (Civitavecchia 1801?- Roma 1874)
Detto romano, ma oriundo di Civitavecchia, fu disegnatore ed incisore in rame. Fu allievo di F. Giangiacomo. L'Acquaroni si dette all'illustrazione di Roma: si diceva che vedesse la città "con le seste negli occhi"; e fu in realtà impeccabile quanto a fedeltà documentaria. Per questo, allorché la Calcografia Camerale volle arricchire il suo fondo di vedute romane, lo chiamò a far parte dei suoi collaboratori ordinari (come risulta anche da un Elenco degli incisori,Roma, Arch. di Stato).
Così il nome dell'Acquaroni si vide comparire, accanto a quelli di G. Balzar, di F.M. Giuntotardi, di A. Testa, di F. Troiani, in una raccolta di Vedute di monumenti antichi e moderni,uscita nel 1829, e poi in altre raccolte antologiche, fino a quella (1864) della cosiddetta Scenografia dei più celebri Monumenti sacri e profani antichi e moderni di Roma e adiacenze. Le stampe dell'A. non erano apprezzate, se non da un punto di vista strettamente documentario, quanto i suoi disegni, per cui egli, se voleva donarne qualcuna ai suoi amici e protettori, le coloriva leggermente all'acquerello, e talvolta anche a tempera, per attenuarne la freddezza. Nelle sue vedute l'A. si avvicina piuttosto a F. Hackert e a F. Kaisermann, amando ridurle spesso ai soli contorni: si veda la raccolta di quarantotto stampe a semplice contorno messa insieme dall'A., con il concorso di altri "buoni artisti", al servizio della Calcografia Camerale. L'A. rifuggiva, per sistema, dalle morsure profonde, e quando voleva ombreggiare, come nella serie piranesiggiante dei Ponti antichi sul Tevere e sull'Aniene uscita nel 1836, lo faceva con estrema parsimonia. Gli si debbono ancora, oltre alle incisioni già nominate e ad altre sporadiche, una serie di Vedute di Roma di piccolo formato ed una serie monumentale di Fontane di Roma (iniziata nel 1837), tre stampe della quale furono descritte da F. Hermanin, insieme con una quarta dovuta invece a Giovanni Acquaroni. Di particolare interesse la Fontana dei cavalli marini in Villa Borghese e il Fontanone dell'Acqua Felice.Dell'A. è ancora una grande illustrazione del Porto di Civitavecchia.Sono inoltre da ricordare i due grandi libri, passati poi alla collezione Moraldi, in cui ordinò i suoi migliori disegni acquerellati con vedute di Roma. Talvolta si firmò: Aquaroni. Alfredo Petrucci)
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