Carta della Sabina
Riferimento: | CO-342 |
Autore | Bernardino OLIVIERI |
Anno: | 1802 |
Zona: | Sabina |
Luogo di Stampa: | Roma |
Misure: | 520 x 440 mm |
Riferimento: | CO-342 |
Autore | Bernardino OLIVIERI |
Anno: | 1802 |
Zona: | Sabina |
Luogo di Stampa: | Roma |
Misure: | 520 x 440 mm |
Descrizione
Carta geografica della Sabina.
Dal punto di vista tecnico è tracciato il reticolato geografico con maglie rispondenti a 10' di latitudine per 10 ' di longitudine. Orografia a monticelli con tratteggio a luce obliqua, abitati rappresentati in pianta, strade e confini. La carta è arricchita da una cornice e da decorativo cartiglio in cui è riportato il titolo della stessa. Le coordinate geografiche della carta derivano ancora dalle misurazioni effettuate da Maire e Boschovic per quella dello Stato pontificio da loro pubblicata nel 1755 ed anche le variazioni topografiche sono impercettibili.
Stampata a Roma presso la Calcografia Camerale, è incisa da Bernardo Olivieri. Appartiene ad una sorta di “atlante” delle provincie dello Stato della Chiesa; stampate singolarmente, non furono mai raccolte con un frontespizio. Una delle 3 carte che sono dedicate al Lazio.
“È una fine incisione in rame e comprende tutta la Sabina quale s’intende anche oggidì. È orientata col nord in alto, è graduata, ed ha già l'aspetto di una carta moderna. Se si confronta con le carte subito precedenti, si rimane meravigliati per il grande progresso. Già il rilievo prelude al moderno tratteggio, e la rappresentazione si va cambiando da prospettica in convenzionale. I Monti Sabini con tutte le principali diramazioni, parte dei Monti Reatini e la catena compresa tra le basse valli del Turano e del Salto, sono disegnati, in questa carta, assai giustamente. Il disegno dell'idrografia si può dire perfetto; lascia un po' a desiderare soltanto la rappresentazione dei laghi reatini. I centri non sono disegnati più con le casette, bensì in pianta, anche i minori; vi sono tutti, e con essi anche numerose osterie, casali, chiese e ville isolate. Inoltre, non mancano né le strade principali, né quelle secondarie, differentemente da quanto si riscontra in tutte le carte precedenti, che ne sono poverissime. I toponimi sono corretti. Questa carta, disegnata su rilievi appositamente eseguiti, sebbene sia basata, per il disegno generale, sulla carta dei PP. Maire e Boscòvich, deve considerarsi come originale” (cfr. R. Riccardi, La cartografia della Sabina nei secoli XVI, XVII e XVIII, 1923, pp. 380-381).
“Nella figurazione, in basso, a destra in un paesaggio campestre, una figura femminile con in mano un grappolo d'uva, poggiata sopra un cippo che reca il titolo "Carta della Sabina, Roma MDCCCII" ed uno stemma sormontato da cappello vescovile. All'esterno della cornice neoclassica, in basso, a destra "Bernard." Olivieri inc.", al centro "Presso la Calcografia Cam." Orientazione ai quattro lati con doppia denominazione dei punti cardinali. In ogni lato della carta la scritta "Miglia d'Italia di 10 per quadrato". Margine graduato, reticolato geografico. La Sabina come anche l'Umbria, nelle antiche carte geografiche, è sempre stato un territorio indefinito, una regione "introvabile". Nell'età moderna, per Sabina, si intende il territorio ad occidente e a sud dei Monti Sabini e della Piana di Rieti fino alla sponda sinistra del Tevere, identificabile, storicamente, con la diocesi di Magliano e con le terre soggette all'Abbazia di Farfa. Nel periodo della Repubblica Romana (1798-1799) Rieti e la Sabina entrano a far parte del Dipartimento del Clitunno con capoluogo Spoleto. Nel 1809 con l'occupazione napoleonica Rieti e la Sabina vanno a far parte del Dipartimento del Tevere (dal 1810 Dipartimento di Roma). Nel 1816 con la restaurazione del potere papale e la divisione dello Stato Pontificio in delegazioni apostoliche, la Sabina diventa delegazione, con i distretti di Rieti, che diviene capoluogo e Poggio Mirteto. Nel 1850 la Sabina formò insieme a Perugia e Spoleto la Legazione dell'Umbria. La tavola della Sabina è una derivazione della carta dello Stato della Chiesa del Boscovich. L'orografia è assai schematica, viene riportato solo il monte Pennicchio. La rete idrografica è dettagliata e precisa, indicati con il proprio nome diversi fiumi: Tevere, Teverone, Velino ed altri minori. Segnata con doppia linea puntinata la rete viaria, in particolare quella principale. Le città sono in- dicate con piccole piante topografiche, mentre i centri minori con piccoli trattini. Presenti alcune inesattezze nella toponomastica Vaccone per Vacone, Grecia per Greccio. A nord-est di Tivoli viene indicato il centro abitato di Canemorto che con il R.D. del 29.3.1863 cambiò nome ritenuto sconveniente e assunse quello attuale di Orvinio” (cfr. Alla ricerca dei confini. L’umbira nella cartografia storica dal XVI secolo all’Unità d’Italia, p. 116, tav. 40).
Bernardo o Bernardino Olivieri fu incisore ad acquaforte, nativo ed attivo a Roma ai primi del XIX secolo. Olivieri è noto soprattutto per il suo piccolo atlante dello Stato Pontificio di dodici carte, pubblicatogli dalla Calcografia Camerale di Roma fra il 1802 ed il 1813. Dell'Olivieri si ricordano anche numerose stampe di vedute romane ed anche una originale pianta topografica del centro storico urbano diviso in quattordici Rioni (Roma 1814).
“Non si hanno molte notizie biografiche di Bernardino Olivieri (1770 ca-1845 ca), incisore, calcografo, editore del quale non si conoscono né il luogo di nascita, anche se nelle sue incisioni si definisce romano, né quello della morte, ma sappiamo che ha lavorato sempre presso la Calcografia Camerale di Roma, allora situata nel palazzo di Propaganda Fide. Per quello che conosciamo delle sue opere, si può affermare che lavorò almeno dal 1795, anno nel quale appaiono le Vedute degli Avanzi dei Monumenti Antichi delle due Sicilie, Dedicate alla Santità di Nostro Signore Papa Pio Sesto da Bernardino Oliviero Romano. Roma 1795, Presso la Calcografia Camerale. Sempre del 1795 incise due tavole per la costruzione di una sfera armillare per il Nuovo Atlante Geografico, pubblicato a Roma da Giovanni Maria Cassini. Con la nascita della Repubblica Romana del 1798-99 incide la carta Il Dipartimento del Tevere della Repubblica Romana diviso nei suoi Cantoni. Roma Anno VII. Nel 1801 esegue il Saggio di Caratteri di Moderno Gusto, composto da 15 tavole incise a bulino. Sicuramente fino al 1821 lavorò a quella che può considerarsi la sua principale attività incisoria Lo Stato Pontificio diviso per Provincie, in 12 tavole. Dopo la caduta di Napoleone e con l'avvenuta restaurazione dello Stato della Chiesa, alla sua incisione si debbono queste ulteriori quattro carte: "Legazione Apostolica di Ferrara divisa ne' suoi governi", "Legazione di Forlì divisa ne' suoi governi", "Legazione di Ravenna divisa ne' suoi Governi", "Legazione di Bologna divisa ne' suoi Governi", tutte datate al 1821. Bernardino Olivieri è stato un ottimo incisore e disegnatore ma certamente per la realizzazione delle carte deve aver avuto un modello ispiratore o un disegnatore cartografo che gliele abbia disegnate. Dato che negli stessi anni lavora, sempre presso la Calcografia Camerale, Giovanni Maria Cassini autore di un pregevole atlante, di una grande carta murale dell'Italia del 1793 e di una carta dello "Stato Ecclesiastico diviso nelle sue provincie con le regioni adiacenti delineate sulle ultime osservazioni" pubblicato nel 1805. Questa ultima carta aveva come base geodetica e astronomica la "Nuova Carta Geografica dello Stato Ecclesiastico" dei padri Cristoforo Maire (1697-1767) e Ruggero Boscovich (1711-1787) del 1755, ed è molto probabile che la base cartografica delle carte incise da Olivieri sia da riconoscere proprio nel lavoro di Cassini. Anche la scala delle carte è costante ed è pressoché identica a quella dello Stato Ecclesiastico del Cassini. Per le piante topografiche della città di Roma, il modello iconografico è sicuramente quello della pianta di Giovanni Battista Nolli (1701-1756) del 1748. Se le fonti cartografiche sono note, decisamente più oscuro è il significato del reticolo miliare presente in ogni carta. In quegli anni questo tipo di reticolo quadrato era associato alla proiezione di Cassini, nella quale le coordinate dei luoghi erano riferite alla "Meridiana" e alla "Perpendicolare" passanti per il centro della carta, individuato per lo più negli osservatori astronomici, come nel caso di Parigi, o in punti emergenti della capitale, come nel caso di Napoli. Nelle carte di Olivieri l'origine è posta in genere in un luogo per nulla significativo, in basso a sinistra ed è diverso per ogni carta. L'orografia è rappresentata in prospettiva cavaliera con un tratteggio a luce obliqua e molta attenzione è rivolta ai corsi d'acqua, ai centri abitati e alla toponomastica in considerazione della funzione amministrativa delle mappe” (cfr. Simonetta Conti in La cartografia italiana in età Napoleonica (1796-1815). Mappe atlanti e manuali per il disegno del territorio, 2021, pp. 160-161).
Esemplare applicato su tela coeva e più volte ripiegato ad astuccio; versione tascabile di questa assai rara carta del territorio.
Bibliografia
P. A. Frutaz, Le carte del Lazio, tav. XLVIII (3); C.A. Petrucci, Catalogo Generale Delle Stampe Tratte Dai Rami Incisi Posseduti Dalla Calcografia Nazionale, 1502, p. 237, 1953; Simonetta Conti in La cartografia italiana in età Napoleonica (1796-1815). Mappe atlanti e manuali per il disegno del territorio, 2021, pp. 160-163, n. 61; R. Riccardi, La cartografia della Sabina nei secoli XVI, XVII e XVIII, 1923, pp. 380-381, n. 9.
Bernardino OLIVIERI (Roma, 1770 - ?)
Incisore ad acquaforte dei primi del XIX secolo, fu attivo a Roma, dove era nato. Bernardino Olivieri è noto soprattutto per il suo piccolo atlante dello Stato Pontificio di dodici carte, pubblicatogli dalla Calcografia Camerale di Roma fra il 1802 ed il 1813. Dell'Olivieri si ricordano anche numerose stampe di vedute romane ed anche una originale pianta topografica del centro storico urbano diviso in quattordici Rioni (Roma 1814).
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Bernardino OLIVIERI (Roma, 1770 - ?)
Incisore ad acquaforte dei primi del XIX secolo, fu attivo a Roma, dove era nato. Bernardino Olivieri è noto soprattutto per il suo piccolo atlante dello Stato Pontificio di dodici carte, pubblicatogli dalla Calcografia Camerale di Roma fra il 1802 ed il 1813. Dell'Olivieri si ricordano anche numerose stampe di vedute romane ed anche una originale pianta topografica del centro storico urbano diviso in quattordici Rioni (Roma 1814).
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