Filippo De Blasio [Giurista]
Riferimento: | S49113 |
Autore | Antonio MANGANARO |
Anno: | 1877 ca. |
Misure: | 295 x 460 mm |
Riferimento: | S49113 |
Autore | Antonio MANGANARO |
Anno: | 1877 ca. |
Misure: | 295 x 460 mm |
Descrizione
Litografia con coloritura coeva, 1877 circa, firmata in basso A. Manganaro.
Tavola della celebre serie “Il Palazzo S. Giacomo, Album degli 80 al Municipio di Napoli 1876 e 1877” raccolta di immagini satiriche raffiguranti i rappresentanti dell’amministrazione comunale di Napoli.
Vengono effigiate, pertanto, le più importanti figure comunali; giudici, avvocati, architetti, geometri, marittimi etc. sono disegnati con tratti caricaturali e associati con chiari elementi che contraddistinguono la loro professione.
Nel 1877 Antonio Manganaro (Manfredonia 1842 – Napoli 1921), uno dei più celebri disegnatori satirici della Napoli della seconda metà del ‘800, dà alle stampe le tavole litografate a colori de Il Palazzo S. Giacomo Album degli 80 al Municipio di Napoli 1876 e 1877 che ritraggono con tratti caricaturali i rappresentanti dell’amministrazione comunale partenopea di quegli anni. Sul retro di ogni tavola un’ironica biografia racconta le vicende umane e professionali del personaggio raffigurato. Nella copertina dell’Album degli 80 ad accogliere il lettore è Ferdinando Ramognini, Delegato Straordinario (oggi si direbbe Commissario) del Municipio di Napoli, nominato dal governo il 1° maggio 1876, a seguito dello scioglimento del consiglio comunale. Di origini liguri, Ramognini (1829 – 1898) era stato uomo di fiducia di Cavour che ne aveva favorito la carriera in ambito governativo. Prima e dopo l’esperienza commissariale napoletana, terminata nel luglio del 1876, fu prefetto in varie città italiane e senatore del Regno d’Italia dal 1892 fino alla morte. L’uomo politico è ritratto da Manganaro in un elegante abito scuro su cui fa bella mostra l’onorificenza di Casa Savoia mentre apre una tenda come un sipario teatrale per mostrare l’entrata in Palazzo San Giacomo del Sindaco Gennaro Sambiase Sanseverino Duca di San Donato con la sua mole poderosa, icona inconfondibile della politica napoletana postunitaria, seguito da consiglieri.
Tra le ottanta divertenti caricature dei rappresentanti comunali, tutti argutamente descritti con le proprie particolari caratteristiche fisiognomiche e con sottotitoli che in brevi motti ne sintetizzano l’occupazione o l’indole, va menzionata quella di Camillo Minieri Riccio (Napoli 1813 – ivi 1882), autore di importanti testi sulla storia della dominazione angioina e in generale del regno napoletano. Lo studioso ebbe incarichi di prestigio quali la direzione della Biblioteca di San Giacomo (1863), la nomina di rappresentante della Commissione Municipale per la conservazione dei monumenti (1869) e la direzione dell’Archivio di Stato di Napoli (1874). Nel disegno di Manganaro l’anziano consigliere, a testimonianza dei suoi precipui interessi di studio, è ritratto in una disordinata biblioteca, appollaiato sulla cima di uno scaletto, immerso nella lettura di un grosso volume circondato da altri libri poggiati sui pioli, pronti per essere consultati.
Con la sua graffiante matita Manganaro, come altri celebri caricaturisti attivi in quegli anni a Napoli, quali Melchiorre de Filippis Delfico, Enrico Colonna e Mario Buonsollazzi in arte Solatium, prendendo spunto dagli avvenimenti quotidiani, mette alla berlina, ma con garbo ed eleganza, noti personaggi del mondo della politica e della cultura su Album, strenne illustrate e soprattutto giornali satirici come L’Arca di Noè, Il bello Gasparre .e basta così, Il Caporal terribile., assai diffusi all’indomani dell’Unità d’Italia. In particolare, furono ricercatissime le caricature pubblicate in Montecitorio Album dei 500 (1872-1874), nel volume Consiglio Provinciale di Napoli (1880) con gustose caricature di ministri e parlamentari e dei consiglieri provinciali e nell’Album A zonzo per le sale dell’Esposizione di Belle Arti di Napoli (1877) in cui prende in giro gli artisti del suo tempo.
Antonio MANGANARO (Manfredonia, 1842 – Napoli, 1920).
Pittore e caricaturista, professore di disegno. Disegnatore precoce, a quattordici anni viene mandato a Napoli presso il Regio Istituto d’Arte. Se ne assunsero le spese due mecenati locali, il barone Cessa e Diego Badarò, che gli assegnarono sei ducati al mese. Passò ben presto alle classi di pittura e di nudo, vincendo premi e ricevendo gli elogi dei suoi maestri, tra cui Maldarelli e Postiglione. Arrestato per cospirazione politica (i suoi familiari appartenevano alla Giovane Italia), gli fu ingiunto di lasciare Napoli. Non ottemperò all’ordine nascondendosi presso un amico. Nel 1859 fece parte del Comitato segreto o d’azione e nel 1860 partecipò ai moti rivoluzionari che favorirono l’ingresso di Garibaldi a Napoli. Al seguito del Generale partecipò a numerosi fatti d’arme e fu anche ferito, ottenendo una medaglia. Congedandosi dalle Guardie nazionali mobili, fu assunto come redattore caricaturista presso il giornale l’Arca di Noè, divenendo molto popolare. Diresse quindi un altro giornale, Il Giudizio Universale, ed infine approdò allo Stenterello. Fu considerato alla pari dei due altri maggiori caricaturisti della sua epoca, vale a dire Errico Colonna e Melchiorre Delfico. Nel 1885 ottenne la cattedra di disegno presso la Scuola tecnica Giambattista Della Porta a Napoli. Ha lasciato molti album originali di caricature, tra cui I Cinquecento del I Parlamento italiano, Ottanta consiglieri municipali del Palazzo San Giacomo, Consiglieri provinciali di Napoli, Contemporanei, ecc..
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Antonio MANGANARO (Manfredonia, 1842 – Napoli, 1920).
Pittore e caricaturista, professore di disegno. Disegnatore precoce, a quattordici anni viene mandato a Napoli presso il Regio Istituto d’Arte. Se ne assunsero le spese due mecenati locali, il barone Cessa e Diego Badarò, che gli assegnarono sei ducati al mese. Passò ben presto alle classi di pittura e di nudo, vincendo premi e ricevendo gli elogi dei suoi maestri, tra cui Maldarelli e Postiglione. Arrestato per cospirazione politica (i suoi familiari appartenevano alla Giovane Italia), gli fu ingiunto di lasciare Napoli. Non ottemperò all’ordine nascondendosi presso un amico. Nel 1859 fece parte del Comitato segreto o d’azione e nel 1860 partecipò ai moti rivoluzionari che favorirono l’ingresso di Garibaldi a Napoli. Al seguito del Generale partecipò a numerosi fatti d’arme e fu anche ferito, ottenendo una medaglia. Congedandosi dalle Guardie nazionali mobili, fu assunto come redattore caricaturista presso il giornale l’Arca di Noè, divenendo molto popolare. Diresse quindi un altro giornale, Il Giudizio Universale, ed infine approdò allo Stenterello. Fu considerato alla pari dei due altri maggiori caricaturisti della sua epoca, vale a dire Errico Colonna e Melchiorre Delfico. Nel 1885 ottenne la cattedra di disegno presso la Scuola tecnica Giambattista Della Porta a Napoli. Ha lasciato molti album originali di caricature, tra cui I Cinquecento del I Parlamento italiano, Ottanta consiglieri municipali del Palazzo San Giacomo, Consiglieri provinciali di Napoli, Contemporanei, ecc..
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