Parthenopae urbis Thynnus prope littora magnis... /Piscator conto tensa hos in retia pellit...

Riferimento: S45930
Autore Adriaen COLLAERT
Anno: 1596
Misure: 255 x 200 mm
Non Disponibile

Riferimento: S45930
Autore Adriaen COLLAERT
Anno: 1596
Misure: 255 x 200 mm
Non Disponibile

Descrizione

Pesca del tonno; a sinistra, pescatori che catturano il tonno con reti e tridenti; a destra, il pescato viene deposto sulla riva; si vede una città con un porto, che è stata identificata on Napoli, come si deduce anche dall’iscrizione in basso 'Parthenopaeae urbis...dente tridentis.'

Firmata e titolata sotto l’immagine: 'Ioan. Stradanus invent. / Adrian. Collaert sculp. / Phls Galle excud.'

Bulino, circa 1596. 


Della serie Venationes Ferarum, Avium, Piscium, da disegni di Jan van der Straet detto Stradano o Stradanus (Bruges 1523 - Firenze 1605), pubblicata ad Anversa da Philip Galle.

Di ritorno ad Anversa dal suo lungo viaggio in Italia, lo Stradano conobbe Philip Galle, già allievo di Hieronimus Cock e da poco dedito all’arte dell’editoria. I due progettarono la produzione di una serie di soggetti venatori, ispirati agli arazzi della villa di Poggio a Caiano. Il Galle all’inizio diede alla luce una serie di incisioni senza numerazione, alla quale fece seguita una seconda stesura composta da frontespizio e 44 tavole numerate. La fortuna immediata dell’opera convinse l’editore a proseguire la collaborazione con lo Stradano che venne così impegnato nell’esecuzione di nuovi disegni, con temi venatori esotici ed inusuali. Questo nuovo ciclo fu dapprima pubblicato separatamente, ed in seguito unito al precedente, costituendo la vasta serie di 104 tavole, intitolata appunto Venationes Ferarum, Avium, Piscium, Pugnae. La serie è databile tra il 1578 (data sul frontespizio) e il 1596.

Come già gli arazzi della villa di Poggio a Caiano, l’opera è raggruppata per argomenti suddivisi in tre vaste categorie: animali terrestri, d’aria e d’acqua. All’inizio le scene di caccia furono incise dallo stesso Philip Galle che successivamente impiegò altri membri della sua famiglia ed assistenti vari quali Adriaen e Jan Collaert, Theodor e Cornelis Galle e Carolus de Mallery.

“Diciamo subito che la rappresentazione della scena di pesca è certamente privilegiata rispetto al contesto geografico dove si svolge l'azione; il che significa che la riconoscibilità dei luoghi è parziale e frammentaria. Questo anche perché Stradano tende a ricondurre tutte le scene descritte, ovunque abbiano luogo (la caccia al cervo in Sardegna d quella al coccodrillo nel Nilo), a paesaggi fiamminghi, per cui i personaggi, le architetture, l flora non rispecchiano quelli dei territori richiamati, ma quelli tipicamente centroeuropei. Nonostante ciò, si riconosce Napoli nella sua murazione aragonese, nel torrione del Carmine, nel porto, segnalato con un gruppo di navi alla fonda, nella costruzione posta sulla sommità della collina che è alle spalle della città, che potrebbe riferirsi al complesso di Sant'Elmo e San Martino, in un sentiero che porta alla città, camminando a mezza costa di una collinetta, ipotizzabile citazione del ponte della Maddalena. Stradano guarda la città ponendosi nel punto più profondo del golfo di Napoli, nella stessa posizione scelta dal Guéroult per la sua veduta di Napoli inserita nel Premier livre del 1551, prima raffigurazione cartografica attendibile della città vista da oriente”. (cfr. E. Bellucci in Piante e vedute di Napoli dal 1486 al 1599, p. 67).

Magnifica prova, impressa su carta vergata coeva, rifilata al rame, in buono stato di conservazione. Applicata agli angoli posteriori su antico supporto cartaceo.


Bibliografia

New Hollstein (Dutch & Flemish) / The New Hollstein: Dutch and Flemish etchings, engravings and woodcuts 1450-1700 (494.I); Baroni Vannucci 1997 / Jan van der Straet, detto Giovanni Stradano, flandrus pictor et inventor (693.89); E. Bellucci in Piante e vedute di Napoli dal 1486 al 1599, n. 21.

Adriaen COLLAERT (Anversa, 1560 circa - 29 Giugno 1618)

Disegnatore, incisore, editore e commerciante di stampe fiammingo. Venne probabilmente istruito da Philip Galle, di cui poi sposò la figlia Justa nel 1586, e con cui collaborò. Nel 1580 Adriaen venne ammesso alla corporazione di S. Luca, in qualità di figlio di un maestro; nel 1596 e nel 1597 fu rispettivamente assistente decano e decano. Collaert realizzò circa 600 incisioni, compresa una serie ispiratasi ai suoi stessi disegni di uccelli, pesci e animali. Dai suoi stessi disegni derivano le serie Quattro Elementi e Fiori. Tutte quete serie sono caratterizzate dalla fedele rappresentazione della natura. Le composizioni di Collaert spesso includono bordi decorativi composti con i fiori, animali e grottesche. Questo dato suggerisce la sua importanza come disegnatore ornamentale. Tuttavia, la stragrande maggioranza delle sue opere include opere ispirate ad artisti dei Paesi Bassi, quali Hans Bol, Josse de Momper, Marten de Vos, Crispin van den Broeck, Hendrick Goltzius e Pieter de Jode. In particolare ricordiamo i Paesaggi con Scene Religiose di Bol, i Quattro Continenti di de Vos e Giovanni il Battista nella Landa Selvaggia di Goltzius. Lo stile sobrio, raffinato e agile di Adriaen Collaert nell’utilizzo del bulino ricorda molto quello del suocero.

Adriaen COLLAERT (Anversa, 1560 circa - 29 Giugno 1618)

Disegnatore, incisore, editore e commerciante di stampe fiammingo. Venne probabilmente istruito da Philip Galle, di cui poi sposò la figlia Justa nel 1586, e con cui collaborò. Nel 1580 Adriaen venne ammesso alla corporazione di S. Luca, in qualità di figlio di un maestro; nel 1596 e nel 1597 fu rispettivamente assistente decano e decano. Collaert realizzò circa 600 incisioni, compresa una serie ispiratasi ai suoi stessi disegni di uccelli, pesci e animali. Dai suoi stessi disegni derivano le serie Quattro Elementi e Fiori. Tutte quete serie sono caratterizzate dalla fedele rappresentazione della natura. Le composizioni di Collaert spesso includono bordi decorativi composti con i fiori, animali e grottesche. Questo dato suggerisce la sua importanza come disegnatore ornamentale. Tuttavia, la stragrande maggioranza delle sue opere include opere ispirate ad artisti dei Paesi Bassi, quali Hans Bol, Josse de Momper, Marten de Vos, Crispin van den Broeck, Hendrick Goltzius e Pieter de Jode. In particolare ricordiamo i Paesaggi con Scene Religiose di Bol, i Quattro Continenti di de Vos e Giovanni il Battista nella Landa Selvaggia di Goltzius. Lo stile sobrio, raffinato e agile di Adriaen Collaert nell’utilizzo del bulino ricorda molto quello del suocero.