Silvano (Silvanus)
Riferimento: | S44710 |
Autore | Cornelis CORT |
Anno: | 1565 |
Misure: | 220 x 295 mm |
Riferimento: | S44710 |
Autore | Cornelis CORT |
Anno: | 1565 |
Misure: | 220 x 295 mm |
Descrizione
Silvano rappresentato a figura intera come un satiro, porta in braccio un ramo d'ulivo; lastra ovale.
Bulino, 1565, da un disegno di Frans Floris. Iscrizione in alto a destra "SYLVANUS / DEUS NEMORUM". In basso l’imprint editoriale "H. Cock" e l’autore della composizione, con il monogramma "FF".
Da una serie di sei tavole (New Hollstein 166-171) raffiguranti "Divinità rurali", tutte da disegni di Floris, incise da Cornelis Cort per l’editore Cock. Esemplare del primo stato di tre, con l'imprint di Hieronimus Cock.
Silvano (Sylvanus) deriva dal dio etrusco Selvans, divinità protettrice della natura e delle attività agresti. Come le divinità antiche della natura selvaggia era considerato temibile e pericoloso per i neonati e le partorienti. Essendo temuto e venerato dai contadini, gli agricoltori erano soliti placare il dio prima di dissodare un terreno, con una triplice cerimonia che ne invocava la protezione sui pascoli, sulle dimore e sui terreni stessi. In origine "Silvanus", era un epiteto del dio Fauno o di Marte e solo successivamente assunse il grado di divinità autonoma. Veniva spesso identificato con Pan o con Sileno, e spesso il suo "numen" si trova accostato alla figura di Marte. Il suo culto era vietato alle donne. Il suo aspetto era umano, ma talvolta veniva raffigurato con cosce e gambe di caprone e corna sulla fronte. Secondo una leggenda, dopo la cacciata da Roma di Tarquinio il Superbo, il dio ammonì l'esercito etrusco (desideroso di riportare il sovrano sul trono), di non attaccare i Romani, mettendolo in fuga.
Frans Floris, noto anche come "Raffaello fiammingo", fu in realtà molto influenzato da Michelangelo Buonarroti, che conobbe durante il suo lungo soggiorno in Italia. Pittore e incisore, combinò l'arte del Rinascimento italiano con l'estro della scuola fiamminga, creando una scuola che sarebbe stata seguita fino all'avvento di Rubens.
Bella impressione, stampata su carta vergata coeva, rifilata al rame, in ottimo stato di conservazione..
Bibliografia
New Hollstein (Dutch & Flemish) / The New Hollstein: Dutch and Flemish etchings, engravings and woodcuts 1450-1700 (99.I); Bierens de Haan 1948 / L'oeuvre gravé de Cornelis Cort, graveur hollandais 1533-1578 (169); Van de Velde 1975 / Frans Floris (1519/20-1570), Leven en Werken (60); Riggs 1977 / Hieronymus Cock, Printmaker and Publisher (77); Wouk, Frans Floris / Frans Floris (1519/20-1570): Imagining a Northern Renaissance. (99).
Cornelis CORT (Hoorn, nr Alkmaar, 1533 - Roma, prima del 22 Aprile 1578)
Incisore e disegnatore nord-olandese, attivo nelle Fiandre e in Italia. Le sue prime opere documentate sono una serie di incisioni stampate dall’editore anversano Hieronymous Cock, all’inizio del 1553. Cort potrebbe aver compiuto l’apprendistato nell’entourage di Cock, poiché nessuna di queste stampe riporta il suo nome, almeno finché le lastre rimasero di proprietà di Cock. Una lettera datata 1567, indirizzata a Tiziano, da parte dello scrittore-pittore olandese Domenicus Lampsonius (1532–99) descrive Cock come maestro di Cort. Nel 1560 Cort aveva ormai sviluppato uno stile audace e fortemente modellato, influenzato principalmente dall’italiano Giorgio Ghisi, che aveva lavorato per Cock tra il 1550 e il 1555. Cort era particolarmente dotato nella realizzazione di riproduzioni delle composizioni figurali sullo stile italiano di Frans Floris, alla cui maniera incise più di 50 stampe. Notevoli le Arti Liberali (sette stampe, 1565) e le Fatiche di Ercole (dieci stampe, 1565). Riprodusse anche composizioni di Maarten van Heemskerck, Andrea del Sarto, Rogier van der Weyden e altri, mentre lavorava per Cock.
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Cornelis CORT (Hoorn, nr Alkmaar, 1533 - Roma, prima del 22 Aprile 1578)
Incisore e disegnatore nord-olandese, attivo nelle Fiandre e in Italia. Le sue prime opere documentate sono una serie di incisioni stampate dall’editore anversano Hieronymous Cock, all’inizio del 1553. Cort potrebbe aver compiuto l’apprendistato nell’entourage di Cock, poiché nessuna di queste stampe riporta il suo nome, almeno finché le lastre rimasero di proprietà di Cock. Una lettera datata 1567, indirizzata a Tiziano, da parte dello scrittore-pittore olandese Domenicus Lampsonius (1532–99) descrive Cock come maestro di Cort. Nel 1560 Cort aveva ormai sviluppato uno stile audace e fortemente modellato, influenzato principalmente dall’italiano Giorgio Ghisi, che aveva lavorato per Cock tra il 1550 e il 1555. Cort era particolarmente dotato nella realizzazione di riproduzioni delle composizioni figurali sullo stile italiano di Frans Floris, alla cui maniera incise più di 50 stampe. Notevoli le Arti Liberali (sette stampe, 1565) e le Fatiche di Ercole (dieci stampe, 1565). Riprodusse anche composizioni di Maarten van Heemskerck, Andrea del Sarto, Rogier van der Weyden e altri, mentre lavorava per Cock.
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