Judocus de Momper Pictor

Riferimento: S39603
Autore Anton van DYCK
Anno: 1630 ca.
Misure: 157 x 242 mm
900,00 €

Riferimento: S39603
Autore Anton van DYCK
Anno: 1630 ca.
Misure: 157 x 242 mm
900,00 €

Descrizione

Incisione tratta dalla celebre raccolta Icones principum, virorum, doctorum, pictorum, chalcographorum, di Anton van Dyck, edita per la prima volta ad Anversa verso il 1640. 

Opera celebre ed importante, vero monumento dell’arte incisoria fiamminga del sec. XVIII, contiene le biografie ed i ritratti degli uomini illustri che Van Dyck aveva conosciuto e con i quali aveva avuto importanti rapporti. 

L’artista ne eseguì le effigi in numerosi dipinti e disegni che poi decise di pubblicare, affidandone la trasposizione calcografica ai migliori incisori del suo tempo, come Bolswert, Pontius, Vorsterman, de Jode, Hollar, molti dei quali aveva avuto come condiscepoli nell’atelier di Rubens. 

"Sir Anthony Van Dyck stands out as the solitary great etcher of the school. Portrait etching had scarcely had an existence before his time, and in his work it suddenly appears at the highest point ever reached in the art" (Hind, p. 165). "The plan of this publication took shape after Van Dyck returned from Italy (1626) and before he went to England (1632). He made careful preparatory drawings in chalk and brush for the publication. He directed and revised the work of the engravers, the best of the Rubens circle; he collaborated with his etching needle in some of the plates and himself etched the most beautiful set, mainly portraits of artists. One of the most brilliant in human characterization is the portrait of Peter Brueghel the Younger, son of the great Peasant Brueghel. It is remarkable that the etching appeared in this sketchy form in the book, proving that the master regarded it as finished. All interest is focussed on the wonderful had. The first edition was published in Antwerp in 1635-1636. Yet it was not complete, and the title-page did not appear before the Gillis Hendricx edition of 1645, engraved by Jacob Neels" (Benesch, Artistic and Intellectual Trends, p. 32.) Hofer, Baroque Book Illustrations 132.

Acquaforte con ritocchi al bulino, stampata su carta vergata coeva, filigrana del “giullare”, con margini, in ottimo stato di conservazione.

Bibliografia

The New Hollstein (Dutch & Flemish) 6.III (Van Dyck); Mauquoy-Hendrickx 1991 7.III.

Anton van DYCK (Anversa 1599 – Londra 1642)

Fu ammesso a tredici nello studio di Rubens, del quale fu il maggior allievo. Dopo aver dipinto diverse tele su schizzi del maestro, segnalandosi in tal modo per le sue capacità, andò (1620) a Londra dove eseguì diversi ritratti. L'anno successivo fu in Italia, prima a Genova, in seguito a Roma e Venezia e, dopo un brevissimo ritorno ad Anversa per la morte del padre, ancora in diverse città italiane, dove lasciò specialmente ritratti. Nel 1625 tornò in patria dove ricevette numerosi incarichi per soggetti religiosi, nonché soggetti mitologici e ritratti. In seguito ai continui inviti del conte di Arundel, che già precedentemente lo aveva fatto venire in Inghilterra, il pittore nel 1632 si stabilì definitivamente nella capitale inglese. Del suo periodo londinese rimangono ben 350 ritratti commissionatigli da tutta la nobiltà inglese, ma specialmente dal re Carlo I, che lo nominò suo pittore ufficiale.

Bibliografia

The New Hollstein (Dutch & Flemish) 6.III (Van Dyck); Mauquoy-Hendrickx 1991 7.III.

Anton van DYCK (Anversa 1599 – Londra 1642)

Fu ammesso a tredici nello studio di Rubens, del quale fu il maggior allievo. Dopo aver dipinto diverse tele su schizzi del maestro, segnalandosi in tal modo per le sue capacità, andò (1620) a Londra dove eseguì diversi ritratti. L'anno successivo fu in Italia, prima a Genova, in seguito a Roma e Venezia e, dopo un brevissimo ritorno ad Anversa per la morte del padre, ancora in diverse città italiane, dove lasciò specialmente ritratti. Nel 1625 tornò in patria dove ricevette numerosi incarichi per soggetti religiosi, nonché soggetti mitologici e ritratti. In seguito ai continui inviti del conte di Arundel, che già precedentemente lo aveva fatto venire in Inghilterra, il pittore nel 1632 si stabilì definitivamente nella capitale inglese. Del suo periodo londinese rimangono ben 350 ritratti commissionatigli da tutta la nobiltà inglese, ma specialmente dal re Carlo I, che lo nominò suo pittore ufficiale.