La Lecture du Grimoire [Il pianoforte con i gatti]

Riferimento: S46991
Autore Frans van den Wyngaerde
Anno: 1650 ca.
Misure: 240 x 225 mm
4.000,00 €

Riferimento: S46991
Autore Frans van den Wyngaerde
Anno: 1650 ca.
Misure: 240 x 225 mm
4.000,00 €

Descrizione

Acquaforte, circa 1650/60, priva di firma ed indicazioni editoriali.

Divertente e rarissima stampa, che si caratterizza per la sua fantasia stravagante. Raffigura un concerto magico all’interno di una casa. Attribuita al fiammingo Frans van den Wyngaerde (1614-1679) è conosciuta attraverso il titolo La Lecture du Grimoire o anche Il pianoforte con i gatti, per la presenza del mitico organo “a gatti” che padre Athanasius Kircher (1602-1680) descrive nel sesto libro della sua Musurgia Universalis (Roma, 1650).

L’opera, che è considerata come una delle più importanti rappresentazioni dell’iconografia stregonesca, occupa altresì un posto importante nella storia della musica, per la raffigurazione del pianoforte a gatti, sulla cui reale esistenza non si è fatta ancora chiarezza.

Dal punto di vista dell’iconografia stregonesca “osserviamo una rarissima stampa di François van den Wyngaert, intitolata La Lecture du Grimoire, in cui i gatti hanno una parte bizzarra, non esente da una buona dose di crudeltà. In primo piano vari animali sfuggiti al sabba cantano incantesimi, leggendo l'uno in un Grimoire e l'altro, per derisione, in un libro di canto gregoriano. Un'orribile strega coricata su un giaciglio e con un corvo sulla testa accompagna il canto ma senza libro; un'altra donna accovacciata accanto al camino le fa eco leggendo su una pergamena. Al centro della composizione lo stregone con una gamba di legno suona uno strumento diabolico nel vero senso della parola: è una specie di clavicembalo simile a quello che una volta un certo monaco aveva presentato a Luigi XI, composto da una cassa nella quale sono racchiusi otto gatti di cui emergono soltanto la testa e le zampe che fungono da tasti. L'uomo, con espressione ilare e maligna, tira le zampe per far urlare i gatti secondo uno schema sinfonico. Dietro lo strumento un altro uomo tira le code degli animali per attenerne suoni diversi: doveva emergere da questi maneggi una cacofonia orribile, il cui carattere demoniaco è precisato dal gufo appollaiato sulla spalliera della sedia e da un pipistrello che ciondola a testa in giù. Questa composizione, che sembra ispirata alla demenza più raccapricciante, occupa un posto importante nell'iconografia stregonesca: rimane come una delle più sconcertanti testimonianze di uno spirito da noi lontanissimo e che fortunatamente le generazioni future non conosceranno” (cfr. Émile Grillot De Givry, Il tesoro delle scienze occulte).

I Grimoire sono un tipo di libro nero, un insieme di istruzioni per rituali magici cerimoniali per trattare con demoni, angeli e altri poteri.  Nel folklore, un libro nero fornisce istruzioni per trattare con gli spiriti, per la divinazione e per acquisire e utilizzare poteri soprannaturali. In alcuni casi, il possesso del libro nero stesso conferisce al suo proprietario poteri soprannaturali, ricchezza o fortuna. I suoi poteri magici si sprigionavano leggendolo al contrario, dalla fine all’inizio. Se qualcuno non avesse letto il libro al contrario, il diavolo sarebbe stato in grado di prenderne il controllo. Molte persone e famiglie tenevano i libri neri come guide per la vita; essi includevano, infatti, cure magiche e ricette di guarigione, preghiere, incantesimi, benedizioni, rituali di sepoltura, riti stagionali e agricoli, tecniche di divinazione e modi per allontanare il male e la sfortuna e attirare la buona sorte. Il materiale è un misto di antiche usanze e tradizioni popolari e di elementi cristiani. Alcuni libri neri attribuiscono le loro origini a Cipriano di Antiochia (San Cipriano), vissuto nel IV secolo d.C. in Turchia. Secondo la tradizione, Cipriano era uno stregone che si sottrasse al dominio dei demoni e del diavolo facendosi il segno della croce; si convertì al cristianesimo e divenne vescovo.

Per quanto concerne l’aspetto musicale che caratterizza questa incisione, Athanasius Kircher, nel libro VI della Musurgia Universalis, riferisce di un artista che inventò, per dissipare la malinconia di un principe assillato dalle preoccupazioni, un pianoforte a gatto. Al posto delle corde, il suo strumento conteneva un certo numero di code di gatto inserite in strette guaine, sotto le quali salivano e scendevano i martelletti corrispondenti ai tasti, recanti alle estremità una punta acuminata. I gatti vengono scelti per sesso ed età e disposti uno accanto all'altro in scatole separate in base all'altezza della loro voce. Sotto le agili dita del pianista, le punte dei martelli attaccano ad arte le code degli animali. Questi rispondevano dapprima con miagolii rapidi e acuti, ma poi, infuriati per la frequenza dei colpi, si trasformavano, crescendo e rinforzando, in suoni in grado di rallegrare lo spirito più arcigno e di far scoppiare in una danza anche i topi. La storia del pianoforte dei gatti (tedesco Katzenklavier, francese Piano des chats) è sicuramente una delle vicende più strane e fastidiose dell'intero campo dell'organologia speculativa. Le prime immagini dello strumento risalgono al 1600 circa, e pretendono di raffigurare l'uso (probabilmente spurio) del pianoforte a gatto nel sabba delle streghe. Un'altra tradizione, indicata dall'aneddoto di Athanasius Kircher, suggerisce che lo strumento fosse impiegato nel trattamento dei malati di mente, rendendo il pianoforte a gatto un improbabile ausilio a quella che oggi chiameremmo “musicoterapia”. Un simile uso clinico dello strumento compare già nel 1803, in un libro intitolato Rhapsodien über die Anwendung der Pyschischen Curmethode auf Geisteszerrütungen (Rapsodie sull'applicazione dei metodi psicologici di cura ai malati di mente) del medico scienziato tedesco Johann Christian Reil (1759-1813), che in seguito avrebbe coniato il termine “psichiatria”.

Frans van den Wyngaerde (8 luglio 1614 - 17 marzo 1679) è stato un tipografo, disegnatore ed editore fiammingo. Uno dei principali editori di stampe nell'Anversa del XVII secolo, creò e pubblicò numerose stampe riproduttive di Peter Paul Rubens, Anthony van Dyck e di artisti stranieri. Van den Wyngaerde fu attivo sia come artista riproduttore che come artista originale, creando i propri disegni. Le stampe di Van den Wyngaerde su suoi disegni originali comprendono acqueforti, incisioni e lastre in cui vengono utilizzate entrambe le tecniche.

Come dicevamo l’incisione è assolutamente rara; manca nelle principali collezioni museali. Altresì, è apparsa raramente sul mercato antiquario, attribuita genericamente a Kircher o ad anonimo artista tedesco del XVII secolo. Un esemplare, descritto come Scuola Tedesca, è stato venduto nell’asta di Bassenge nel novembre 2020 per oltre 4 mila euro.

Magnifica prova, impressa su carta vergata coeva, con margini, tracce di piega di carta visibili al verso, per il resto in ottimo stato di conservazione.

Bibiografia

Aurore Gutierrez-Laffond, Théâtre et magie dans la littérature dramatique du XVIIe siècle (1998), p. 90; Donald Michael Kraig, The Encyclopedia of Magic and Alchemy (2006) p. 38 entry “black book”); Émile Grillot De Givry, Il tesoro delle scienze occulte (2020) fig. 118; Bonnie Gordon, Voice Machines The Castrato, the Cat Piano, and Other Strange Sounds (2023), p. 96, fig. 3.

Frans van den Wyngaerde (Anversa 1614 - 1679)

Frans van den Wyngaerde (8 luglio 1614 - 17 marzo 1679) è stato un tipografo, disegnatore ed editore fiammingo. Uno dei principali editori di stampe nell'Anversa del XVII secolo, creò e pubblicò numerose stampe riproduttive di Peter Paul Rubens, Anthony van Dyck e di artisti stranieri. Wyngaerde nacque nel 1614 da una famiglia di pescivendoli. Fu battezzato ad Anversa l'8 luglio dello stesso anno. Van den Wyngaerde divenne apprendista del collaboratore di Rubens Paulus Pontius (1603-1658) quando aveva circa 14 anni. Fu iscritto come maestro alla Corporazione di San Luca di Anversa a partire dall'anno della Corporazione 1636-1637. Non disponendo di fondi sufficienti, il decano della corporazione gli prestò parte della quota di iscrizione. L'artista ebbe successo e nel 1640 sposò Maria Cruyt, figlia di ricchi mercanti. Divenne capitano di uno schutterij locale, una guardia civile. Alla metà del XVII secolo van den Wyngaerde era diventato un importante editore di stampe ad Anversa, insieme a Martinus van den Enden il Vecchio, Gillis Hendricx (?-1677) e Joannes Meyssens. Morì nel 1679 con un ingente patrimonio. Van den Wyngaerde fu attivo sia come artista riproduttore che come artista originale, creando i propri disegni. Le stampe di Van den Wyngaerde su suoi disegni originali comprendono acqueforti, incisioni e lastre in cui vengono utilizzate entrambe le tecniche. I suoi soggetti spaziano da scene religiose e allegorie a scene di genere e ritratti. Ha realizzato una serie di 50 ritratti di cardinali cattolici, 11 illustrazioni di scene di battaglia per un libro e 26 fogli di illustrazioni di emblemi per un libro religioso. Oltre a pubblicare le proprie opere e quelle dei suoi contemporanei, van den Wyngaerde riutilizzò vecchie tavole di artisti affermati alle quali aggiunse il proprio nome e che poi ripubblicò.

Frans van den Wyngaerde (Anversa 1614 - 1679)

Frans van den Wyngaerde (8 luglio 1614 - 17 marzo 1679) è stato un tipografo, disegnatore ed editore fiammingo. Uno dei principali editori di stampe nell'Anversa del XVII secolo, creò e pubblicò numerose stampe riproduttive di Peter Paul Rubens, Anthony van Dyck e di artisti stranieri. Wyngaerde nacque nel 1614 da una famiglia di pescivendoli. Fu battezzato ad Anversa l'8 luglio dello stesso anno. Van den Wyngaerde divenne apprendista del collaboratore di Rubens Paulus Pontius (1603-1658) quando aveva circa 14 anni. Fu iscritto come maestro alla Corporazione di San Luca di Anversa a partire dall'anno della Corporazione 1636-1637. Non disponendo di fondi sufficienti, il decano della corporazione gli prestò parte della quota di iscrizione. L'artista ebbe successo e nel 1640 sposò Maria Cruyt, figlia di ricchi mercanti. Divenne capitano di uno schutterij locale, una guardia civile. Alla metà del XVII secolo van den Wyngaerde era diventato un importante editore di stampe ad Anversa, insieme a Martinus van den Enden il Vecchio, Gillis Hendricx (?-1677) e Joannes Meyssens. Morì nel 1679 con un ingente patrimonio. Van den Wyngaerde fu attivo sia come artista riproduttore che come artista originale, creando i propri disegni. Le stampe di Van den Wyngaerde su suoi disegni originali comprendono acqueforti, incisioni e lastre in cui vengono utilizzate entrambe le tecniche. I suoi soggetti spaziano da scene religiose e allegorie a scene di genere e ritratti. Ha realizzato una serie di 50 ritratti di cardinali cattolici, 11 illustrazioni di scene di battaglia per un libro e 26 fogli di illustrazioni di emblemi per un libro religioso. Oltre a pubblicare le proprie opere e quelle dei suoi contemporanei, van den Wyngaerde riutilizzò vecchie tavole di artisti affermati alle quali aggiunse il proprio nome e che poi ripubblicò.