Villa Aldobrandina Tusculana sive varij illius Hortorum et Fortium prospectus
Riferimento: | S40620 |
Autore | Dominique BARRIERE |
Anno: | 1647 |
Zona: | Frascati |
Luogo di Stampa: | Roma |
Misure: | - x - mm |
Riferimento: | S40620 |
Autore | Dominique BARRIERE |
Anno: | 1647 |
Zona: | Frascati |
Luogo di Stampa: | Roma |
Misure: | - x - mm |
Descrizione
Raccolta di 11 tavole (di 22) della celebre e rara serie sulle fontane di Frascati di Dominique Barriere, stampata nel 1647.
L'opera fu commissionata dall'architetto dilettante francofilo principe Camillo Pamphili, il principale mecenate di Barrière; è degno di nota il fatto che questa commissione avvenne molto prima che la villa passasse alla famiglia Pamphili, con il matrimonio di Olympia Aldobrandini e Pamphili (1683), quindi almeno 5 anni dopo la morte di Barrière. Tuttavia sia la data 1647 nel titolo, che la dedica è a un giovanissimo Luigi XIV - raffigurato sul frontespizio – datano con certezza questa raccolta la 1647.
Oltre alle rappresentazioni dell'esterno dell'edificio - in preciso disegno prospettico e in preciso contesto topografico - le tavole mostrano i giardini, il famoso teatro d'acqua, le fontane e la grotta. È significativo che la prima delle tavole pieghevoli mostri la villa a una distanza considerevole, immersa nella campagna romana; questo diventerà comune nelle pubblicazioni successive, con le viste successive sempre più vicine alla facciata della casa. C'è una sola tavola dell'interno della villa, che mostra un gruppo scultoreo, diverse tavole delle famose pitture murali di Zampieri e una pianta architettonica che mostra la disposizione dell'intera proprietà.
Il marsigliese Barrière trascorse tutta la sua vita lavorativa a Roma e, prima dell'arrivo di Falda a Roma nel 1657, è considerato il principale disegnatore e stampatore di ville e giardini. La sua formazione è scarsamente documentata, ma la sua abilità nel rendere la prospettiva architettonica è stata collegata a Borromini, che lo scelse per incidere il suo Opus architectonicum, e produssero un piccolo numero di tavole insieme.
Incisioni all’acquaforte, firmate in lastra, impresse su carta vergata coeva, con margini intonsi, in eccezionale stato di conservazione. Magnifica raccolta.
Elenco delle tavole e misure:
- Frontespizio: 230x345 mm
- Conclave Equorum...: 230x335 mm
- Civitatis Tuscolanae Prospectus: 400x270 mm
- Prospectus, quod Palatium atque Theatrum...: 370x240 mm
- Facis Palatijs Vespiciens Theatrum: 375x245 mm
- Prima Villa Aldobrandina Facies: 410x273 mm
- Primus Exitus Aquae...: 280x205 mm
- Alius Aquae Illapsus...: 315x215 mm
- Apollinus Conclave...: 230x335 mm
- Theatrum Fontium antè Palatium...: 510x325 mm
Bibliografia
Berlin Katalog 3490; Brunet I.667; Inventaire du fonds francais. Graveurs XVII siecle I.274-76, nos. 34-55; Robert Dusmenil III.144-165; Graesse I.298.
Dominique BARRIERE (Marsiglia, 1618; Roma, 18 Settembre 1678).
Acquafortista francese e specialista in disegno architettonico. Giunse a Roma nel 1640 e si unì alla comunità di artisti francesi dell’Urbe. Non si hanno notizie sul suo apprendistato ma le prime acqueforti (1640–47) rappresentano soggetti storici e mitologici, come la Battaglia di Bommel (1640), su ispirazione di Guglielmo Cortese, e Apollo e Pitone (c. 1647–52) ripreso da un dipinto del Domenichino nella Villa Aldobrandini di Frascati. Sebbene non occupi un posto di primo piano nell'ambiente artistico romano del Seicento, fu tuttavia un valido esponente di quel nutrito gruppo di artisti francesi presenti in città e lasciò un corpus considerevole di incisioni, tuttora poco conosciuto, ammontante a oltre duecento opere tra invenzioni storiche, allegoriche e topografiche.
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Dominique BARRIERE (Marsiglia, 1618; Roma, 18 Settembre 1678).
Acquafortista francese e specialista in disegno architettonico. Giunse a Roma nel 1640 e si unì alla comunità di artisti francesi dell’Urbe. Non si hanno notizie sul suo apprendistato ma le prime acqueforti (1640–47) rappresentano soggetti storici e mitologici, come la Battaglia di Bommel (1640), su ispirazione di Guglielmo Cortese, e Apollo e Pitone (c. 1647–52) ripreso da un dipinto del Domenichino nella Villa Aldobrandini di Frascati. Sebbene non occupi un posto di primo piano nell'ambiente artistico romano del Seicento, fu tuttavia un valido esponente di quel nutrito gruppo di artisti francesi presenti in città e lasciò un corpus considerevole di incisioni, tuttora poco conosciuto, ammontante a oltre duecento opere tra invenzioni storiche, allegoriche e topografiche.
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