Solenne ingresso di Margherita d'Austria a Ferrara

Riferimento: S47338.1
Autore Jacques CALLOT
Anno: 1612 ca.
Misure: 180 x 130 mm
Non Disponibile

Riferimento: S47338.1
Autore Jacques CALLOT
Anno: 1612 ca.
Misure: 180 x 130 mm
Non Disponibile

Descrizione

Ingresso solenne di Margherita d'Austria, a cavallo, affiancata da due ecclesiastici, nella città di Ferrara.

Si tratta di una derivazione del dipinto a chiaroscuro, oggi conservato nel deposito degli Uffizi di Firenze, che era la quinta opera di una serie di 26 scene della vita di Margherita d'Austria, moglie di Filippo III di Spagna, eretta in San Lorenzo, a Firenze, come parte della decorazione della chiesa per le esequie del febbraio 1612 (la regina era morta nell'ottobre dell'anno precedente). Il disegno mostra l'ingresso della regina a Ferrara il 13 dicembre 1598 a cavallo tra i cardinali Sforza e Montalto prima del suo matrimonio con Filippo III di Spagna da parte di papa Clemente VIII. Il dipinto è stato attribuito al Passignano, ma è ora attribuito a Fabrizio Boschi per motivi stilistici. Un disegno di Antonio Tempesta conservato alla National Gallery of Scotland (K. Andrews, “Catalogue of Italian Drawings”, 1968, n. D 4890/4) è copiato dal dipinto ed è stato utilizzato come modello per la stampa di Callot.

L’incisione è una prova di stampa, avanti il testo e la numerazione tipografica, della tavola inserita nel celebre Essequie Della Sacra Cattolica, E Real Maesta di Margherita d'Austria regina di Spagna, Celebrate dal Serenissimo Don Cosimo II, Grand Duca di Toscana IIII di Giovanni Altoviti, stampato a Firenze da Bartolommeo Sermatelli nel 1612.

Si tratta di uno dei più bei libri illustrati fiorentini dell'epoca, commissionato da Cosimo II Medici all'artista francese Jacques Callot subito dopo il suo arrivo a Firenze. Le incisioni celebrano la vita di Margherita d'Austria, divenuta regina di Spagna in seguito al matrimonio con Filippo III nel 1598. Tra queste, 18 sono opera di Callot, 6 di Antonio Tempesta (1555-1630) e Raffaello Schiaminossi (1529 ca. - 1622).

Altoviti ci fornisce un commento al magnifico apparato iconografico, sottolineando il significato di questa “storia figurativa” della regina spagnola, dall'annuncio delle nozze al viaggio in Italia (Veneto, Ferrara, Milano, Genova) e in Spagna (Valencia, Barcellona, Madrid), alla celebrazione del matrimonio e infine alla morte.

Acquaforte, impressa su carta vergata coeva con filigrana “bilancia nel cerchio”, con pieni margini, leggera gora d'acqua in alto a destra, per il resto in ottimo stato di conservazione. Rara.

Bibliografia

Meaume II.207, 440-454 I (Callot); Lieure I.21-26.52-69 (Callot); Bartsch XVII.49.628-633 (Tempesta); Bartsch XVII.236.111-114 (Schiaminossi); G.G.Bertela & A.P.Tofani, Feste e Apparati Medicei da Cosimo I a Cosimo II (Firenze: 1969), pp.138-140 & 220. H. Diane Russell, Jacques Callot Prints and Related Drawings (Washington: 1975) 9.

 

Jacques CALLOT (Nancy 1592 - 1635)

Artista barocco, specializzato in arti grafiche, disegno e stampa, originario del Ducato di Lorena (stato indipendente al confine nord-est con la Francia). Realizzò acqueforti con rappresentazioni di cronache dell’epoca e della vita quotidiana della popolazione (soldati, buffoni, ubriaconi, accattoni e vari emarginati). Queste immagini sono spesso in contrasto con i meravigliosi paesaggi in cui sono sistemati (si veda ad esempio “La Tentazione di Sant’Antonio”). La sua abilità nel delineare ombre e nell’uso dei vari toni è davvero notevole per l’epoca, tanto da essere spesso accostato a Albrecht Dürer.

Jacques CALLOT (Nancy 1592 - 1635)

Artista barocco, specializzato in arti grafiche, disegno e stampa, originario del Ducato di Lorena (stato indipendente al confine nord-est con la Francia). Realizzò acqueforti con rappresentazioni di cronache dell’epoca e della vita quotidiana della popolazione (soldati, buffoni, ubriaconi, accattoni e vari emarginati). Queste immagini sono spesso in contrasto con i meravigliosi paesaggi in cui sono sistemati (si veda ad esempio “La Tentazione di Sant’Antonio”). La sua abilità nel delineare ombre e nell’uso dei vari toni è davvero notevole per l’epoca, tanto da essere spesso accostato a Albrecht Dürer.