Giostra del Saracino, Festa Fatta in Piazza Navona il 25 febbraio 1634

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Riferimento: S48463
Autore François COLLIGNON
Anno: 1634
Misure: 415 x 390 mm
4.000,00 €

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Riferimento: S48463
Autore François COLLIGNON
Anno: 1634
Misure: 415 x 390 mm
4.000,00 €

Descrizione

Acquaforte, 1634, firmata in lastra in basso a destra.

Deriva da un soggetto del pittore Andrea Sacchi e rappresenta la Giostra del Saracino, una festa tenutasi in Piazza Navona, in onore di Alessandro Carlo Wasa, il 25 febbraio 1634.

L'ideatore della festa del Saracino, come apprendiamo dal monogramma A.S. che compare in basso a sinistra nell'incisione, fu Andrea Sacchi; Francesco Guitti invece fu lo scenografo.

Alessandro Carlo Wasa (Varsavia 1614 – Leopoli 19 novembre 134), il fratello de re di Polonia, era arrivato a Roma il 1634; sappiamo come le visite dei sovrani e delle personalità straniere a Roma nel Seicento fossero occasioni per grandi festeggiamenti come puntualmente accadde anche in questa occasione. Il cardinale Antonio Barberini, insieme a molte personalità in vista della città, si dedicó all'organizzazione di un singolare spettacolo: la Giostra del Saracino si tenne in piazza Navona il 25 febbraio 1634, in realtà l'ospite straniero, per ragioni sopravvenute improvvisamente, riparti il 23 gennaio, ma i preparativi proseguirono ugualmente e la festa si tenne per la data stabilita. Una dettagliata relazione che documenta la festa, come spesso accade in tali occasioni, fu edita dal Mascardi. Un gruppo di uomini di cultura e di artisti fu responsabile dell'organizzazione della grandiosa Giostra: lo scenografo Francesco Guitti, Francesco Caetano e Zongo Ondodei, l'uomo di lettere Fulvio Testi e il pittore Andrea Sacchi, protetto di Antonio Barberini, curò i disegni preparatori per lo spettacolo.

Siamo di fronte ad un momento in cui l'aristocrazia romana, proponendo uno spettacolo che riecheggia il mondo feudale e che fa uso di tanta grandiosità e magnificenza, vuole esprimere la sua grande potenza e lo sfarzo di cui ancora può fare sfoggia: il torneo non è più un combattimento, ma la rappresentazione di un combattimento, i cui veri protagonisti sono la colonna e l'ape, i simboli cioè delle famiglie emergenti romane dell'epoca: i Barberini e i Colonna, che troneggiano sulla prua della nave allestita per la giostra.

Presso il Museo di Roma si conserva un dipinto di Filippo Gagliardi, Andrea Sacchi e del Manciola (Inv. MR 5699) ispirato dalla medesima occasione: sorprendenti sono le similitudini che si riscontrano soprattutto tra la nostra incisione e questo olio; non è infrequente infatti riscontrare, tra incisioni che illustrano avvenimenti molto noti della Roma seicentesca e dipinti coevi, diversi punti di contatto, tanto da avallare l'ipotesi che le incisioni abbiano esercitato un influsso decisivo sulle molte tipologie delle raffigurazioni pittoriche.

François Collignon è stato un incisore, venditore di stampe ed editore francese, originario di Nancy. Inizialmente si formò localmente nello studio di Jacques Callot, nel 1626 per quattro anni, poi si trasferì nel 1631 ad Augusta e nel 1634 a Roma. Rientra a Parigi nel 1636, dove lavora con Israel Henriet nella proprietà di Callot, ma anche per altri editori; Della Bella è padrino del figlio Etienne, battezzato a Parigi nel 1643. Si stabilisce a Roma con la moglie francese nel 1646/7, dove sembra aver lavorato meno come stampatore, ma è diventato una figura importante come editore. I suoi primi lavori a Roma furono pubblicati insieme ad Orazio Marinaro. La sua stamperia a Roma era con indirizzo San Tommaso in Parione alla cantonata del vicolo della posta vecchia del Papa incontro al Toson d'oro. Realizzò opere per artisti come Pietro Testa, Cornelis Bloemaert, Pietro da Cortona, Nicolas Poussin, Charles Le Brun, Simon Vouet e Jean Le Pautre. Morì a Roma il 18 gennaio 1687. L'editore e incisore fiammingo Arnold van Westerhout, che all'epoca viveva a Roma, acquistò la tipografia di François Collignon dopo la sua morte, per 4.200 scudi.

Magnifica prova, impressa su carta vergata coeva priva di filigrana, con margini, tracce di pieghe di carta visibili al verso, piccoli strappi restaurati nel margine bianco, per il resto in ottimo stato di conservazione. Rara.

Bibliografia

M. Fagiolo, Carandini, Corpus delle feste a Roma, La festa Barocca, 1977, pp. 87-92; S. Tozzi, Incisioni barocche di feste e avvenimenti. Giorni d’allegrezza, pp. 155-158, n. III.16.

 

François COLLIGNON (Nancy 1609 - Roma 1687)

François Collignon (o Louis François, 1609 circa - 18 gennaio 1687) è stato un incisore, venditore di stampe ed editore francese. Le fonti più antiche lo chiamano per qualche motivo Jean Baptiste, con date completamente sbagliate; esse sono state sostituite dalla pubblicazione dell'inventario postumo di Kuhnmunch. Collignon nacque a Nancy, in Francia. Inizialmente si formò localmente nello studio di Jacques Callot, nel 1626 per quattro anni (cfr. Marot in GBA 85 1975, p.24), nel 1631 ad Augusta e nel 1634 a Roma. Rientra a Parigi nel 1636, dove lavora con Israel Henriet nella proprietà di Callot, ma anche per altri editori; Della Bella è padrino del figlio Etienne, battezzato a Parigi nel 1643. Si stabilisce a Roma con la moglie francese nel 1646/7, dove sembra aver lavorato meno come stampatore, ma è diventato una figura importante come editore. I suoi primi lavori a Roma furono pubblicati insieme ad Orazio Marinaro. La sua stamperia a Roma era con indirizzo San Tommaso in Parione alla cantonata del vicolo della posta vecchia del Papa incontro al Toson d'oro. Realizzò opere per artisti come Pietro Testa, Cornelis Bloemaert, Pietro da Cortona, Nicolas Poussin, Charles Le Brun, Simon Vouet e Jean Le Pautre. Morì a Roma il 18 gennaio 1687. L'editore e incisore fiammingo Arnold van Westerhout, che all'epoca viveva a Roma, acquistò la tipografia di François Collignon dopo la sua morte, per 4.200 scudi.

François COLLIGNON (Nancy 1609 - Roma 1687)

François Collignon (o Louis François, 1609 circa - 18 gennaio 1687) è stato un incisore, venditore di stampe ed editore francese. Le fonti più antiche lo chiamano per qualche motivo Jean Baptiste, con date completamente sbagliate; esse sono state sostituite dalla pubblicazione dell'inventario postumo di Kuhnmunch. Collignon nacque a Nancy, in Francia. Inizialmente si formò localmente nello studio di Jacques Callot, nel 1626 per quattro anni (cfr. Marot in GBA 85 1975, p.24), nel 1631 ad Augusta e nel 1634 a Roma. Rientra a Parigi nel 1636, dove lavora con Israel Henriet nella proprietà di Callot, ma anche per altri editori; Della Bella è padrino del figlio Etienne, battezzato a Parigi nel 1643. Si stabilisce a Roma con la moglie francese nel 1646/7, dove sembra aver lavorato meno come stampatore, ma è diventato una figura importante come editore. I suoi primi lavori a Roma furono pubblicati insieme ad Orazio Marinaro. La sua stamperia a Roma era con indirizzo San Tommaso in Parione alla cantonata del vicolo della posta vecchia del Papa incontro al Toson d'oro. Realizzò opere per artisti come Pietro Testa, Cornelis Bloemaert, Pietro da Cortona, Nicolas Poussin, Charles Le Brun, Simon Vouet e Jean Le Pautre. Morì a Roma il 18 gennaio 1687. L'editore e incisore fiammingo Arnold van Westerhout, che all'epoca viveva a Roma, acquistò la tipografia di François Collignon dopo la sua morte, per 4.200 scudi.