(Villa Aldrobandina)
Riferimento: | S9700 |
Autore | Dominique BARRIERE |
Anno: | 1647 |
Zona: | Frascati |
Luogo di Stampa: | Roma |
Misure: | 360 x 240 mm |
Riferimento: | S9700 |
Autore | Dominique BARRIERE |
Anno: | 1647 |
Zona: | Frascati |
Luogo di Stampa: | Roma |
Misure: | 360 x 240 mm |
Descrizione
Veduta della villa tratta dal Villa Aldobrandina Tusculana.... edito a Roma nel 1647.
Esemplare avanti la scritta del titolo, nel rarissimo primo stato di due.
Incisione in rame, tracce di piega di carta, piccolo difetto nel margine inferiore, nel complesso in buono stato di conservazione.
Rarissima.
Bibliografia
Robert Dusmenil 150 I/II.
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Dominique BARRIERE (Marsiglia, 1618; Roma, 18 Settembre 1678).
Acquafortista francese e specialista in disegno architettonico. Giunse a Roma nel 1640 e si unì alla comunità di artisti francesi dell’Urbe. Non si hanno notizie sul suo apprendistato ma le prime acqueforti (1640–47) rappresentano soggetti storici e mitologici, come la Battaglia di Bommel (1640), su ispirazione di Guglielmo Cortese, e Apollo e Pitone (c. 1647–52) ripreso da un dipinto del Domenichino nella Villa Aldobrandini di Frascati. Sebbene non occupi un posto di primo piano nell'ambiente artistico romano del Seicento, fu tuttavia un valido esponente di quel nutrito gruppo di artisti francesi presenti in città e lasciò un corpus considerevole di incisioni, tuttora poco conosciuto, ammontante a oltre duecento opere tra invenzioni storiche, allegoriche e topografiche.
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Bibliografia
Robert Dusmenil 150 I/II.
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Dominique BARRIERE (Marsiglia, 1618; Roma, 18 Settembre 1678).
Acquafortista francese e specialista in disegno architettonico. Giunse a Roma nel 1640 e si unì alla comunità di artisti francesi dell’Urbe. Non si hanno notizie sul suo apprendistato ma le prime acqueforti (1640–47) rappresentano soggetti storici e mitologici, come la Battaglia di Bommel (1640), su ispirazione di Guglielmo Cortese, e Apollo e Pitone (c. 1647–52) ripreso da un dipinto del Domenichino nella Villa Aldobrandini di Frascati. Sebbene non occupi un posto di primo piano nell'ambiente artistico romano del Seicento, fu tuttavia un valido esponente di quel nutrito gruppo di artisti francesi presenti in città e lasciò un corpus considerevole di incisioni, tuttora poco conosciuto, ammontante a oltre duecento opere tra invenzioni storiche, allegoriche e topografiche.
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