Trionfo di Galatea
Riferimento: | S45378 |
Autore | Nicolas DORIGNY |
Anno: | 1693 |
Misure: | 360 x 520 mm |
Riferimento: | S45378 |
Autore | Nicolas DORIGNY |
Anno: | 1693 |
Misure: | 360 x 520 mm |
Descrizione
Il trionfo di Galatea, dall’affresco di Raffaello Sanzio a Villa Farnesina. Galatea in piedi su una mezza conchiglia, guidata da due delfini e circondata da nereidi e tritoni.
Acquaforte e bulino, 1693, numerata sulla lastra; inciso in basso al centro: : 'GALATEAE IMAGINEM CUM NEREIDUM AC TRITONUM CHORO RAPHAELIS SANCTII MANU INSIGNEM / PSYCHIS FABULAE TANQUAM COROLLARIUM ADDERE VISUM EST / IN IISDEM FARNESIANIS HORTIS DUPLEX OPUS ET MIRACULUM / Typis ac Sumptibus Dominici de Rubeis Io. Iacobi filii ac Heredis Romae ad Templum Stae. Mariae de Pace cum Privil. Summi Pontificis, et Super. perm. / Anno 1693.'. Firmata in basso a destra: 'Nicolaus Dorigny Gallus delin. et. inc.'.
La stampa incisa da Dorigny è parte di una importante impresa editoriale volta a illustrare gli affreschi di Raffaello nella Loggia della Farnesina. La serie edita nel 1693 per i tipi di Domenico di Giovanni Giacomo de Rossi, editore romano che tenne la propria bottega presso la chiesa di Santa Maria della Pace, si compone di 11 tavole incise all'acquaforte tratte dalle scene della Loggia, mentre l'ultima riproduce la Galatea della stanza attigua. Le stampe, provviste di privilegio papale, sono precedute da un frontespizio con il titolo e la dedica al duca di Parma Ranuccio II Farnese, le cui armi araldiche figurano in basso a sinistra. Tutte le incisioni sono numerate e recano nel margine inferiore scritte esplicative in latino desunte dalla favola di Amore e Psiche, descritta da Apuleio nell’Asino d'Oro. La scelta dei testi di commento si deve a Giovan Pietro Bellori, l’erudito classicista e intellettuale di fiducia di Casa Farnese. Le matrici di rame per la serie furono distrutte nel primo Ottocento per ordine di Leone XII (Le Blanc).
Magnifica prova, ricca di toni, impressa su carta vergata coeva, con margini, in ottimo stato di conservazione.
Bibliografia
IFF / Inventaire du Fonds Français: Bibliothèque Nationale, Département des Estampes (31).
Nicolas DORIGNY (Parigi 1652 - 1746)
Figlio di Michel Dorigny. Studiò insieme al padre ma abbandonò la pittura per l’incisione molto presto. Nel 1687 si recò a Roma, chiamato dal fratello Louis Dorigny, dove realizzò una serie di riproduzioni di antiche statue, pubblicate da Rossi nel 1704. Da Roma andò a Londra, dove lavorò per al famiglia Reale. Tra il 1711 e il 1719 incise i cartoni di Raffaello, Gli Atti degli Apostoli (Londra, V&A), per i quali venne nominato cavaliere da Giorgio I nel 1720. Tornò in Francia a causa di un problema alla vista e venne ricevuto come membro dell’Académie Royale nel 1725. Espose i suoi lavori ai Salons del 1739 e del 1743. Realizzò più di 140 stampe, unendo bulino e acquaforte con uno stile vigoroso, simile a quello di Gérard Audran. Oltre ai ritratti, i suoi lavori consistono principalmente in riproduzioni di opere di maestri italiani, in particolare Raffaello, Carlo Maratti, Domenichino, Guercino e Giovanni Lanfranco. Il National Museum, a Stoccolma, possiede un vasto numero di suoi disegni commissionati dal Conte Tessin, incluse sculture romane, stemmi e catafalchi.
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Nicolas DORIGNY (Parigi 1652 - 1746)
Figlio di Michel Dorigny. Studiò insieme al padre ma abbandonò la pittura per l’incisione molto presto. Nel 1687 si recò a Roma, chiamato dal fratello Louis Dorigny, dove realizzò una serie di riproduzioni di antiche statue, pubblicate da Rossi nel 1704. Da Roma andò a Londra, dove lavorò per al famiglia Reale. Tra il 1711 e il 1719 incise i cartoni di Raffaello, Gli Atti degli Apostoli (Londra, V&A), per i quali venne nominato cavaliere da Giorgio I nel 1720. Tornò in Francia a causa di un problema alla vista e venne ricevuto come membro dell’Académie Royale nel 1725. Espose i suoi lavori ai Salons del 1739 e del 1743. Realizzò più di 140 stampe, unendo bulino e acquaforte con uno stile vigoroso, simile a quello di Gérard Audran. Oltre ai ritratti, i suoi lavori consistono principalmente in riproduzioni di opere di maestri italiani, in particolare Raffaello, Carlo Maratti, Domenichino, Guercino e Giovanni Lanfranco. Il National Museum, a Stoccolma, possiede un vasto numero di suoi disegni commissionati dal Conte Tessin, incluse sculture romane, stemmi e catafalchi.
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