Pio Bove
Riferimento: | S46042 |
Autore | Giovanni FATTORI |
Anno: | 1890 ca. |
Misure: | 330 x 175 mm |
Riferimento: | S46042 |
Autore | Giovanni FATTORI |
Anno: | 1890 ca. |
Misure: | 330 x 175 mm |
Descrizione
Acquaforte su zinco. mm 175x330. Foglio: mm 345x480. Firmata sulla lastra in controparte in basso a sinistra. Lastra conservata presso il Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi (Inv. 129M). Stato unico.
Ottima impressione in tiratura coeva stampata con inchiostrazione nitida ed uniforme su carta con filigrana "Corona merlata sulla scritta UMBRIA/ITALIA", databile alla prima decade del ‘900.
Ampi margini, ottima conservazione.
L'acquaforte, tra le migliori del Fattori, presenta una grande accuratezza nei dettagli e una composizione rigorosa che scandisce il paesaggio in due fasce orizzontali: quella superiore chiara e luminosa, mentre quella inferiore scura e ombrosa. Questa bipartizione di chiaro-scuro è interrotta solo dalle figure del bue e del pagliaio, che inseriscono degli elementi di discontinuità cromatica. Il paesaggio è una ripresa dal dipinto Il pagliaio (Malesci 1961, n. 535) del Museo Civico di Livorno, datato ai primi anni Settanta. Invece la figura del bovino si ritrova anche nel dipinto Mulo e Buttero (Malesci, 1961, n. 707) databile tra la fine degli anni '80 e l'inizio degli anni '90.
“In questa acquaforte, che è stata indicata come una tra le più riuscite dell'artista livornese, è condensata l'intera sua poetica. L'eco carducciana ripresa dal titolo - Carducci era, tra l'altro, grande amico di Martelli, a sua volta intimo di Fattori - amplifica la tensione retorica della scena, che tuttavia mantiene quelle caratteristiche di sobrietà tipiche della grafica fattoriana. La Maremma nella sua grandezza e l'animale assunto come emblema della condizione umana, e anche, forse, di un periodo storico giunto ormai al tramonto, sono i veri protagonisti dell'opera. La forza possente del bue, aggettante rispetto allo sfondo, è nel contempo sinonimo di solitudine, inserito in un paesaggio di ampio respiro ma tuttavia desolato. Dal punto di vista compositivo, la scena è suddivisa in partiture orizzontali mosse dall'elemento verticale del covone. La trama grafica scura del terreno in primo piano è contra- stata dal bianco dell'animale così come il cielo, con pochi tratteggi a indicare le nubi, è bilanciato dalla sagoma del covone. Il rigore dell'impostazione spaziale e il variegato tessuto grafico esaltano l'aspetto simbolico della raffigurazione” (cfr. Chiappini, Giovanni Fattori).
Giovanni Fattori, pittore e incisore, viene soprattutto ricordato come uno dei principali esponenti del movimento dei Macchiaioli e come artista di spicco nel panorama ottocentesco, nonché come prolifico incisore dal segno vivace e del tutto personale. Fattori era solito stampare da sé i suoi lavori utilizzando un piccolo torchio, esegue tirature irregolari spesso contraddistinte da una ricerca per gli effetti di chiaroscuro e da un uso sapiente delle velature. Gli esemplari di una stessa lastra sono perciò spesso differenti, più carichi e attenti agli effetti di luce nelle tirature curate dall’autore, meno caldi e più nitidi quelli fatti stampare presso la Calcografia. Il ritratto, i soggetti militari, testimonianza dell’interesse verso i fatti risorgimentali, gli animali della campagna e gli scorci di vita comune sono i soggetti che più lo impegnano.
Bibliografia
Rudy Chiappini, Giovanni Fattori, Museo d'Arte Moderna, Città di Lugano; Milano: Skira, 2003, n. 131; Baboni, CXXXI; Bonagura, 96; Servolini, 161; Timpanaro, 356.
Giovanni FATTORI (Livorno 1825 – Firenze 1908)
Pittore e incisore. Viene soprattutto ricordato come uno dei principali esponenti del movimento dei Macchiaioli e come artista di spicco nel panorama ottocentesco, nonché come prolifico incisore dal segno vivace e del tutto personale. Fattori era solito stampare da sé i suoi lavori utilizzando un piccolo torchio, esegue tirature irregolari spesso contraddistinte da una ricerca per gli effetti di chiaroscuro e da un uso sapiente delle velature. Gli esemplari di una stessa lastra sono perciò spesso differenti, più carichi e attenti agli effetti di luce nelle tirature curate dall’autore, meno caldi e più nitidi quelli fatti stampare presso la Calcografia. Il ritratto, i soggetti militari, testimonianza dell’interesse verso i fatti risorgimentali, gli animali della campagna e gli scorci di vita comune sono i soggetti che più lo impegnano.
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Giovanni FATTORI (Livorno 1825 – Firenze 1908)
Pittore e incisore. Viene soprattutto ricordato come uno dei principali esponenti del movimento dei Macchiaioli e come artista di spicco nel panorama ottocentesco, nonché come prolifico incisore dal segno vivace e del tutto personale. Fattori era solito stampare da sé i suoi lavori utilizzando un piccolo torchio, esegue tirature irregolari spesso contraddistinte da una ricerca per gli effetti di chiaroscuro e da un uso sapiente delle velature. Gli esemplari di una stessa lastra sono perciò spesso differenti, più carichi e attenti agli effetti di luce nelle tirature curate dall’autore, meno caldi e più nitidi quelli fatti stampare presso la Calcografia. Il ritratto, i soggetti militari, testimonianza dell’interesse verso i fatti risorgimentali, gli animali della campagna e gli scorci di vita comune sono i soggetti che più lo impegnano.
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