Ritratto della moglie Carolina Marignani
Riferimento: | S47288 |
Autore | Mosè Bianchi |
Anno: | 1880 ca. |
Misure: | 100 x 140 mm |
Riferimento: | S47288 |
Autore | Mosè Bianchi |
Anno: | 1880 ca. |
Misure: | 100 x 140 mm |
Descrizione
Acquaforte e bulino circa 1880, firmato in lastra in alto a sinistra.
Incisione inedita, appartenente alla tiratura Antonio Fusetti (Milano 1962) in 160 esemplari numerati.
Influenzato dallo stile di Faruffini e Mariano Fortuny, Mosè Bianchi inizia con quadri storici di soggetto romantico, per volgersi poi al genere e al paesaggio. La sua pittura parve assai rinnovatrice, per l’attenzione data agli effetti atmosferici e per la tecnica spigliata, in realtà più vicina a quella del Fortuny che a quella degli impressionisti. Egli realizzò circa settanta opere incise all’interno delle quali riportò ciò che rappresentava nei dipinti ma l’attenzione non è più rivolta tanto al soggetto quanto ai giochi chiaroscurali.
Bibliografia
Mosè Bianchi. Opera grafica, Milano, Antonio Fusetti, 1962, n. 17; cfr. Giubbini G., "L'acquaforte originale in Piemonte e in Liguria. 1860-1875", Genova 1976; cfr. "Mosè Bianchi e il suo tempo", cat. della mostra, Milano 1987.
Mosè Bianchi (Monza 1840 – Monza 1904)
Pittore e incisore italiano. Nel 1856 si iscrisse all’Accademia di Belle Arti di Brera. Allievo di Giuseppe Bertini, in questi anni strinse rapporti di amicizia con i compagni di corso: Filippo Carcano, Tranquillo Cremona, Federico Faruffini e Daniele Ranzoni, condividendo con essi, qualche anno dopo, lo studio milanese in via San Primo. Successivamente perfezionò le sue conoscenze artistiche a Venezia e a Parigi dove conobbe Mariano Fortuny. Esordì con quadri storici di soggetto romantico, per volgersi poi al genere e al paesaggio. La sua pittura parve assai rinnovatrice, per l’attenzione data agli effetti atmosferici e per la tecnica spigliata, in realtà più vicina a quella del Fortuny che a quella degli impressionisti. Egli realizzò circa settanta opere incise all’interno delle quali riportò ciò che rappresentava nei dipinti ma l’attenzione non è più rivolta tanto al soggetto quanto ai giochi chiaroscurali.
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Mosè Bianchi (Monza 1840 – Monza 1904)
Pittore e incisore italiano. Nel 1856 si iscrisse all’Accademia di Belle Arti di Brera. Allievo di Giuseppe Bertini, in questi anni strinse rapporti di amicizia con i compagni di corso: Filippo Carcano, Tranquillo Cremona, Federico Faruffini e Daniele Ranzoni, condividendo con essi, qualche anno dopo, lo studio milanese in via San Primo. Successivamente perfezionò le sue conoscenze artistiche a Venezia e a Parigi dove conobbe Mariano Fortuny. Esordì con quadri storici di soggetto romantico, per volgersi poi al genere e al paesaggio. La sua pittura parve assai rinnovatrice, per l’attenzione data agli effetti atmosferici e per la tecnica spigliata, in realtà più vicina a quella del Fortuny che a quella degli impressionisti. Egli realizzò circa settanta opere incise all’interno delle quali riportò ciò che rappresentava nei dipinti ma l’attenzione non è più rivolta tanto al soggetto quanto ai giochi chiaroscurali.
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