L'avaro

Riferimento: S42060
Autore Antonio Piccinni
Anno: 1878
Misure: 315 x 440 mm
Non Disponibile

Riferimento: S42060
Autore Antonio Piccinni
Anno: 1878
Misure: 315 x 440 mm
Non Disponibile

Descrizione

Acquaforte, 1878, firmata e datata in lastra in basso a destra. "A. Piccinni / Roma 1878" seguita dal titolo sotto "L'Avaro".

Magnifica prova, impressa su carta cina applicata, con margini, in perfetto stato di conservazione.

Un vecchio avaro che indossa un lungo cappotto appoggiato su uno scrittoio aperto, con la mano appoggiata su un mucchio di monete.

Pittore e incisore italiano soprannominato “il re dei disegnatori”. La più grande vocazione dell’artista è, infatti, la grafica. Dal 1860 studia a Napoli all’Istituto di Belle Arti sotto la guida di maestri come Domenico Morelli (Napoli 1826 – 1901), Filippo Palizzi (Vasto 1818 – Napoli 1889), Tommaso Aloysio Juvara (Messina 1809 – Roma 1875) e Francesco Pisante (Napoli 1830 – 1889). Qui egli studia la tecnica dell’acquaforte d’invenzione e aderisce al verismo di matrice palizziana. Agli inizi del 1873 si trasferisce a Roma e frequenta i corsi di incisione alla Calcografia Nazionale. Tra il 1878 e il 1880 è a Parigi presso l’editore Cadart e proprio questa parentesi parigina colloca il Piccinni tra gli artisti europei fautori della rinascita dell’acquaforte originale. Sperimentatore delle nuove possibilità legate al mezzo fotografico è tra i primi in Italia a impiegare la fotoincisione tra il 1874 ed il 1886. I temi affrontati da Piccinni dimostrano l’attenzione costante verso i gesti più semplici della quotidianità della vita, gli individui vengono rappresentati come modelli di categorie sociali.

Bibliografia

A. Petrucci, “A. Piccinni incisore”, 1931, p, 220, f. 126

Antonio Piccinni (Trani 1846 – Roma 1920)

Pittore e incisore italiano soprannominato “il re dei disegnatori”. La più grande vocazione dell’artista è, infatti, la grafica. Dal 1860 studia a Napoli all’Istituto di Belle Arti sotto la guida di maestri come Domenico Morelli (Napoli 1826 – 1901), Filippo Palizzi (Vasto 1818 – Napoli 1889), Tommaso Aloysio Juvara (Messina 1809 – Roma 1875) e Francesco Pisante (Napoli 1830 – 1889). Qui egli studia la tecnica dell’acquaforte d’invenzione e aderisce al verismo di matrice palizziana. Agli inizi del 1873 si trasferisce a Roma e frequenta i corsi di incisione alla Calcografia Nazionale. Tra il 1878 e il 1880 è a Parigi presso l’editore Cadart e proprio questa parentesi parigina colloca il Piccinni tra gli artisti europei fautori della rinascita dell’acquaforte originale. Sperimentatore delle nuove possibilità legate al mezzo fotografico è tra i primi in Italia a impiegare la fotoincisione tra il 1874 ed il 1886. I temi affrontati da Piccinni dimostrano l’attenzione costante verso i gesti più semplici della quotidianità della vita, gli individui vengono rappresentati come modelli di categorie sociali.

Bibliografia

A. Petrucci, “A. Piccinni incisore”, 1931, p, 220, f. 126

Antonio Piccinni (Trani 1846 – Roma 1920)

Pittore e incisore italiano soprannominato “il re dei disegnatori”. La più grande vocazione dell’artista è, infatti, la grafica. Dal 1860 studia a Napoli all’Istituto di Belle Arti sotto la guida di maestri come Domenico Morelli (Napoli 1826 – 1901), Filippo Palizzi (Vasto 1818 – Napoli 1889), Tommaso Aloysio Juvara (Messina 1809 – Roma 1875) e Francesco Pisante (Napoli 1830 – 1889). Qui egli studia la tecnica dell’acquaforte d’invenzione e aderisce al verismo di matrice palizziana. Agli inizi del 1873 si trasferisce a Roma e frequenta i corsi di incisione alla Calcografia Nazionale. Tra il 1878 e il 1880 è a Parigi presso l’editore Cadart e proprio questa parentesi parigina colloca il Piccinni tra gli artisti europei fautori della rinascita dell’acquaforte originale. Sperimentatore delle nuove possibilità legate al mezzo fotografico è tra i primi in Italia a impiegare la fotoincisione tra il 1874 ed il 1886. I temi affrontati da Piccinni dimostrano l’attenzione costante verso i gesti più semplici della quotidianità della vita, gli individui vengono rappresentati come modelli di categorie sociali.