Ritratto della pittrice Lancelot Croce
Riferimento: | S42103 |
Autore | Cesare BISEO |
Anno: | 1900 ca. |
Misure: | 130 x 170 mm |
Riferimento: | S42103 |
Autore | Cesare BISEO |
Anno: | 1900 ca. |
Misure: | 130 x 170 mm |
Descrizione
Acquaforte e puntasecca, circa 1900. Titolo a matita in basso e firma autografa in basso a destra “C. Biseo”.
Magnifica prova, impressa con inchiostro verde su carta coeva, tracce di antica inquadratura, per il resto in eccellente stato di conservazione.
Marcelle Renée Lancelot, coniugata Croce (Parigi, 26 gennaio 1854 – ca 1946), è stata una pittrice, scultrice e medaglista francese naturalizzata italiana. In seguito al matrimonio con lo scultore Leonardo Croce, prese la nazionalità italiana, cambiando il nome in Marcella. Visse per diversi anni a Roma, a partire dal 1895. Oltre alla pittura e alla scultura, si dedicò anche fin da giovane alla professione di medaglista.
Cesare Biseo pittore, acquarellista e incisore, nasce a Roma, ove il padre, Gian Battista, valente pittore accademico di Brescia, si era da poco trasferito essendo stato chiamato a decorare il castello di Bracciano. Riceve dunque dal padre i primi insegnamenti artistici e, a seguito del genitore, trascorre da giovane un lungo periodo a Parigi. Nel 1869, in occasione dell’inaugurazione del Canale di Suez, il Kedivé d’Egitto lo chiama a decorare prima il suo palazzo in Alessandria e poi il Teatro dell’Opera al Cairo. Innamoratosi dell’Africa la visita più volte e nel 1875 con Edmondo De Amicis e il pittore Stefano Ussi fa parte della prima missione italiana in Marocco. Ne trae diversi albi di schizzi, che utilizza per illustrare, insieme ad Ussi, il libro di De Amicis, Marocco, edito nel 1877 dalla casa editrice Treves di Milano. Nello stesso anno accompagna De Amicis a Costantinopoli, illustrando poi l’omonimo libro dello scrittore pubblicato nel ’78 sempre dalla Treves. Il grande successo di entrambe le edizioni consacra Biseo “orientalista”, spingendolo ad intensificare la produzione di oli ed acquarelli a soggetto arabo. Intanto nel 1875, assieme a E. Roesler Franz e N. Cipriani, fonda a Roma la Società degli Acquerellisti, di cui diviene presidente nel 1881. La vena orientalista, infatti, non gli aveva fatto dimenticare la passione per i paesaggi della Campagna Romana, ritratti con grande fedeltà ed originali tagli di luce (“l’ardito effetto di sole”), evolvendo dall’originario gusto classico verso soluzioni sempre più veriste. Lo troviamo anche tra i soci fondatori del Gruppo dei XXV della Campagna romana, ove Pascarella gli affibbia il nomignolo di “cariate” per i suoi trascorsi egiziani. Ebbe lo studio a via Margutta e fu, come le foto di Oreste Sgambati stanno a dimostrare, un frequentatore assiduo del Caffè Greco, dove fu soprannominato “professorissimo” per la sua maestria a biliardo. Oltre agli affreschi ed alle decorazioni degli esordi, dipinge ugualmente bene ad olio e all’acquarello. Si è inoltre dedicato con successo all’acquaforte, come dimostrano le sue bellissime illustrazioni di libri.
Il presente ritratto di Marcella Lancelot Croce, confrontando le biografie dei due artisti, risale al periodo tra il 1895 e il 1909, tra l'arrivo della pittrice a Roma e la scomparsa di Biseo.
Opera non descritta da nessuno dei repertori consultati. Molto rara.
Cesare BISEO (Roma 1843 - 1909)
Figlio di Giovanni Battista, nacque a Roma il 18 maggio 1843. Indirizzato dal padre verso una pittura di gusto classicheggiante, si rivelò presto abile decoratore, dimostrando agilità di mano e vivacità descrittiva; staccatosi dagli schemi classici, aderì a un gusto realistico di tipo post-romantico di cui tuttavia rifiutò qualunque accento retorico o sentimentale, per concentrarsi su una rappresentazione oggettiva volta, più che al racconto, a rendere l'immediato carattere di personaggi, paesaggi o vicende storiche. Malgrado le ricerche fatte, non hanno trovato conferma le notizie riguardanti l'attività del B. in Egitto: invitato dal chedivè, si sarebbe recato (1870?, 1871 ?) ad Alessandria, dove avrebbe decorato il palazzo e altri edifici pubblici e avrebbe inoltre dipinto al Cairo per il Teatro dell'Opera. Affascinato dal mondo arabo, nel 1875 accompagnò, con S. Ussi, l'amico E. De Amicis nella prima missione italiana nel Marocco, spintasi sotto la direzione di S. Scovasso da Tangeri a Fez (illustrò insieme con l'Ussi Marocco di De Amicis, Milano 1877; le illustrazioni piacquero molto e furono acquistate dall'editore Hachette per l'edizione francese; alcune vignette vennero riprodotte in L'Illustrazione italiana, 5 ag. 1877, p. 85). Nel 1877 accompagnò De Amicis a Costantinopoli e quindi ne illustrò l'opera intitolata appunto Costantinopoli (Milano 1878). La prima esposizione alla quale ha partecipato e di cui si è trovata notizia è l'Esposizione nazionale di Belle Arti a Napoli (1877), dove fu presente con Il palazzo di giustizia a Tangeri (n. 528 del catalogo; vedi anche L. Chirtani, Un cortiletto del Marocco..., in L'Illustrazione italiana, 18 marzo 1877, p. 170). Nel 1883, all'Esposizione di Belle Arti di Roma, espose una grande tela con il Ricevimento della prima ambasciata italiana nel Marocco (p. 81 del catalogo; Roma, palazzo della Consulta); nel 1884, all'Esposizione generale italiana di arte contemporanea a Torino, espose due tele di soggetto africano (p. 11 del catalogo). Nel 1886 il ministero degli Esteri gli commise il Ricevimento della prima missione scioana al Quirinale: un bozzetto si conserva al Museo Africano a Roma, dove si trova anche un altro bozzetto relativo alla tela definitiva; il soggetto infatti fu trasformato (1887), nell'emozione per l'avvenimento, nella Battaglia di Dogali (Palermo, palazzo dei Normanni). Nel 1887 il B. espose a Venezia una serie di vivaci acquerelli, Ricordi del Cairo. Nel Deserto, acquistato dal ministero della Pubblica Istruzione nel 1890, è ora conservato nella Galleria nazionale d'arte moderna di Roma, dove sono anche un'incisione a bulino (Studio di leoni) e ventisei tavolette a olio con Impressioni del Cairo acquistate nel 1907. Nel Museo dell'Africa, oltre alle opere citate, si trovano un S. Giorgio che uccide il drago (inv. 4043), tre pastelli e oltre venti disegni di soggetto africano (cfr. Margherita Abbruzzese - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 10, 1968).
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Cesare BISEO (Roma 1843 - 1909)
Figlio di Giovanni Battista, nacque a Roma il 18 maggio 1843. Indirizzato dal padre verso una pittura di gusto classicheggiante, si rivelò presto abile decoratore, dimostrando agilità di mano e vivacità descrittiva; staccatosi dagli schemi classici, aderì a un gusto realistico di tipo post-romantico di cui tuttavia rifiutò qualunque accento retorico o sentimentale, per concentrarsi su una rappresentazione oggettiva volta, più che al racconto, a rendere l'immediato carattere di personaggi, paesaggi o vicende storiche. Malgrado le ricerche fatte, non hanno trovato conferma le notizie riguardanti l'attività del B. in Egitto: invitato dal chedivè, si sarebbe recato (1870?, 1871 ?) ad Alessandria, dove avrebbe decorato il palazzo e altri edifici pubblici e avrebbe inoltre dipinto al Cairo per il Teatro dell'Opera. Affascinato dal mondo arabo, nel 1875 accompagnò, con S. Ussi, l'amico E. De Amicis nella prima missione italiana nel Marocco, spintasi sotto la direzione di S. Scovasso da Tangeri a Fez (illustrò insieme con l'Ussi Marocco di De Amicis, Milano 1877; le illustrazioni piacquero molto e furono acquistate dall'editore Hachette per l'edizione francese; alcune vignette vennero riprodotte in L'Illustrazione italiana, 5 ag. 1877, p. 85). Nel 1877 accompagnò De Amicis a Costantinopoli e quindi ne illustrò l'opera intitolata appunto Costantinopoli (Milano 1878). La prima esposizione alla quale ha partecipato e di cui si è trovata notizia è l'Esposizione nazionale di Belle Arti a Napoli (1877), dove fu presente con Il palazzo di giustizia a Tangeri (n. 528 del catalogo; vedi anche L. Chirtani, Un cortiletto del Marocco..., in L'Illustrazione italiana, 18 marzo 1877, p. 170). Nel 1883, all'Esposizione di Belle Arti di Roma, espose una grande tela con il Ricevimento della prima ambasciata italiana nel Marocco (p. 81 del catalogo; Roma, palazzo della Consulta); nel 1884, all'Esposizione generale italiana di arte contemporanea a Torino, espose due tele di soggetto africano (p. 11 del catalogo). Nel 1886 il ministero degli Esteri gli commise il Ricevimento della prima missione scioana al Quirinale: un bozzetto si conserva al Museo Africano a Roma, dove si trova anche un altro bozzetto relativo alla tela definitiva; il soggetto infatti fu trasformato (1887), nell'emozione per l'avvenimento, nella Battaglia di Dogali (Palermo, palazzo dei Normanni). Nel 1887 il B. espose a Venezia una serie di vivaci acquerelli, Ricordi del Cairo. Nel Deserto, acquistato dal ministero della Pubblica Istruzione nel 1890, è ora conservato nella Galleria nazionale d'arte moderna di Roma, dove sono anche un'incisione a bulino (Studio di leoni) e ventisei tavolette a olio con Impressioni del Cairo acquistate nel 1907. Nel Museo dell'Africa, oltre alle opere citate, si trovano un S. Giorgio che uccide il drago (inv. 4043), tre pastelli e oltre venti disegni di soggetto africano (cfr. Margherita Abbruzzese - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 10, 1968).
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