- New

Riferimento: | S48468 |
Autore | Cornelis BOS |
Anno: | 1560 ca. |
Misure: | 210 x 330 mm |
Riferimento: | S48468 |
Autore | Cornelis BOS |
Anno: | 1560 ca. |
Misure: | 210 x 330 mm |
Bulino, firmato con le iniziali in basso a destra: «C.B», circa 1560.
Iscritto sul basamento del monumento: «IMP[ERATORI] CAES[ARI] DIVI ANTONINI F[ILIO] DIVI HADRIANI / NEPOTI DIVI TRAIANI PARTHICI PRONEPOTI DIVI / NERVAE AB NEPOTI M[ARCO] AVRELIO ANTONINO PIO / AVG[VSTO] GERM[ANICO] SARM[ATICO] PONT[IFICI] MAX[IMO] TRIB[VNICIA] POT[ESTATE] XXVII / IMP[ERATORI] VI CO[N]S[VLI] S P Q R» [All’imperatore Marco Aurelio, Augusto, Germanico, Sarmatico, Pontefice Massimo, investito della potestà tribunizia 27 volte, proclamato imperatore sei volte, console, figlio del divino Antonino, nipote del divino Adriano, del divino Traiano Partico pronipote, del divino Nerva abnipote SPQR].
Iscritto in basso al centro: «M[arci] Avrelii Antonini piI equestris Statua aenea in area capitolina» [Statua equestre di bronzo del pio Marco Aurelio Antonino, conservata in Campidoglio].
Nei primi due decenni del Cinquecento vennero incise una serie di stampe relative a Marco Aurelio, non sappiamo se provenienti da un unico disegno che raffigurava il gruppo con l’originale piedistallo quadrangolare. Tra le incisioni figurano quelle di Nicoletto da Modena, Marcantonio Raimondi e quella di Marco Dente. Evelina Borea sottolinea che il gruppo equestre di Marco Aurelio venne preso in considerazione da «Nicoletto da Modena, Marco Dente, Marcello Fogolino e, forse secondo nella sequenza, Marcantonio. È impressionante la diversità tra le quattro interpretazioni: il cavaliere di Nicoletto è immaginato all’interno di una stanza ombrosa con finestre, ed è secco e stenterello; quello di Marco Dente, il ravennate che si affiancherà a Marcantonio nella cerchia di Raffaello, è visto di lato nella piazza che ha mura merlate nello sfondo variegate di architetture di fantasia; mentre ci appare incarnato in pasta tenera e vibrante quello, rappresentato in tralice, di Marcello Fogolino, un artista vicentino di cui non è noto se e quando venne a Roma. Il Marco Aurelio di Marcantonio è più fedele al modello, col suo calibrato profilo sullo sfondo di un muretto muschiato». Il monumento è ritratto nella sua collocazione originale presso San Giovanni in Laterano. A volere il trasferimento al Campidoglio fu Paolo III (1534-1549) che peraltro era stato cardinale arciprete della basilica di San Giovanni per ben ventisei anni. Il 12 gennaio 1538 iniziarono i lavori di trasferimento della statua di Marco Aurelio dal Laterano. Dal diario di Biagio Martinelli da Cesena, cerimoniere di Paolo III, si apprende che il 25 gennaio 1538 il pontefice si recò al Campidoglio per ammirare la statua traslata. Nel frattempo, sulla piazza veniva predisposto il nuovo piedistallo in sostituzione di quello quattrocentesco del Laterano. Nel primo disegno del monumento, che si deve a Francisco de Hollanda (1540 ca.), la base è di forma ellittica e lo sfondo è quello della facciata del palazzo dei Conservatori, in elaborazione fantastica.
Magnifica prova, impressa su carta vergata coeva priva di filigrana, con sottili margini tracce di piega centrale, per il resto in ottimo stato di conservazione. Esemplare con l’indirizzo di Hendrck van Schoel.
Bibliografia
C. Hülsen, 1921, p. 152, 48e; Hollstein, F. W. H. Dutch and Flemish Etchings, Engravings, and Woodcuts, Ca. 1450-1700. 58 vols. Amsterdam: Menno Hertzberger, 1949-2001. v.3, p.126, n.73.
Cornelis BOS (1506/10 ca. — dopo il 1555)
Cornelis [Willem] Bos è stato un incisore fiammingo, mercante di stampe ed editore di libri, attraverso le cui riproduzioni di dipinti e di sculture romane antiche (come il Laocoonte), opere classiche entrarono nel repertorio degli artisti nordici. Il suo lavoro è spesso firmato con il monogramma C-B. Cornelis è nato a Hertogenbosch, da cui deriva il suo cognome Bos, ma si trasferì poi ad Anversa, dove divenne membro della Gilda di San Luca, una delle più prestigiose associazioni di artisti ed artigiani. Fino al 1544 Bos ha lavorato ad Anversa come incisore per le illustrazioni di libri. Sono state identificate come sue prime incisioni (1537) la riproduzione de La Prudenza e La Giustizia di Maarten van Heemskerck, e di un’opera di Agostino Veneziano.Le sue incisioni, copiate da edizioni italiane, servirono come illustrazioni per un breve riassunto in lingua olandese del trattato di architettura di Vitruvio e per una traduzione olandese del libro IV del trattato di architettura Sebastiano Serlio, entrambi pubblicati da Pieter Coecke van Aelst. Le sue riproduzioni di incisioni di Marcantonio Raimondi, non provano che egli abbia mai fatto un viaggio a Roma. Nell'estate del 1544 Bos fu costretto a fuggire da Anversa per la sua partecipazione ad una setta spiritualista .antisacerdotale Sembra che si recò a Parigi, dove un lavoro anatomico pubblicato da Jérôme de Gourmont nel 1545, ripete il testo già utilizzato da Cornelis Bos e addirittura fa uso dei suoi blocchi di legno. Tra il 1546 e il 1548, dal suo rifugio sicuro a Norimberga, Cornelis Bos pubblicò più di un centinaio di incisioni di motivi ornamentali e grottesche. Bos ha anche prodotto incisioni di soggetti religiosi e allegorici, spesso dipendono per la loro composizione dai “Kleinmeister” di Norimberga, con molti paralleli nella produzione di Virgilio Solis. Si trasferì a Groningen, dove gli fu concessa la cittadinanza nel 1550. Morì qualche anno dopo, come si evince da un documento del 7 Maggio 1555 che si riferisce a lui come defunto.
|
Cornelis BOS (1506/10 ca. — dopo il 1555)
Cornelis [Willem] Bos è stato un incisore fiammingo, mercante di stampe ed editore di libri, attraverso le cui riproduzioni di dipinti e di sculture romane antiche (come il Laocoonte), opere classiche entrarono nel repertorio degli artisti nordici. Il suo lavoro è spesso firmato con il monogramma C-B. Cornelis è nato a Hertogenbosch, da cui deriva il suo cognome Bos, ma si trasferì poi ad Anversa, dove divenne membro della Gilda di San Luca, una delle più prestigiose associazioni di artisti ed artigiani. Fino al 1544 Bos ha lavorato ad Anversa come incisore per le illustrazioni di libri. Sono state identificate come sue prime incisioni (1537) la riproduzione de La Prudenza e La Giustizia di Maarten van Heemskerck, e di un’opera di Agostino Veneziano.Le sue incisioni, copiate da edizioni italiane, servirono come illustrazioni per un breve riassunto in lingua olandese del trattato di architettura di Vitruvio e per una traduzione olandese del libro IV del trattato di architettura Sebastiano Serlio, entrambi pubblicati da Pieter Coecke van Aelst. Le sue riproduzioni di incisioni di Marcantonio Raimondi, non provano che egli abbia mai fatto un viaggio a Roma. Nell'estate del 1544 Bos fu costretto a fuggire da Anversa per la sua partecipazione ad una setta spiritualista .antisacerdotale Sembra che si recò a Parigi, dove un lavoro anatomico pubblicato da Jérôme de Gourmont nel 1545, ripete il testo già utilizzato da Cornelis Bos e addirittura fa uso dei suoi blocchi di legno. Tra il 1546 e il 1548, dal suo rifugio sicuro a Norimberga, Cornelis Bos pubblicò più di un centinaio di incisioni di motivi ornamentali e grottesche. Bos ha anche prodotto incisioni di soggetti religiosi e allegorici, spesso dipendono per la loro composizione dai “Kleinmeister” di Norimberga, con molti paralleli nella produzione di Virgilio Solis. Si trasferì a Groningen, dove gli fu concessa la cittadinanza nel 1550. Morì qualche anno dopo, come si evince da un documento del 7 Maggio 1555 che si riferisce a lui come defunto.
|