La Vergine allatta il Bambino o Riposo durante la fuga in Egitto

Riferimento: S31785
Autore Giulio BONASONE
Anno: 1563
Misure: 307 x 216 mm
1.900,00 €

Riferimento: S31785
Autore Giulio BONASONE
Anno: 1563
Misure: 307 x 216 mm
1.900,00 €

Descrizione

Acquaforte e bulino, 1563, firma e data parzialmente abrase sulla pietra a sinistra. Da un soggetto di Tiziano.

Esemplare nel secondo stato, con la firma per esteso, già parzialmente abrasa, IULIO BONAS/ONE F./1563. Il primo stato, segnalato da Zani, reca soltanto il monogramma IVB.

In basso a sinistra, una nota manoscritta indica il nome dell’inventor “Titianus”

Bellissima prova, impressa su carta vergata coeva, con sottili margini, in ottimo stato di conservazione.

L’incisione del Bonasone deriva da un disegno di Tiziano per il dipinto, oggi smarrito, eseguito dal Vecellio nel terzo decennio del secolo XVI.

L’opera del Bonasone è nota anche attraverso una copia in controparte, attribuita a Martino Rota, e uno studio, anch’esso in controparte, nella Collection of Northwestern University and Ester and Malcolm Bick.

Il disegno preparatorio del Vecellio fu utilizzato da Niccolò Boldrini per la sua xilografia.

Bibliografia

Bartsch XV.129.67 ; Massari 1983 133; Zani, II, VI, pp. 54-55; Catelli Isola, p. 31 n. 4

Giulio BONASONE (Bologna circa 1500 - Roma circa 1580)

Giulio Bonasone, nato a Bologna nel 1510 circa, è incisore a bulino e all’acquaforte oltre che pittore come ricorda il Malaspina includendolo tra gli allievi di Lorenzo Sabbatici. Sono 410 le stampe - quasi tutte conservate all’Istituto per la Grafica di Roma - che la critica recente assegna al Bonasone ampliando il numero indicato dal Bartsch di 354 fogli. Incisore di riproduzione oltre che di invenzione, Giulio inizia la sua attività calcografica intorno al 1531, come risulta dalla data che si legge nella raffaellesca S. Cecilia. Ritenuto un seguace tardivo di Marcantonio Raimondi, il bolognese rivela presto una sostanziale autonomia di visione che lo rende uno degli interpreti più interessanti dell’epoca, tanto che lo stesso Parmigianino gli consegna i disegni per la trasposizione su rame. A Roma dal 1544 fino al 1547 ca., il Bonasone lavora per i più importanti editori – calcografi dell’epoca (Salamanca, Barlacchi, Lafrery) interpretando i soggetti di Michelangelo o di Raffaello e dei suoi principali allievi: Giulio Romano, Perin del Vaga e Polidoro da Caravaggio, in uno stile estremamente personale che si avvale di tratti a bulino spesso combinati all’acquaforte.

Bibliografia

Bartsch XV.129.67 ; Massari 1983 133; Zani, II, VI, pp. 54-55; Catelli Isola, p. 31 n. 4

Giulio BONASONE (Bologna circa 1500 - Roma circa 1580)

Giulio Bonasone, nato a Bologna nel 1510 circa, è incisore a bulino e all’acquaforte oltre che pittore come ricorda il Malaspina includendolo tra gli allievi di Lorenzo Sabbatici. Sono 410 le stampe - quasi tutte conservate all’Istituto per la Grafica di Roma - che la critica recente assegna al Bonasone ampliando il numero indicato dal Bartsch di 354 fogli. Incisore di riproduzione oltre che di invenzione, Giulio inizia la sua attività calcografica intorno al 1531, come risulta dalla data che si legge nella raffaellesca S. Cecilia. Ritenuto un seguace tardivo di Marcantonio Raimondi, il bolognese rivela presto una sostanziale autonomia di visione che lo rende uno degli interpreti più interessanti dell’epoca, tanto che lo stesso Parmigianino gli consegna i disegni per la trasposizione su rame. A Roma dal 1544 fino al 1547 ca., il Bonasone lavora per i più importanti editori – calcografi dell’epoca (Salamanca, Barlacchi, Lafrery) interpretando i soggetti di Michelangelo o di Raffaello e dei suoi principali allievi: Giulio Romano, Perin del Vaga e Polidoro da Caravaggio, in uno stile estremamente personale che si avvale di tratti a bulino spesso combinati all’acquaforte.