Veduta di Castel sant'Angelo con fuochi d'artificio
Riferimento: | S38092 |
Autore | Giovanni Battista GALESTRUZZI |
Anno: | 1657 ca. |
Misure: | 384 x 309 mm |
Riferimento: | S38092 |
Autore | Giovanni Battista GALESTRUZZI |
Anno: | 1657 ca. |
Misure: | 384 x 309 mm |
Descrizione
Acquaforte, firmato e datato in basso a destra "Gio. Batta Galestruzzi Fiorentino fece 1657"; in basso a sinistra “Gio. Fran. Grimaldi Bolognese Inven.”; in alto a destra, il numero "244".
Buon esemplare, impresso su carta vergata vergata coeva filigranata, completo oltre l’impronta del rame, traccia di piega verticale al centro, rare e sporadiche fioriture, nel complesso in ottimo stato di conservazione.
Nel 1657 il Galestruzzi realizzò cinque tavole ad acquaforte destinate a illustrare lo spartito del dramma musicale il “Trionfo della Pietà ovvero La vita humana” (libretto di Giulio Rospigliosi, futuro papa Clemente IX, musiche di Marco Marazzoli) rappresentato per la prima volta nel teatro di palazzo Barberini a Roma (31 gennaio 1656) in onore dell'arrivo in città della regina Cristina di Svezia. Di queste incisioni, tre con Vedute di giardini riproducono fedelmente i disegni realizzati da G.F. Grimaldi per la scenografia dell'opera (Batorska, 1994, pp. 42 s. figg. 2, 5, p. 45 fig. 7), la quarta – qui presentata - una veduta di Castel Sant'Angelo, la quinta il Proscenio del teatro di palazzo Barberini.
Bibliografia
Bartsch, 57. TIB, 21(1), p. 114. TIB, 46 p. 175
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Giovanni Battista GALESTRUZZI (Firenze 1615 - Roma 1669)
Allievo di F. Furini e seguace di S. della Bella, lavorò specialmente a Roma. Della produzione pittorica del Galestruzzi si hanno notizie assai scarse, mentre assai più conosciuta è l'attività di incisore: il Bartsch (1821) annovera nel suo catalogo 333 incisioni, cui vanno integrati i numerosi fogli sciolti, opere perlopiù di traduzione (The Illustrated Bartsch, 1985, pp. 268-289, nn. 334-362). Galestruzzi firma le proprie tavole con il nome per esteso o, talvolta, usando il proprio monogramma costituito dalle lettere "GBG" intrecciate. Fra le sue fini incisioni ricordiamo quelle del fregio di Polidoro da Caravaggio per palazzo Cesi, 1658; tavole per l'opera Le gemme antiche figurate di L. Agostini, 1657, ecc.
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Bibliografia
Bartsch, 57. TIB, 21(1), p. 114. TIB, 46 p. 175
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Giovanni Battista GALESTRUZZI (Firenze 1615 - Roma 1669)
Allievo di F. Furini e seguace di S. della Bella, lavorò specialmente a Roma. Della produzione pittorica del Galestruzzi si hanno notizie assai scarse, mentre assai più conosciuta è l'attività di incisore: il Bartsch (1821) annovera nel suo catalogo 333 incisioni, cui vanno integrati i numerosi fogli sciolti, opere perlopiù di traduzione (The Illustrated Bartsch, 1985, pp. 268-289, nn. 334-362). Galestruzzi firma le proprie tavole con il nome per esteso o, talvolta, usando il proprio monogramma costituito dalle lettere "GBG" intrecciate. Fra le sue fini incisioni ricordiamo quelle del fregio di Polidoro da Caravaggio per palazzo Cesi, 1658; tavole per l'opera Le gemme antiche figurate di L. Agostini, 1657, ecc.
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