La famiglia del contadino orientale
Riferimento: | S38352 |
Autore | Giambattista TIEPOLO |
Anno: | 1740 ca. |
Misure: | 178 x 225 mm |
Riferimento: | S38352 |
Autore | Giambattista TIEPOLO |
Anno: | 1740 ca. |
Misure: | 178 x 225 mm |
Descrizione
Acquaforte, 1740 circa, firmata in basso a destra “Tiepolo”.
Splendida prova, impressa su carta vergata coeva, completa oltre la linea del rame, qualche lievissima e rara fioritura, nel complesso lo stato di conservazione è ottimo.
Esemplare nel primo stato di due, avanti il numero 15 in alto a destra.
L’incisione appartiene al gruppo inziale degli “Scherzi” (1742 – 1744) che, eseguita a più riprese tra il 1742 e il 1757 venne pubblicata, vivente Giambattista, in fogli sciolti non numerati. Nelle prime tre edizioni del “Catalogo” (pubblicate dal 1774 al 1777), la serie venne numerata e inserita al n. 2 con il titolo “Libro di Scherzi di Fantasia n. 24”, di cui questa incisione era la numero 10; nell’ultima edizione (1778), il numero dei rami è ridotto a 15. e comprende i rami numerati 4-7, 12-19, 22-23. Non è noto il motivo della riduzione dei rami. La serie completa di 24 rami passò poi all’editore Teodoro Viero che promosse una ristampa.
L’interpretazione iconografica degli Scherzi è ancora oggi una “vexata quaestio”.
Bibliografia
Rizzi 62.18 i/ii - Succi, p. 468 n. 59 i/ii
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Giambattista TIEPOLO (Venezia, 1696 - Madrid, 1770)
Fu il più famoso pittore del XVIII secolo italiano, e ultimo grande rappresentante dell’importante tradizione artistica d’Italia. Fu disegnatore e pittore di affreschi particolarmente dotato. I suoi cicli di affreschi e le tele religiose e mitologiche mostrano come egli fosse dotato anche di una certa sensibilità nella comprensione delle richieste dei suoi committenti, unita al talento, unico per l’epoca, di proiettare soggetti narrativi e devozionali con una forza drammatica. Godette del supporto di mecenati internazionali e dipinse cicli di affreschi che diedero lustro e gloria al Principe Karl Philipp von Greiffenklau of Würzburg e Carlo III di Spagna. Dipinse anche opere religiose - immagini della Vergine, le sofferenze dei Santi, miracoli e scene dal Vecchio e Nuovo Testamento - per una vasta gamma di patroni, tra cui sono annoverate anche confraternite piccole e grandi, chiese urbane e provinciali, privati cittadini e ordini religiosi. Apelle che dipinge il Ritratto di Campaspe (c. 1725–7; Montreal, Mus. F.A.) rissume i temi della sua arte. Apelle, pittore di corte di Alessandro Magno (qui un autoritratto del Tiepolo), dipinge Campaspe, la concubina di Alessandro (il cui modello fu Cecilia Guardi) Dietro di loro due tele terminate, Il Serpente di Bronzo e Lo sposalizio dei SS Cecilia e Valeriano, appoggiati contro due enormi pilastri. Sempre sullo sfondo, un’enorme scultura antica, il celebre Ercole Farnese, e una loggia in lontananza, ispirata a Jacopo Sansovino. I paralleli sono evidenti: come Apelle, Tiepolo lavorò per le classi governative. I suoi dipinti rappresentavano i grandi temi della tradizione pittorica occidentale e le ambientazioni scelte rivelano la sua fedeltà all’eredità artistica veneta.
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Bibliografia
Rizzi 62.18 i/ii - Succi, p. 468 n. 59 i/ii
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Giambattista TIEPOLO (Venezia, 1696 - Madrid, 1770)
Fu il più famoso pittore del XVIII secolo italiano, e ultimo grande rappresentante dell’importante tradizione artistica d’Italia. Fu disegnatore e pittore di affreschi particolarmente dotato. I suoi cicli di affreschi e le tele religiose e mitologiche mostrano come egli fosse dotato anche di una certa sensibilità nella comprensione delle richieste dei suoi committenti, unita al talento, unico per l’epoca, di proiettare soggetti narrativi e devozionali con una forza drammatica. Godette del supporto di mecenati internazionali e dipinse cicli di affreschi che diedero lustro e gloria al Principe Karl Philipp von Greiffenklau of Würzburg e Carlo III di Spagna. Dipinse anche opere religiose - immagini della Vergine, le sofferenze dei Santi, miracoli e scene dal Vecchio e Nuovo Testamento - per una vasta gamma di patroni, tra cui sono annoverate anche confraternite piccole e grandi, chiese urbane e provinciali, privati cittadini e ordini religiosi. Apelle che dipinge il Ritratto di Campaspe (c. 1725–7; Montreal, Mus. F.A.) rissume i temi della sua arte. Apelle, pittore di corte di Alessandro Magno (qui un autoritratto del Tiepolo), dipinge Campaspe, la concubina di Alessandro (il cui modello fu Cecilia Guardi) Dietro di loro due tele terminate, Il Serpente di Bronzo e Lo sposalizio dei SS Cecilia e Valeriano, appoggiati contro due enormi pilastri. Sempre sullo sfondo, un’enorme scultura antica, il celebre Ercole Farnese, e una loggia in lontananza, ispirata a Jacopo Sansovino. I paralleli sono evidenti: come Apelle, Tiepolo lavorò per le classi governative. I suoi dipinti rappresentavano i grandi temi della tradizione pittorica occidentale e le ambientazioni scelte rivelano la sua fedeltà all’eredità artistica veneta.
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