Le Forze d'Ercole

Riferimento: S39253
Autore Anonimo
Anno: 1773
Misure: 140 x 290 mm
1.500,00 €

Riferimento: S39253
Autore Anonimo
Anno: 1773
Misure: 140 x 290 mm
1.500,00 €

Descrizione

Acquaforte, 1773, nel cartiglio in basso a destra: “Gioco detto il Babao/fatto da Nicolotti e non/d’altri sotto il coman/do di Capo Andre l’asi/nello l’anno 1773”.

Impressa su carta vergata coeva (mm. 284 x 411), coloritura coeva, in basso a sinistra, annotazione manoscritta a matita “W.R.T. Venice: May 20, 1895”, in ottimo stato di conservazione.

La tavola raffigura lo spettacolo detto le “Forze d’Ercole”. Durante il giorno del Giovedì Grasso si svolgevano questi giochi con piramidi umane fatte su macchine in cui si affrontavano i Castellani (abitanti nel sestiere di Castello, San Marco e Dorsoduro) contro i Nicolotti (abitanti dei sestieri di San Polo, Santa Croce e Cannaregio). I giochi sono a ricordo dell'episodio della presa di Aquileia, in cui i Castellani presero la città scavalcando le mura con delle piramidi umane.

Erano piramidi umane che potevano arrivare anche a otto piani, competizione nella quale le due fazioni in gara si misuravano in forza, equilibrio e agilità. Potevano avvenire a terra e allora su botti si formava un tavolato sul quale i “Saorna” (così veniva chiamata la zavorra delle navi) costituivano la base solida che doveva sopportare tutto il peso e poi si saliva a colonne sino all’ultimo piano, generalmente un ragazzo detto il “Cimiereto” che si esibiva in acrobazie tipo “tombolo o impalo”. Le piramidi erano di vari gradi di difficoltà con intento figurativo o allegorico e venivano presentate e classificate con un proprio nome. Tra le più famose si ricordano: Il Colosso di Rodi, La bella Venezia, La Gloria, La Fama, La cassa di Maometto, L’Unione, La Verginella.

Il gioco poteva svolgersi anche su chiatte o barche in acqua aumentando così la difficoltà per gli sfidanti.

Opera molto rara, non descritta dia repertori consultati.

Anonimo

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