Due figure maschili

Riferimento: S44163
Autore Pietro ROTARI
Anno: 1725 ca.
Misure: 80 x 117 mm
Non Disponibile

Riferimento: S44163
Autore Pietro ROTARI
Anno: 1725 ca.
Misure: 80 x 117 mm
Non Disponibile

Descrizione

Due busti di uomini. Il busto a destra della stampa raffigura un uomo anziano con una grande barba, con una cuffia in testa e lo sguardo rivolto verso il basso. Quello a sinistra è un uomo più giovane, con il petto, le spalle e la testa nudi, che guarda verso il cielo. In alto a sinistra: “P. Ç.”; a destra troviamo la firma di Rotari, attraverso il monogramma “.P. R.”.

L'incisione è una delle trenta acqueforti conosciute e descritte dal Baudi De Vesme come opera di Pietro Rotari. Il "P. R." che compre in alto a destra è, infatti, il monogramma del suo nome, mentre il "P.C." scritto a sinistra è la sigla dell'artista, da cui è stata tratta l'acquaforte e cioè Paolo Caliari detto il Veronese. Come ricorda il Nagler (in "Monogrammisten"), due sono le stampe che portano queste due coppie di iniziali e una è proprio questa.

Il pittore Pietro Rotari, nato a Verona il 4 ottobre 1707, ebbe diversi maestri. Dapprima riceve lezioni di disegno dall'incisore Robert Van Audenaerd, poi si mette sotto la direzione del connazionale Antonio Balestra; a diciotto anni si reca a Venezia, dove studia per due anni; a Roma è allievo di Francesco Trevisani per quattro anni; infine, a Napoli, trascorre tre anni nella bottega di Solimena. Tornò nella sua città natale intorno al 1734, dove dipinse molte immagini di chiese e ritratti e ottenne il titolo di conte. Intorno al 1734 fece un viaggio a Vienna e da lì, su invito di Augusto III, Re di Polonia, si recò a Dresda. Nel 1736 lasciò la Sassonia, chiamato a San Pietroburgo dall'imperatrice Elisabetta, che lo nominò suo primo pittore. In Russia eseguì un gran numero di ritratti per la famiglia imperiale, tra cui quello dell'imperatrice Caterina II, noto grazie all'incisione di C. G. Guttenberg; realizzò inoltre alcuni grandi dipinti di storia, tra i quali la Continenza di Scipione e Venere e Adone. Era all'apice del successo e del favore quando morì, quasi improvvisamente, a San Pietroburgo il 31 agosto 1762. Pochi giorni dopo la sua morte, l'imperatrice Caterina scelse alcuni dipinti di Rotari che erano rimasti nel suo studio e per i quali pagò agli eredi del pittore la somma di 4000 rubli. La Galleria degli Uffizi conserva un autoritratto di Rotari. Sebbene si dedicò soprattutto alla pittura ad olio, tra il 1725 e il 1731 si occupò anche di incisioni, riproducendo opere del suo maestro, del Veronese, del Trevisani, del Maratta e anche soggetti propri.

Acquaforte, circa 1725/30. Magnifica prova, ricca di toni, impressa su carta vergata coeva, con sottilissima margini, in perfetto stato di conservazione. Rara.

Bibliografia

De Vesme A.  Le Peintre-graveur italien (1906), p. 471 n. 21.

 

Pietro ROTARI (Verona 1707 – San Pietroburgo 1762)

Pietro Rotari, nato a Verona il 4 ottobre 1707, ebbe diversi maestri. Dapprima riceve lezioni di disegno dall'incisore Robert Van Audenaerd, poi si mette sotto la direzione del connazionale Antonio Balestra; a diciotto anni si reca a Venezia, dove studia per due anni; a Roma è allievo di Francesco Trevisani per quattro anni; infine, a Napoli, trascorre tre anni nella bottega di Solimena. Tornò nella sua città natale intorno al 1734, dove dipinse molte immagini di chiese e ritratti e ottenne il titolo di conte. Intorno al 1734 fece un viaggio a Vienna e da lì, su invito di Augusto III, Re di Polonia, si recò a Dresda. Nel 1736 lasciò la Sassonia, chiamato a San Pietroburgo dall'imperatrice Elisabetta, che lo nominò suo primo pittore. In Russia eseguì un gran numero di ritratti per la famiglia imperiale, tra cui quello dell'imperatrice Caterina II, noto grazie all'incisione di C. G. Guttenberg; realizzò inoltre alcuni grandi dipinti di storia, tra i quali la Continenza di Scipione e Venere e Adone. Era all'apice del successo e del favore quando morì, quasi improvvisamente, a San Pietroburgo il 31 agosto 1762. Pochi giorni dopo la sua morte, l'imperatrice Caterina scelse alcuni dipinti di Rotari che erano rimasti nel suo studio e per i quali pagò agli eredi del pittore la somma di 4000 rubli. La Galleria degli Uffizi conserva un autoritratto di Rotari. Sebbene si dedicò soprattutto alla pittura ad olio, tra il 1725 e il 1731 si occupò anche di incisioni, riproducendo opere del suo maestro, del Veronese, del Trevisani, del Maratta e anche soggetti propri.

Pietro ROTARI (Verona 1707 – San Pietroburgo 1762)

Pietro Rotari, nato a Verona il 4 ottobre 1707, ebbe diversi maestri. Dapprima riceve lezioni di disegno dall'incisore Robert Van Audenaerd, poi si mette sotto la direzione del connazionale Antonio Balestra; a diciotto anni si reca a Venezia, dove studia per due anni; a Roma è allievo di Francesco Trevisani per quattro anni; infine, a Napoli, trascorre tre anni nella bottega di Solimena. Tornò nella sua città natale intorno al 1734, dove dipinse molte immagini di chiese e ritratti e ottenne il titolo di conte. Intorno al 1734 fece un viaggio a Vienna e da lì, su invito di Augusto III, Re di Polonia, si recò a Dresda. Nel 1736 lasciò la Sassonia, chiamato a San Pietroburgo dall'imperatrice Elisabetta, che lo nominò suo primo pittore. In Russia eseguì un gran numero di ritratti per la famiglia imperiale, tra cui quello dell'imperatrice Caterina II, noto grazie all'incisione di C. G. Guttenberg; realizzò inoltre alcuni grandi dipinti di storia, tra i quali la Continenza di Scipione e Venere e Adone. Era all'apice del successo e del favore quando morì, quasi improvvisamente, a San Pietroburgo il 31 agosto 1762. Pochi giorni dopo la sua morte, l'imperatrice Caterina scelse alcuni dipinti di Rotari che erano rimasti nel suo studio e per i quali pagò agli eredi del pittore la somma di 4000 rubli. La Galleria degli Uffizi conserva un autoritratto di Rotari. Sebbene si dedicò soprattutto alla pittura ad olio, tra il 1725 e il 1731 si occupò anche di incisioni, riproducendo opere del suo maestro, del Veronese, del Trevisani, del Maratta e anche soggetti propri.