Turco con turbante
Riferimento: | S44161 |
Autore | Giandomenico TIEPOLO |
Anno: | 1772 ca. |
Misure: | 90 x 122 mm |
Riferimento: | S44161 |
Autore | Giandomenico TIEPOLO |
Anno: | 1772 ca. |
Misure: | 90 x 122 mm |
Descrizione
Acquaforte e bulino, 1772-1773, circa.
Esemplare nel primo stato di due, prima del numero 14 nell’angolo inferiore sinistro. Della serie Raccolta di Teste.
Secondo Succi la stampa, non inclusa nell’Acquisition Mariette e quindi databile al 1772-1773, si basa su un disegno di Giovanbattista Tiepolo. Riproduce un dettaglio dello sfondo per il dipinto Martirio di S. Agata di Giovanbattista, conservato nella basilica di S. Antonio di Padova (Knox 1975, n. 193).
L’edizione completa di sessanta stampe (oltre alla dedica e ai due titoli) della Raccolta di Teste fu pubblicata nelle prime tre edizioni del Catalogo di Giandomenico. La serie completa non venne pubblicata prima del 1774, quando apparve nella prima edizione del Catalogo, come dimostra il fatto che non sono conosciuti esempi di album completi editi separatamente dai fogli inseriti nel Catalogo.
La Raccolta, che secondo il progetto originario doveva essere limitata a quaranta stampe, di cui una dozzina con teste di donne, fu iniziata negli anni ’50 (nel 1758 ne erano state incise ventisei, presenti nell’Acquisition Mariette) e fu completata dopo il ritorno di Giandomenico dalla Spagna, tra il 1771 e il 1773.
Bellissima prova, impressa su carta vergata coeva, con margini, in eccellente stato di conservazione.
Bibliografia
Dario Succi, La Serenissima nello specchio di rame. Splendore di una civiltà figurativa del Settecento. L’opera completa dei Grandi Maestri veneti, II, p. 594, n. 134.
Giandomenico TIEPOLO (Venezia 1727 - 1804)
Il più grande dei figli di Giambattista sopravvissuti, entrò nello studio del padre all’inizio degli anni '40 del 1700, dove studiò l’arte paterna copiando disegni e acqueforti del maestro. Nel 1747, all’età di 20 anni, Giandomenico dipinse un ciclo di 14 tele, la Via Crucis per l’Oratorio del Crocifisso a S. Polo a Venezia (in situ). Evitò qualsiasi accenno alla magniloquenza di Giambattista e creò delicate scene che ritraevano la sofferenza del Cristo, il dolore dei suoi seguaci e la freddezza degli spettatori casuali in uno stile molto schietto. Dal 1750 al 1770 Giandomenico fu sia assistente e associato del padre, sia artista indipendente, sebbene a volte i ruoli non fossero del tutto chiari. Dal 1750 al 1753 prepararono ed eseguirono gli affreschi decorativi nella Würzburg Residenz, ma Giandomenico stava anche realizzando un certo numero di lavori individuali, come la Istituzione dell’Eucaristia (1753; Copenhagen, Stat. Mus. Kst). Quest’opera è dipinta con stile semplice e diretto, tipico della sua arte, sia dal punto di vista del soggetto (si veda ad esempio il Minuetto, 1755; Barcellona, Mus. A. Catalunya) e quello della composizione (ad esempio I Quattro Santi Camaldolesi, 1756; Verona, Castelvecchio, in cui le figure sono raggruppate insieme).
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Giandomenico TIEPOLO (Venezia 1727 - 1804)
Il più grande dei figli di Giambattista sopravvissuti, entrò nello studio del padre all’inizio degli anni '40 del 1700, dove studiò l’arte paterna copiando disegni e acqueforti del maestro. Nel 1747, all’età di 20 anni, Giandomenico dipinse un ciclo di 14 tele, la Via Crucis per l’Oratorio del Crocifisso a S. Polo a Venezia (in situ). Evitò qualsiasi accenno alla magniloquenza di Giambattista e creò delicate scene che ritraevano la sofferenza del Cristo, il dolore dei suoi seguaci e la freddezza degli spettatori casuali in uno stile molto schietto. Dal 1750 al 1770 Giandomenico fu sia assistente e associato del padre, sia artista indipendente, sebbene a volte i ruoli non fossero del tutto chiari. Dal 1750 al 1753 prepararono ed eseguirono gli affreschi decorativi nella Würzburg Residenz, ma Giandomenico stava anche realizzando un certo numero di lavori individuali, come la Istituzione dell’Eucaristia (1753; Copenhagen, Stat. Mus. Kst). Quest’opera è dipinta con stile semplice e diretto, tipico della sua arte, sia dal punto di vista del soggetto (si veda ad esempio il Minuetto, 1755; Barcellona, Mus. A. Catalunya) e quello della composizione (ad esempio I Quattro Santi Camaldolesi, 1756; Verona, Castelvecchio, in cui le figure sono raggruppate insieme).
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