Le rovine delle antiche magnificenze di Roma che si veggono nel Campo Vaccino
Riferimento: | S42514 |
Autore | Giuseppe VASI |
Anno: | 1765 |
Zona: | Foro Romano |
Luogo di Stampa: | Roma |
Misure: | 1015 x 688 mm |
Riferimento: | S42514 |
Autore | Giuseppe VASI |
Anno: | 1765 |
Zona: | Foro Romano |
Luogo di Stampa: | Roma |
Misure: | 1015 x 688 mm |
Descrizione
A Sua Eccellenza il Sig.r D. Abondio Rezzonico Nipote della Santità di Nostro Signore/ Papa Clemente XIII e Senatore di Roma/ Le rovine delle antiche magnificenze di Roma che si veggono nel Campo Vaccino presente e dedica/Il suo umilissimo, divotissimo, ed obbligatissimo Servitore Giuseppe Vasi Conte Palatino e Cavaliere dell'Aula Lateranense, dal medesimo disegnate ed incise l'anno 1765
Incisione su tre fogli [101,5 x 68,8 cm la lastra].
Prima edizione, stampata su carta vergata coeva, con margini, buono stato di conservazione.
Rara acquaforte di grande formato, emessa separatamente, su tre fogli di Giuseppe Vasi (1710-82) raffigurante il Foro Romano. L'opera fa parte di quattro grandi vedute - due pubblicate nel 1765 e due nel 1771 - che incorporano le quattro basiliche patriarcali di Roma in ampi panorami visti da alcuni dei punti più celebri della città. Sembra che Vasi abbia progettato queste incisioni per essere esposte da sole o insieme al suo iconico Prospetto dell'Alma città di Roma (1765) in 18 fogli, un panorama mozzafiato della città insuperato nella sua ambizione: "Le grandi stampe di Vasi delle quattro basiliche patriarcali furono emesse esattamente con le stesse dimensioni verticali del Prospetto, per garantire l'uniformità e migliorare l'estetica dell'esposizione collettiva. Nello schema di Vasi, quindi, ogni singola opera poteva stare da sola o essere arricchita attraverso l'associazione con materiale correlato" (Maier, p. 219), una caratteristica tipica dell'arredamento europeo della seconda metà del XVIII secolo (e che fornì a Vasi una flessibilità commerciale nella commercializzazione delle sue stampe).
Questa veduta del Foro, allora chiamato Campo Vaccino, è ripresa dal Campidoglio guardando oltre l'arco di Settimio Severo, in parte sommerso, lungo l'antica via Sacra fino al Colosseo. Vasi dedicò la stampa ad Abbondio Rezzonico, nipote di papa Clemente XIII appena insignito del titolo di senatore.
"Originario di Corleone, in Sicilia, Vasi era arrivato a Roma nel 1736, dove divenne noto per le sue vedute destinate all'insaziabile desiderio di souvenir della Città Eterna da parte dei turisti. Come Falda nel secolo precedente, Vasi si specializzò in interpretazioni relativamente semplici degli ambienti e dell'architettura di Roma, che collocavano i monumenti nel loro contesto urbano. In questo senso si distinse dal suo concorrente Giovanni Battista Piranesi, le cui vedute offrivano una visione più romantica dei monumenti di Roma e spesso li isolavano per ottenere un effetto drammatico" (Maier, p. 218).
Bibliografia
L. Scalabroni, Giuseppe Vasi (1710-82), pp. 92-3; J. Maier, Rome Measured and Imagined: Early Modern Maps of the Eternal City; C.A. Petrucci, Catalogo generale delle stampe tratte dai rami incisi posseduti dalla calcografia nazionale, 1218, p. 125.
Giuseppe VASI (Corleone, 27 Agosto 1710 - Roma, 16 Aprile 1782)
Pittore e incisore italiano. Dopo aver completato gli studi classici, si dedicò all’arte della stampa a Palermo, probabilmente studiando presso il Collegio Carolino, fondato dai Gesuiti nel 1728, e nel quale Francesco Ciché (prima del 1707; Palermo, 1742) insegnava. Vasi era già un incisore famoso quando, nel 1736, contribuì ad illustrare La reggia in trionfo di Pietro La Placa, in cui si descrivevano le feste celebratesi a Palermo per l’incoronazione di Carlo III di Napoli (futuro Carlo III di Spagna). Lo stesso anno, Vasi si trasferì a Roma dove, in quanto proveniente dal regno di Napoli, gli venne subito offerta la protezione dell’Ambasciatore, il Cardinal Troiano Aquaviva d’Aragona (1694 - 1747). A Roma incontrò altri artisti che lavoravano per lo stesso mecenate: Sebastiano Conca, Luigi Vanvitelli e Ferdinando Fuga. È su questo sfondo che l’opera romana di Vasi, durante la sua permanenza al Palazzo Farnese, dovrebbe essere considerata: il suo monopolio come incisore dei documenti romani del monarca, le lastre per i festival della “Chinea” e gli archi trionfali eretti di fronte ai giardini del Palatino in occasione della temporale sovranità su Roma.
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Giuseppe VASI (Corleone, 27 Agosto 1710 - Roma, 16 Aprile 1782)
Pittore e incisore italiano. Dopo aver completato gli studi classici, si dedicò all’arte della stampa a Palermo, probabilmente studiando presso il Collegio Carolino, fondato dai Gesuiti nel 1728, e nel quale Francesco Ciché (prima del 1707; Palermo, 1742) insegnava. Vasi era già un incisore famoso quando, nel 1736, contribuì ad illustrare La reggia in trionfo di Pietro La Placa, in cui si descrivevano le feste celebratesi a Palermo per l’incoronazione di Carlo III di Napoli (futuro Carlo III di Spagna). Lo stesso anno, Vasi si trasferì a Roma dove, in quanto proveniente dal regno di Napoli, gli venne subito offerta la protezione dell’Ambasciatore, il Cardinal Troiano Aquaviva d’Aragona (1694 - 1747). A Roma incontrò altri artisti che lavoravano per lo stesso mecenate: Sebastiano Conca, Luigi Vanvitelli e Ferdinando Fuga. È su questo sfondo che l’opera romana di Vasi, durante la sua permanenza al Palazzo Farnese, dovrebbe essere considerata: il suo monopolio come incisore dei documenti romani del monarca, le lastre per i festival della “Chinea” e gli archi trionfali eretti di fronte ai giardini del Palatino in occasione della temporale sovranità su Roma.
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