Arch of Traian. This monument is situated at Beneventum in the Kingdom of Naples

Riferimento: S46645
Autore Domenico CUNEGO
Anno: 1760 ca.
Zona: Benevento
Luogo di Stampa: Roma
Misure: 605 x 465 mm
900,00 €

Riferimento: S46645
Autore Domenico CUNEGO
Anno: 1760 ca.
Zona: Benevento
Luogo di Stampa: Roma
Misure: 605 x 465 mm
900,00 €

Descrizione

L'arco di Traiano a Benevento, da un dipinto di Charles Louis Clérisseau; alcune figure si vedono stendere il bucato su una terrazza in primo piano a sinistra, mentre in basso altre parlano tra di loro.

Acquaforte, 1760/65 circa, con titolo seguito da 'this monument is situated at Beneventum in the Kingdom of Naples', in inglese e francese, seguito dai dati di produzione: 'C. Clerisseau p. / D. Cunego sc. Romae".

Dalla serie Views of Antique Buildings and Famous Ruins in Italy.

Charles-Louis Clérisseau (28 agosto 1721 - 9 gennaio 1820) fu un architetto, disegnatore, antiquario e artista francese che divenne una delle massime autorità in materia di architettura romana antica e di rovine romane in Italia e in Francia. Con la sua influenza che si estendeva alla Russia, all'Inghilterra e agli Stati Uniti, e con clienti come Caterina la Grande e Thomas Jefferson, Clérisseau giocò un ruolo chiave nella genesi dell'architettura neoclassica della seconda metà del XVIII secolo.

Clérisseau creò opere su carta utilizzando una varietà di mezzi, spesso in combinazione tra loro, tra cui matita, gesso, inchiostro, acquerello e gouache. Molte delle sue opere sono state tradotte a stampa da incisori come Domenico Cunego (la serie delle Views of Antique Buildings and Famous Ruins in Italy), Francesco Bartolozzi, Francesco Zucchi e Paolo Santini.

Per l’incisore Domenico Cunego (Verona 1727 - Roma, 1803) fu centrale l'incontro nel 1760 con James Adam, che fermatosi a Verona dal 9 al 20 ottobre circa in compagnia di Clérisseau, dell'abate Farsetti e di uno dei fratelli Zucchi, assunse a suo servizio un disegnatore, Giuseppe Sacco, e, come incisore, il Cunego, che pare gli fosse stato presentato dal conte Girolamo Dal Pozzo.  Le Views of Antique Buildings and Famous Ruins in Italy si riferiscono ad un più ampio progetto di Antiquities of Sicily and Graecia Major, lungamente discusso col Clérisseau ed impostato fra il settembre e il dicembre 1761 durante un viaggio nel Napoletano cui non risulta che il Cunego abbia partecipato di persona.

Ottima impressione, su carta vergata coeva, con piccoli margini, tracce di colla al verso, altrimenti in buono stato di conservazione. Rara.

Bibliografia

Gian Luca Kannès, Domenico Cunego, in “Dizionario Biografico degli Italiani” - Volume 31 (1985).

Domenico CUNEGO (Verona, 1724 o 1725 – Roma, 8 gennaio 1803)

Incisore italiano. Avrebbe studiato sotto Francesco Ferrari, un pittore non noto altrimenti. Iniziò la sua carriera artistica come pittore, producendo diverse opere, che sono o andate perse o comunque non identificabili. A 18 anni iniziò all'incisione, tecnica su cui fu probabilmente un autodidatta. Le incisioni che eseguì sulla Cappella Sistina di Michelangelo, pubblicate nella Schola Italica Picturae (1773) da Gavin Hamilton, furono una importante fonte per gli artisti del suo tempo. Cunego è rilevante non solo per le riproduzioni dei dipinti del suo compaesano Guido Reni e di altri italiani contemporanei come Antonio Balestra, Francesco Solimena, e Felice Boscaratti, ma anche per il lavoro con artisti britannici che venivano in Italia per il Grand Tour. Tra questi il ciclo di Gavin Hamilton composto da sei opere sulla Iliade e il lavoro di David Allan, Origin of Portraiture. I figli Luigi (ca. 1750) e Giuseppe (b. 1760) furono anch'essi incisori.

Domenico CUNEGO (Verona, 1724 o 1725 – Roma, 8 gennaio 1803)

Incisore italiano. Avrebbe studiato sotto Francesco Ferrari, un pittore non noto altrimenti. Iniziò la sua carriera artistica come pittore, producendo diverse opere, che sono o andate perse o comunque non identificabili. A 18 anni iniziò all'incisione, tecnica su cui fu probabilmente un autodidatta. Le incisioni che eseguì sulla Cappella Sistina di Michelangelo, pubblicate nella Schola Italica Picturae (1773) da Gavin Hamilton, furono una importante fonte per gli artisti del suo tempo. Cunego è rilevante non solo per le riproduzioni dei dipinti del suo compaesano Guido Reni e di altri italiani contemporanei come Antonio Balestra, Francesco Solimena, e Felice Boscaratti, ma anche per il lavoro con artisti britannici che venivano in Italia per il Grand Tour. Tra questi il ciclo di Gavin Hamilton composto da sei opere sulla Iliade e il lavoro di David Allan, Origin of Portraiture. I figli Luigi (ca. 1750) e Giuseppe (b. 1760) furono anch'essi incisori.