Veduta della magnifica Sostruzione fabricata per regger la falda del Monte, e per render la Via Appia più commoda...

Riferimento: S49966
Autore Giovan Battista PIRANESI
Anno: 1764
Zona: Via Appia - Albano
Luogo di Stampa: Roma
Misure: 694 x 438 mm
750,00 €

Riferimento: S49966
Autore Giovan Battista PIRANESI
Anno: 1764
Zona: Via Appia - Albano
Luogo di Stampa: Roma
Misure: 694 x 438 mm
750,00 €

Descrizione

Nel riquadro in basso a sinistra: Veduta della magnifica Sostruzione fabricata per regger la falda del Monte, e per render la Via Appia più commoda, / e meno declive tra la Valle, e le due opposte Colline. Appio Claudio il Censore l'anno 442 di Roma intraprese la Via dalla / Porta Capena sin' alla Città di Capua. L'Architettura di quest'Opera che si rende particolare nella costruz.e circolare degli / Archi per essere di quell'antica maniera usata prima de' tempi de' Cesari. Quest'opera è fabricata à corsi di pietre quadrate bis= / lunghe di Pietra Albana. La detta Strada è fabricata di grandi lastre di Selce ben connesse. Questo Edificio era prima mol= / to elevato dal piano antico, ora ricoperto dalle rovine , e si vede lungi da Albano un miglio in circa. In basso a destra: Cavalier Piranesi F.

Tavola dell’opera Le Antichità di Albano e di Castel Gandolfo.

Gli studi archeologici di Piranesi nella zona del lago di Albano, iniziati con il lavoro sull'Emissario, furono fortemente incoraggiati da papa Clemente XIII, la cui residenza estiva a Castel Gandolfo si affacciava sul lago. Su suggerimento di questo importante mecenate, che contribuì a sostenere le ingenti spese, l'artista realizzò un trattato particolarmente bello dedicato alle antichità locali e dedicato al Papa. In quest'opera, spesso legata alle opere sull'Emissario e sulle Due Spelonche, Piranesi estende la sua tecnica illustrativa che combina vedute evocative con grafici altamente tecnici, spesso speculativi, su aspetti dell'edilizia romana.

Stilisticamente l’opera è legata al periodo della maturità archeologica, oltre che grafica; pertanto, le vedute risultano caratterizzate dall’estrema attenzione per i particolari dei monumenti, con descrizioni tecniche esatte, associate a vedute vibranti realizzate con la maestria di una varietà e molteplicità di segni grafici.

L'incisione rappresenta, come spiega la didascalia incisa sulla matrice in basso a sinistra, una Veduta della magnifica Sostruzione fabricata per regger la falda del Monte, e per render la Via Appia più commoda, / e meno declive tra la Valle, e le due opposte Colline. Si tratta, infatti, della sostruzione costruita dai romani in località Valle Ariccia per compensare il notevole pendio creato da un antico cratere e rendere in tal modo rettilineo il percorso della Regina Viarum o, perlomeno, privo di grandi dislivelli. L'enorme viadotto romano, ammirevole opera di ingegneria, fu costruito in opera quadrata di peperino e nucleo cementizio. Sotto il piano stradale, nella colossale struttura muraria, erano stati aperti due archi per permettere il passaggio di strade ortogonali e consentire il deflusso delle acque. All'epoca di Piranesi in quel tratto la via Appia era ben conservata, compresa la sua pavimentazione originale, come mostra la sua veduta, dove si riscontra una rappresentazione molto fedele alla realtà in base al confronto con le antiche foto scattate da Thomas Ashby tra la fine dell'Ottocento e il primo Novecento.

Acquaforte e bulino, firmata in lastra in basso a sinistra.

Magnifico esemplare, impresso su carta vergata coeva con filigrana “doppio cerchio e giglio”, in ottimo stato di conservazione

Bibliografia

Petrucci, 1953, p. 270, n. 483, tav. 25; Focillon, 1967, p. 318, n. 536 bis; Wilton-Ely, 1994, p. 727, n. 670; Ficacci, 2000, p. 473, n. 589;  Regina Viarum. La via Appia nella grafica tra Cinquecento e Novecento, catalogo della mostra (Roma, Istituto centrale per la grafica, 20 settembre 2023 - 7 gennaio 2024), a cura di Gabriella Bocconi, Roma, 2023.

Giovan Battista PIRANESI (Mogliano Veneto 1720 - Roma 1778)

Acquafortista, incisore, progettista, architetto e teorico italiano, considerato uno dei supremi esponenti dell’incisione topografica, sebbene il maggiore interesse egli lo mostrasse per l’architettura. Anche se solo pochi disegni architettonici sono stati realizzati, egli ebbe comunque una grande influenza, nel Neo-Classicismo europeo, attraverso contatti personali con architetti, mecenati e artisti in visita a Roma nel corso di quattro decadi. La sua prolifica produzione di lastre di acqueforti, che combinava una straordinaria immaginazione con una conoscenza delle tecniche dell’antica Roma estremamente pragmatica, diede avvio ad una nuova e duratura percezione dell’antichità. Era anche disegnatore di strutture e palchi per le feste, decoratore di interni e di mobili, così come restauratore. L’interazione di questa straordinaria combinazione di attività lo portò ad un concetto alto del disegno, sostenuto da saggi scritti. L’eredità che lasciò, relativamente alla sua visione unica della civiltà romana, fu una interpretazione immaginativa e una ri-creazione del passato che ispirarono scrittori e poeti così come artisti ed altri disegnatori.

Giovan Battista PIRANESI (Mogliano Veneto 1720 - Roma 1778)

Acquafortista, incisore, progettista, architetto e teorico italiano, considerato uno dei supremi esponenti dell’incisione topografica, sebbene il maggiore interesse egli lo mostrasse per l’architettura. Anche se solo pochi disegni architettonici sono stati realizzati, egli ebbe comunque una grande influenza, nel Neo-Classicismo europeo, attraverso contatti personali con architetti, mecenati e artisti in visita a Roma nel corso di quattro decadi. La sua prolifica produzione di lastre di acqueforti, che combinava una straordinaria immaginazione con una conoscenza delle tecniche dell’antica Roma estremamente pragmatica, diede avvio ad una nuova e duratura percezione dell’antichità. Era anche disegnatore di strutture e palchi per le feste, decoratore di interni e di mobili, così come restauratore. L’interazione di questa straordinaria combinazione di attività lo portò ad un concetto alto del disegno, sostenuto da saggi scritti. L’eredità che lasciò, relativamente alla sua visione unica della civiltà romana, fu una interpretazione immaginativa e una ri-creazione del passato che ispirarono scrittori e poeti così come artisti ed altri disegnatori.