Prospetto d’un regio Cortile
Riferimento: | S7576 |
Autore | Giovan Battista PIRANESI |
Anno: | 1750 |
Misure: | 238 x 539 mm |
Riferimento: | S7576 |
Autore | Giovan Battista PIRANESI |
Anno: | 1750 |
Misure: | 238 x 539 mm |
Descrizione
Acquaforte, bulino e puntasecca, firmata in lastra in basso a sinistra.
Esemplare nel terzo stato di cinque. La tavola appartiene alla raccolta, iniziata nel 1743, denominata Prima Parte di Architetture e Prospettive.
Magnifica prova, impressa su carta coeva con filigrana “cerchio e giglio con lettere CB” (Robison 2), con pieni margini, in ottime condizioni.
Prima parte di Architetture e Prospettive è una pubblicazione del giovane Piranesi, appena stabilitosi a Roma. Il risultato è un’opera non del tutto unitaria, caratterizzata dalla notevole differenza stilistica tra le tavole, ma dal grande fascino e che lascia intuire e prevedere i futuri sviluppi artistici. Il lavoro continua una tradizione di un modello ormai affermato, che prevedeva il capriccio e la veduta, la scenografia ed il trattato di architettura, ma in seguito, analizzando la biografia dell’artista si comprenderà essere soprattutto lo sfogo di una crisi come architetto e di un itinerario interiore vissuto con intensità. Insomma, il frutto dello scontro di una mente legata alla cultura veneziana erede della poesia delle rovine evocata da Marco Ricci e ripresa dal Bellotto e dal Canaletto, e la nuova cultura architettonica che si andava formando nel giovane Piranesi. Prima parte di Architetture e le successive fantasie architettoniche che la continuano costituiscono un passo decisivo verso lo scopo che egli si prefiggeva nella prefazione all’opera: far sì che il capriccio architettonico portasse a liberare l’architettura dalle catene del mondo materiale e sociale, per farne un’arte veramente liberale. Immediato fu il successo di pubblico che riscosse il lavoro.
La prima stesura dell’opera è databile al 1743, e venne dedicata a Nicola Giobbe, grande impresario al servizio della Camera Apostolica e protettore del giovane architetto veneziano. In seguito, la stessa fu inserita in un più ampio discorso che comprendeva anche i quattro Capricci e pubblicata nelle Opere Varie di Architettura Prospettive Grotteschi Antichità Inventate ed incise da Giambattista Piranesi Architetto Veneziano stampata da Giovanni Bouchard nel 1750.
Esemplare tratto dalla prima edizione della serie Opere Varie di Architettura Prospettive Grotteschi Antichità Inventate ed incise da Giambattista Piranesi Architetto Veneziano, edita da Giovanni Bouchard nel 1750.
Bibliografia
10 III/V, Wilton Ely 12, Focillon 11
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Giovan Battista PIRANESI (Mogliano Veneto 1720 - Roma 1778)
Acquafortista, incisore, progettista, architetto e teorico italiano, considerato uno dei supremi esponenti dell’incisione topografica, sebbene il maggiore interesse egli lo mostrasse per l’architettura. Anche se solo pochi disegni architettonici sono stati realizzati, egli ebbe comunque una grande influenza, nel Neo-Classicismo europeo, attraverso contatti personali con architetti, mecenati e artisti in visita a Roma nel corso di quattro decadi. La sua prolifica produzione di lastre di acqueforti, che combinava una straordinaria immaginazione con una conoscenza delle tecniche dell’antica Roma estremamente pragmatica, diede avvio ad una nuova e duratura percezione dell’antichità. Era anche disegnatore di strutture e palchi per le feste, decoratore di interni e di mobili, così come restauratore. L’interazione di questa straordinaria combinazione di attività lo portò ad un concetto alto del disegno, sostenuto da saggi scritti. L’eredità che lasciò, relativamente alla sua visione unica della civiltà romana, fu una interpretazione immaginativa e una ri-creazione del passato che ispirarono scrittori e poeti così come artisti ed altri disegnatori.
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Bibliografia
10 III/V, Wilton Ely 12, Focillon 11
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Giovan Battista PIRANESI (Mogliano Veneto 1720 - Roma 1778)
Acquafortista, incisore, progettista, architetto e teorico italiano, considerato uno dei supremi esponenti dell’incisione topografica, sebbene il maggiore interesse egli lo mostrasse per l’architettura. Anche se solo pochi disegni architettonici sono stati realizzati, egli ebbe comunque una grande influenza, nel Neo-Classicismo europeo, attraverso contatti personali con architetti, mecenati e artisti in visita a Roma nel corso di quattro decadi. La sua prolifica produzione di lastre di acqueforti, che combinava una straordinaria immaginazione con una conoscenza delle tecniche dell’antica Roma estremamente pragmatica, diede avvio ad una nuova e duratura percezione dell’antichità. Era anche disegnatore di strutture e palchi per le feste, decoratore di interni e di mobili, così come restauratore. L’interazione di questa straordinaria combinazione di attività lo portò ad un concetto alto del disegno, sostenuto da saggi scritti. L’eredità che lasciò, relativamente alla sua visione unica della civiltà romana, fu una interpretazione immaginativa e una ri-creazione del passato che ispirarono scrittori e poeti così come artisti ed altri disegnatori.
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