Catalogo delle opere date finora alla luce da Giovanni Battista Piranesi
Riferimento: | S31758 |
Autore | Giovan Battista PIRANESI |
Anno: | 1761 ca. |
Misure: | 405 x 295 mm |
Riferimento: | S31758 |
Autore | Giovan Battista PIRANESI |
Anno: | 1761 ca. |
Misure: | 405 x 295 mm |
Descrizione
Acquaforte e bulino, circa 1761, firmata in lastra in alto a sinistra.
Esemplare nel terzo stato di trentasei descritto dal recentissimo saggio di Andrew Robison (marzo 2022) databile al 1761. Rispetto al secondo stato del Catalogo, vi appaiono le seguenti modifiche: la presenza tra le Vedute di Roma della veduta del Pantheon (Del Pantheon, paoli tre); la serie delle Carceri è stata completata e comprende 16 tavole in vendita a 20 paoli; i Trofei di Ottaviano sono composti da 10 fogli in vendita per 23 paoli.
Solo nove impressioni di questa tiratura del Catalogo (compreso questo esemplare) sono note a Robison.
Magnifica prova, impressa ad inchiostro bruno su carta vergata coeva priva di filigrana, con ampli margini, in eccellente stato di conservazione.
Abitudine comune di molti editori nel diciottesimo secolo era quella di redigere e dare alle stampe cataloghi o listini prezzi delle opere grafiche che offrivano in vendita, allo scopo pubblicitario di promulgarle, facilitarne le ordinazioni, ricevere sottoscrizioni. Il Piranesi non si limitò ad un semplice catalogo scritto, realizzandone uno illustrato, meglio conosciuto come catalogo inciso, che pubblicò per la prima volta nel 1761. L’occasione fu quella della nuova sede di Palazzo Tomati, dove andò a stabilirsi proprio nel 1761. Il primo catalogo conteneva l’elenco delle 59 vedute della serie Vedute di Roma prodotte sino ad allora, comprendendo anche la lista dei libri e delle altre stampe realizzate; tale catalogo venne di volta in volta aggiornato con l’aggiunta del nuovo materiale in vendita, producendo un notevole numero di stati differenti, di cui ben 36 sono ora noti.
Il catalogo inciso costituisce un elemento fondamentale per la datazione delle opere del Piranesi, strumento insostituibile di studio e ricerca, la cui analisi degli stati permette di datare approssimativamente tutte le opere tarde dell’artista. Nella realizzazione di questa opera, che a ragione viene considerata come l’ennesimo capolavoro, il Piranesi studia soprattutto l’aspetto decorativo che la stessa doveva assumere. La tecnica usata è la stessa di quella che ritroviamo in alcuni suoi libri; su uno sfondo architettonico egli dà vita ad un effetto trompe oeil, disegnando degli spilli che fermano alcuni cartigli contenenti titoli delle sue opere. Il primo piano è costituito da rovine e frammenti scultorei, mentre lo spazio bianco è volutamente inserito per aggiungere in seguito altre voci. Gli esemplari del catalogo sono notevolmente più rari delle altre incisioni, probabilmente sia per la scarsa tiratura, sia perché considerati effimero materiale pubblicitario, e quindi non conservati.
Alcune prove recano incise dediche ad amici e protettori dell’artista, altre annotazioni a penna di voci pubblicate da poco, aggiunte a mano autografa.
Esemplare di straordinaria bellezza.
Bibliografia
Andrew Robison, Piranesi’s Catalogo delle Opere, in The Burlington Magazine, n. 164 (2022), pp. 230-245, III/XXXVI; H. Focillon, Giovan Battista Piranesi 1720-1778 (1918): n. 1; A. M. Hind, Giovanni Battista Piranesi. A critical study with a list of his published works and detailed catalogues of the Prisons and Views of Rome (1922): p. 6.
Giovan Battista PIRANESI (Mogliano Veneto 1720 - Roma 1778)
Acquafortista, incisore, progettista, architetto e teorico italiano, considerato uno dei supremi esponenti dell’incisione topografica, sebbene il maggiore interesse egli lo mostrasse per l’architettura. Anche se solo pochi disegni architettonici sono stati realizzati, egli ebbe comunque una grande influenza, nel Neo-Classicismo europeo, attraverso contatti personali con architetti, mecenati e artisti in visita a Roma nel corso di quattro decadi. La sua prolifica produzione di lastre di acqueforti, che combinava una straordinaria immaginazione con una conoscenza delle tecniche dell’antica Roma estremamente pragmatica, diede avvio ad una nuova e duratura percezione dell’antichità. Era anche disegnatore di strutture e palchi per le feste, decoratore di interni e di mobili, così come restauratore. L’interazione di questa straordinaria combinazione di attività lo portò ad un concetto alto del disegno, sostenuto da saggi scritti. L’eredità che lasciò, relativamente alla sua visione unica della civiltà romana, fu una interpretazione immaginativa e una ri-creazione del passato che ispirarono scrittori e poeti così come artisti ed altri disegnatori.
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Giovan Battista PIRANESI (Mogliano Veneto 1720 - Roma 1778)
Acquafortista, incisore, progettista, architetto e teorico italiano, considerato uno dei supremi esponenti dell’incisione topografica, sebbene il maggiore interesse egli lo mostrasse per l’architettura. Anche se solo pochi disegni architettonici sono stati realizzati, egli ebbe comunque una grande influenza, nel Neo-Classicismo europeo, attraverso contatti personali con architetti, mecenati e artisti in visita a Roma nel corso di quattro decadi. La sua prolifica produzione di lastre di acqueforti, che combinava una straordinaria immaginazione con una conoscenza delle tecniche dell’antica Roma estremamente pragmatica, diede avvio ad una nuova e duratura percezione dell’antichità. Era anche disegnatore di strutture e palchi per le feste, decoratore di interni e di mobili, così come restauratore. L’interazione di questa straordinaria combinazione di attività lo portò ad un concetto alto del disegno, sostenuto da saggi scritti. L’eredità che lasciò, relativamente alla sua visione unica della civiltà romana, fu una interpretazione immaginativa e una ri-creazione del passato che ispirarono scrittori e poeti così come artisti ed altri disegnatori.
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