Rovine della Villa d'Orazio
Riferimento: | S31752 |
Autore | Giovan Battista PIRANESI |
Anno: | 1769 |
Misure: | 218 x 160 mm |
Riferimento: | S31752 |
Autore | Giovan Battista PIRANESI |
Anno: | 1769 |
Misure: | 218 x 160 mm |
Descrizione
L'imbarazzo nel descrivere il soggetto è pari a ll'estro ed alla follia artistica ed intellettuale del Piranesi, sintetizzato in questa "vignetta" dalla forma curiosa ma inequivocabile!
Rarissima opera a sfondo satirico e polemico,inserita a pagina 35 della sola prima edizione di "Diverse Maniere d'adornare i Cammini ed ogni altra parta degli edifizi", edita a Roma dal Piranesi nel 1769.
Esattamente l'opera è collocata alla fine dell'Apologia in difesa dell'architettura degli Egiziani e Toscani, realizzata in aperta polemica con Bertrand Capmartin de Chapuy, autore di un testo archeologico sulla villa di Orazio dal titolo "Decouverte de la maison de campagne d'Horace" stampato tra il 1767 ed il 1769.
Continuanado l'aperta polemica con la cosidetta "archeologia dotta", il Piranesi nella sua Apologia che precede questa incisione, continua e rafforza il discorso già intraprese con le "Antichità Romane".
I tre volumi raffigurati danno vita ad in effetto trompe oeil; il nome del Capmartin de Chapuy è riportato su uno dei tre tomi, con altri che invece riportano frasi pungenti indirizzate allo stesso ("Non merita risposta", "Capo confuso"). Il tutto viene arricchito dalla frase "Una fonte secca e pochi muri hanno prodotto tre grossi tomi".
In basso, l'autore si prende cura di consigliare l'editore con l'iscrizione "Via avverto a prender consiglio prima di stampare".
Acquaforte e bulino, 1769. Magnifica prova, impressa su carta vergata coeva con filigrana "doppio cerchio e giglio con lettere CB" (Robison 37), con pieni margini, lieve gora d'acqua nella parte inferiore destra del margine bianco, in eccellente stato di conservazione.
Bibliografia
Focillon 856, Witon-Ely 817
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Giovan Battista PIRANESI (Mogliano Veneto 1720 - Roma 1778)
Acquafortista, incisore, progettista, architetto e teorico italiano, considerato uno dei supremi esponenti dell’incisione topografica, sebbene il maggiore interesse egli lo mostrasse per l’architettura. Anche se solo pochi disegni architettonici sono stati realizzati, egli ebbe comunque una grande influenza, nel Neo-Classicismo europeo, attraverso contatti personali con architetti, mecenati e artisti in visita a Roma nel corso di quattro decadi. La sua prolifica produzione di lastre di acqueforti, che combinava una straordinaria immaginazione con una conoscenza delle tecniche dell’antica Roma estremamente pragmatica, diede avvio ad una nuova e duratura percezione dell’antichità. Era anche disegnatore di strutture e palchi per le feste, decoratore di interni e di mobili, così come restauratore. L’interazione di questa straordinaria combinazione di attività lo portò ad un concetto alto del disegno, sostenuto da saggi scritti. L’eredità che lasciò, relativamente alla sua visione unica della civiltà romana, fu una interpretazione immaginativa e una ri-creazione del passato che ispirarono scrittori e poeti così come artisti ed altri disegnatori.
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Bibliografia
Focillon 856, Witon-Ely 817
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Giovan Battista PIRANESI (Mogliano Veneto 1720 - Roma 1778)
Acquafortista, incisore, progettista, architetto e teorico italiano, considerato uno dei supremi esponenti dell’incisione topografica, sebbene il maggiore interesse egli lo mostrasse per l’architettura. Anche se solo pochi disegni architettonici sono stati realizzati, egli ebbe comunque una grande influenza, nel Neo-Classicismo europeo, attraverso contatti personali con architetti, mecenati e artisti in visita a Roma nel corso di quattro decadi. La sua prolifica produzione di lastre di acqueforti, che combinava una straordinaria immaginazione con una conoscenza delle tecniche dell’antica Roma estremamente pragmatica, diede avvio ad una nuova e duratura percezione dell’antichità. Era anche disegnatore di strutture e palchi per le feste, decoratore di interni e di mobili, così come restauratore. L’interazione di questa straordinaria combinazione di attività lo portò ad un concetto alto del disegno, sostenuto da saggi scritti. L’eredità che lasciò, relativamente alla sua visione unica della civiltà romana, fu una interpretazione immaginativa e una ri-creazione del passato che ispirarono scrittori e poeti così come artisti ed altri disegnatori.
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