Veduta del Tempio di Iside quale oggi esiste fragli avanzi dell'antica Città di Pompei
Riferimento: | S39639 |
Autore | Francesco PIRANESI |
Anno: | 1788 |
Misure: | 720 x 525 mm |
Riferimento: | S39639 |
Autore | Francesco PIRANESI |
Anno: | 1788 |
Misure: | 720 x 525 mm |
Descrizione
Acquaforte e bulino, 1788, da un soggetto di Louis-Jean Desprez. Raffigura la Porta Ercolano, Necropoli di Porta Ercolano, e le tombe monumentali.
In basso a sinistra: Luigi Desprez delin. in basso al centro: Veduta della Porta dell'antica Città di Pompei. in basso a destra: Cav. Franc.o Piranesi incise 1788.
Magnifica prova, ricca di toni, impressa su carta vergata coeva, con ampi margini, in eccellente stato di conservazione.
Bella e rara veduta degli scavi di Pompei, eseguita dal figlio di Giovanni Battista Piranesi. La veduta mostra dei turisti vestiti alla moda, probabilmente inglesi, che osservano gli splendidi resti appena scavati. Tra il 1764 e il 1766, con l'incoraggiamento dei Borbone di Napoli, iniziarono gli scavi dell'area del Teatro, del Foro Triangolare e del Tempio di Iside, che sarebbero stati portati completamente alla luce nei primi anni del secolo successivo. La città fu presto apprezzata dai gran turisti e altri siti furono aperti nella parte nord-ovest della città, dove tra il 1760 e il 1772 furono parzialmente esplorati la Casa del Chirurgo e la Villa di Diomede, lungo via dei Sepolcri. La cantina di quest'ultima rivelò 18 vittime dell'eruzione, insieme a un tesoro di monete d'oro e d'argento. Louis Jean Desprez (1740-1804), formato come scenografo e architetto, era un acquerellista di talento. Incaricato di realizzare una serie di vedute delle pittoresche rovine che circondano la baia di Napoli, completò questa veduta del tempio di Iside solo a grandi linee, prima di recarsi in Svezia sotto il patrocinio di Gustavo III. La lastra di rame fu poi lavorata, completata e pubblicata da Francesco.
Francesco Piranesi (Roma, 1758 ca. – Parigi, gennaio 1810) figlio e allievo di Giovan Battista, lavora molto al fianco del padre, con il quale nel 1770 visita Pompei. Nel 1799 si trasferisce con il fratello a Parigi in fuga dalle vicende politiche legate alla caduta della prima Repubblica Romana; qui la Calcografia Piranesi stampa numerose tavole realizzate da Giovan Battista Piranesi e rimaste inedite al momento della morte, tra le quali: Antiquitès de la Grande Grèce… (1804 –1807); Raccolta de’ tempi antichi (1780); Il Teatro di Ercolano… (1783); Monumenti degli Scipioni (1785) e un’antologia delle principali statue classiche di Roma.
Bellissimo esemplare.
Bibliografia
C.A. Petrucci, Catalogo Generale Delle Stampe Tratte Dai Rami Incisi Posseduti Dalla Calcografia Nazionale, 1021, p. 300 tav. 10, 1953; Focillon H., Giovanni Battista Piranesi, tav. 255, 1967; E. Benezit, Dictionnaire critique et documentaire des Peintres, Sculpteurs, Dessignateurs et Graveurs de tous les temps et de tous les Pays... nouvelle edition entiérement refondue sous la direction de Jacques Busse, Gründ 1999; L. Garcia y Garcia, Nova Bibliotheca Pompeiana, Roma 1998.
Francesco PIRANESI (Roma 1758 - Parigi 1810)
Figlio di G. B. Piranesi, fu allievo di J. Ph. e J. G. Hackert e di G. Volpato. A Roma collaborò con il padre alla decorazione del Caffè degli Inglesi; dopo la caduta della Repubblica romana si rifugiò a Parigi, dove impiantò con i fratelli Pietro e Laura , anch'essi incisori, la Chalcographie des Piranesi frères e una fabbrica di terrecotte su modelli antichi. L’opera di Francesco Piranesi è inseparabile da quella del padre Giovanni Battista, nella quale si inserisce completandola. Alla morte di quest’ultimo, avvenuta nel 1778, egli ripubblicò le vecchie raccolte con l’aggiunta di nuove tavole, eseguite completando gli
schizzi e gli appunti del padre. Tra le opere tratte dai rami incisi dal padre, notevole Les antiquités de la Grande Grèce (1804-07). Una delle opere più rappresentative di Francesco è la
Raccolta de’ Tempi Antichi che vede, accanto alle vedute propriamente dette, alcune
tavole di particolari a carattere documentario “…al fine di formare un corpo di studio
completo per gli architetti”.
Alcune opere di questa serie sono conservate presso lo Smith College Museum of Art di
Notrhampton, Massachussetts.
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Francesco PIRANESI (Roma 1758 - Parigi 1810)
Figlio di G. B. Piranesi, fu allievo di J. Ph. e J. G. Hackert e di G. Volpato. A Roma collaborò con il padre alla decorazione del Caffè degli Inglesi; dopo la caduta della Repubblica romana si rifugiò a Parigi, dove impiantò con i fratelli Pietro e Laura , anch'essi incisori, la Chalcographie des Piranesi frères e una fabbrica di terrecotte su modelli antichi. L’opera di Francesco Piranesi è inseparabile da quella del padre Giovanni Battista, nella quale si inserisce completandola. Alla morte di quest’ultimo, avvenuta nel 1778, egli ripubblicò le vecchie raccolte con l’aggiunta di nuove tavole, eseguite completando gli
schizzi e gli appunti del padre. Tra le opere tratte dai rami incisi dal padre, notevole Les antiquités de la Grande Grèce (1804-07). Una delle opere più rappresentative di Francesco è la
Raccolta de’ Tempi Antichi che vede, accanto alle vedute propriamente dette, alcune
tavole di particolari a carattere documentario “…al fine di formare un corpo di studio
completo per gli architetti”.
Alcune opere di questa serie sono conservate presso lo Smith College Museum of Art di
Notrhampton, Massachussetts.
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