LAUDATO SII MI SIGNORE
Riferimento: | S42772 |
Autore | Giovanni GUERRINI |
Anno: | 1926 |
Misure: | 405 x 540 mm |
Riferimento: | S42772 |
Autore | Giovanni GUERRINI |
Anno: | 1926 |
Misure: | 405 x 540 mm |
Descrizione
Litografia a penna, 1926, mm 405x540, firmata in basso a destra. Titolata a matita in basso a sinistra LAUDATO SII MI SIGNORE.
Nell’arte litografica Guerrini è un maestro riconosciuto e apprezzato a livello internazionale. In alcune opere prevale un aspetto tenebroso accresciuto dal ricorrere di temi simbolisti mentre nelle litografie di maggiore dimensione e di maggiore impegno l’adesione di Guerrini ai prediletti scenari naturali acquista i toni di una totale partecipazione agli aspetti di una natura di cui vengono minuziosamente indagate le manifestazioni. La figura umana sembra quasi un corollario, rivestendo sostanzialmente un ruolo di secondo piano nel fitto succedersi di fronde, rami, foglie, arbusti, cortecce, fili d’erba, fiori e piante che l’artista indaga e riporta con un inappagato senso di meraviglia.
Da una parte, quindi, Donne in giardino (1910), In calma vita profonda, Per un filosofo e Per uno studioso di Dante (1921) a rappresentare un lato oscuro del pensiero e della ragione e dall’altra i più serotini canti virgiliani: Primavera d’amore (1912), Il canto dell’usignolo (1914), Chiaro di luna (1914), Contemplazione (1915-20), Specchio d’acqua (1920 ca.), Sera romana (1920) e Serenità (1922). I due percorsi si sono sviluppati nel corso di almeno una decina d’anni in una alternanza senza soluzione di continuità. Con, in mezzo, il richiamo al Rinascimento di L’Annunciazione (1920) e il pauperismo francescano di Laudato si’ mi Signore (1926).
Se l’attività incisoria si può dire conclusa verso la metà degli anni Venti, va registrato il fatto che Guerrini ha continuato a fare riferimento a queste applaudite opere di soggetto bucolico per occasioni come la prima Mostra del Novecento Italiano del 1926 o per le esposizioni collettive del secondo dopoguerra. Se pur limitata negli anni, l’attività litografica continuerà a fare parte della proposta artistica di Guerrini nel tempo.
Uno dei capolavori di Guerrini litografo. Rara.
Bella impressione su sottile carta "giappone" avorio, in ottimo stato di conservazione.
Giovanni GUERRINI (Imola, 1887 - Roma, 1972)
Giovanni Guerrini nasce a Imola nel 1887. A Faenza fa parte del “cenacolo baccariniano” – assieme agli amici Domenico Rambelli, Ercole Drei e Giuseppe Ugonia – e presso la locale Scuola di Disegno riceve una educazione politecnica che, nel tempo, saprà dispiegare in vari campi espressivi : sarà, infatti, pittore, litografo, cartellonista, progettista di oggetti e di arredi, allestitore e architetto. Nel 1912 espone per la prima volta alla Biennale di Venezia dove sarà presente anche nel 1914 e, ininterrottamente, dal 1920 al 1936. Nel 1915 si trasferisce a Ravenna come insegnante di Ornamentazione e Disegno Architettonico all’Accademia di Belle Arti di Ravenna, dove ottiene, nel 1926, l’istituzione della “Scuola del Mosaico” di cui sarà direttore a partire dal 1961. Nel 1925 vince il concorso per il manifesto della II Mostra Internazionale delle Arti Decorative di Monza. Nel 1926 è invitato a partecipare alla prima Mostra del Novecento Italiano. Nel 1927 è a Roma come direttore artistico dell’ENAPI e nella capitale rimarrà, salvo periodici ritorni nella casa di campagna di Faenza, per tutta la vita. Negli anni Venti e Trenta si infittiscono le sue partecipazioni a importanti mostre. A Roma, continua l’attività pittorica ma si dedica soprattutto a progettare oggetti ed elementi di arredo in vari materiali per l’Ente di cui, come allestitore, cura anche le presenze alle più importanti occasioni espositive italiane ed estere (Torino 1928, Triennale di Milano 1933 e 1936, Barcellona e Lipsia 1929, Atene 1931, Parigi e Bruxelles 1935, Firenze 1938, New York 1939). Nel 1938 vince, con M. Romano e E. Bruno La Padula il concorso per il Palazzo della Civiltà Italiana all’E42 che costituisce l’apice della sua carriera architettonica. Nel 1939 realizza sei grandi riquadri a mosaico per le fontane del Palazzo degli Uffici all’E42 e nel 1941 vince, con A. Capizzano, F. Gentilini e G. Quaroni, il concorso per i mosaici da collocare nel Palazzo dei Congressi, sempre all’E42. Nel dopoguerra continua le sue attività legate all’artigianato italiano con conferenze e allestimenti (Lille 1951, Roma 1953, Parigi 1956 e Monaco di Baviera 1957). Muore a Roma nel 1972.
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Giovanni GUERRINI (Imola, 1887 - Roma, 1972)
Giovanni Guerrini nasce a Imola nel 1887. A Faenza fa parte del “cenacolo baccariniano” – assieme agli amici Domenico Rambelli, Ercole Drei e Giuseppe Ugonia – e presso la locale Scuola di Disegno riceve una educazione politecnica che, nel tempo, saprà dispiegare in vari campi espressivi : sarà, infatti, pittore, litografo, cartellonista, progettista di oggetti e di arredi, allestitore e architetto. Nel 1912 espone per la prima volta alla Biennale di Venezia dove sarà presente anche nel 1914 e, ininterrottamente, dal 1920 al 1936. Nel 1915 si trasferisce a Ravenna come insegnante di Ornamentazione e Disegno Architettonico all’Accademia di Belle Arti di Ravenna, dove ottiene, nel 1926, l’istituzione della “Scuola del Mosaico” di cui sarà direttore a partire dal 1961. Nel 1925 vince il concorso per il manifesto della II Mostra Internazionale delle Arti Decorative di Monza. Nel 1926 è invitato a partecipare alla prima Mostra del Novecento Italiano. Nel 1927 è a Roma come direttore artistico dell’ENAPI e nella capitale rimarrà, salvo periodici ritorni nella casa di campagna di Faenza, per tutta la vita. Negli anni Venti e Trenta si infittiscono le sue partecipazioni a importanti mostre. A Roma, continua l’attività pittorica ma si dedica soprattutto a progettare oggetti ed elementi di arredo in vari materiali per l’Ente di cui, come allestitore, cura anche le presenze alle più importanti occasioni espositive italiane ed estere (Torino 1928, Triennale di Milano 1933 e 1936, Barcellona e Lipsia 1929, Atene 1931, Parigi e Bruxelles 1935, Firenze 1938, New York 1939). Nel 1938 vince, con M. Romano e E. Bruno La Padula il concorso per il Palazzo della Civiltà Italiana all’E42 che costituisce l’apice della sua carriera architettonica. Nel 1939 realizza sei grandi riquadri a mosaico per le fontane del Palazzo degli Uffici all’E42 e nel 1941 vince, con A. Capizzano, F. Gentilini e G. Quaroni, il concorso per i mosaici da collocare nel Palazzo dei Congressi, sempre all’E42. Nel dopoguerra continua le sue attività legate all’artigianato italiano con conferenze e allestimenti (Lille 1951, Roma 1953, Parigi 1956 e Monaco di Baviera 1957). Muore a Roma nel 1972.
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